Scottosopra

Scottosopra | Intervista Indie Italia Mag

Andrea Scotto, in arte Scottosopra, è un giovane e promettente musicista savonese che circa un mese fa ha presentato il suo primo singolo: “Pedalò”.

Ventidue anni, savonese con una predisposizione alla musica elettronica e al Rap ma allo stesso tempo una passione per il cantautorato italiano. Nuovo o più datato che sia. Scottosopra propone un brano che riesce a fondere bene queste varie anime musicali presenti in lui.

“Pedalò” è una canzone intimista, ispirata dai luoghi di provenienza di Scottosopra. In un mood malinconico ci parla di quei momenti di solitudine che, in un modo o nell’altro, tutti noi ci troviamo ad affrontare.

Pedalò

L’arrangiamento del pezzo rispecchia bene le varie inclinazioni e contaminazioni musicali di Scottosopra. Basi elettroniche che ricalcano quelle tipiche dell’ItPop moderno, con un testo dalle caratteristiche cantautoriali ed un ritornello orecchiabile e che senza dubbio rimane facilmente in testa. Oltre a queste caratteristiche in “Pedalò” si ritrovano anche delle sonorità proprie del Rap e della Trap, come l’utilizzo dell’autotune. Il modo di cantare di Scottosopra infatti sembra strizzare parecchio l’occhio a quel mondo, riuscendo comunque a mantenere una identità propria.

Al momento all’attivo un solo singolo ma assicura che sta lavorando ad altri pezzi in vista di una pubblicazione di un EP.

Abbiamo fatto qualche domanda a Scottosopra per saperne di più su di lui e la sua musica.

INTERVISTANDO SCOTTOSOPRA

Ciao Andrea. Sei molto giovane, qual’è il tuo background musicale? Come sei arrivato ad essere “Scottosopra”?

Innanzitutto parto dalla musica elettronica. Mi sono avvicinato alla musica partendo da un ambiente di musica “electro“.

Infatti i miei primi lavori sono stati nelle discoteche. Non sono partito con l’idea di fare musica “cantautoriale” perchè io prima facevo produzioni. Poi dalle mie parti va parecchio l’underground e da li ho iniziato a fare delle produzioni Hip-hop e Rap e da li mi sono avvicinato anche alla scrittura perchè non trovavo degli interpreti per le mie produzioni. Poi piano piano mi sono avvicinato anche alla musica “suonata” perchè davo una mano a varie band della mia zona. Band che erano di generi molto diversi fra di loro quindi non avevo un indirizzo chiaro. Ero abbastanza confuso su le mie scelte musicali. Anche perchè ho sempre avuto dei gusti musicali molto aperti. Ho sempre ascoltato quasi tutto e mi è sempre piaciuta la musica che funziona.

Poi sono arrivato ad essere “Scottosopra” dl momento in cui ho iniziato a collaborare con Edoardo Nocco dei “Cantiere 164”, il quale mi ha avvicinato ad una musica un po’ più “suonata”.

Ho iniziato così questo progetto in cui mi auto-produco e lui mi affianca come musicista, studiando al conservatorio. Abbiamo tirato giù dei pezzi che erano un mix fra musica Rap ed Indie-pop. Da li abbiamo avuto un contatto con Sergio Vallarino (in arte Zibba), e da li è poi nata l’identità del mio progetto. “Scottosopra” è in realtà un nickname che utilizzavo su Instagram semplicemente perchè avevo l’immagine del profilo capovolta. Essendo poi piaciuto anche a Zibba ho deciso di mantenerlo.

Il tuo singolo, “Pedalò”, rimanda con malinconia un senso di solitudine. Nella stesura del testo hai fatto riferimento ad esperienze dirette e personali?

Si. Pedalò era un testo che avevo già scritto prima di incontrarmi con Edoardo Nocco e Zibba. Quindi scritto in un periodo precedente della mia vita e per l’appunto il testo faceva riferimento ad una delusione amorosa avuta con una ragazza in quel periodo. Però poi l’ho strutturata quasi come se fosse una sorta di flusso di coscienza che fa un po’ il punto della situazione di un periodo della mia vita. Infatti la canzone al suo interno ha molte frasi che possono essere ricondotte allo stato emotivo e sentimentale di quel periodo.

Il tema centrale è la solitudine, che non è detto poi che sia amorosa. A volte la solitudine è semplicemente una carenza di affetto familiare o una mancanza di una amicizia. Qualsiasi cosa ti faccia sentire abbandonato.

Il sound del singolo sembra avere delle sonorità tipiche del nuovo ItPop. Hai degli artisti di riferimento? Cosa ascolti nella quotidianità?

Sicuramente, anche dagli ascolti e dalle influenze faccio molto riferimento all’ItPop. Non per essere più commerciale possibile, ma semplicemente perchè mi trovo bene con questo genere. Sopratutto per quanto riguarda la stesura dei pezzi, riesco a trovare la mia zona di comfort in questo genere musicale. Riesce a farmi esprimere al massimo, nel migliore dei modi.

Poi venendo da tanti ascolti rap faccio molto riferimento a Franco126 e Calcutta. Mi piacciono molto come suonano i loro pezzi. Inoltre ascolto molto anche il “vecchio” cantautorato, come De Andrè e Guccini, che comunque rimangono la base della mia preparazione musicale.

Il cantautorato italiano sta vivendo una sorta di età dell’oro, dove tanti artisti riescono a trovare spazio. Il rischio è però che l’ascolto diventi “usa e getta”.

Qual’è l’aspetto della tua musica che  pensi possa fare la differenza e lasciare un segno?

Diciamo che tante persone stanno cavalcando l’onda dell’euforia che sta portando l’indie-pop e quindi stanno creandosi tantissimi musicisti emergenti che magari utilizzano questo genere anche se non è proprio adatto a loro.

Io sinceramente non mi considero un artista statico, sono molto dinamico. Infatti l’utilizzo di questo genere è per me uno strumento. Come Caparezza utilizza il rap perchè è il modo migliore per esprimere quello che pensa, io nell’indie-pop ora come ora, per quello che voglio dire e trasmettere è lo strumento migliore.

Secondo me chi è vero e che vuole dire realmente qualcosa di suo non scompare. Non diventa artista usa e getta. Perchè ci vuole costanza ed un riscontro in quello che si fa, cioè deve essere veritiero quello che si propone. L’ambizione è quella di continuare e di riuscire a prendere una strada che faccia uscire con costanza tutti i lavori che sto portando avanti.

Dopo il singolo è in cantiere un disco?

Di sicuro è ancora presto per il disco, ma si sta pensando di far uscire un EP con i pezzi a cui stiamo lavorando che ora sono in cantiere ma che nei prossimi mesi sicuramente svilupperemo. Il disco poi si vedrà, sarebbe molto bello riuscire a farlo, anche perchè sarebbe un lavoro impegnativo.

Hai in programma qualche esibizione live?

Il live sarebbe molto bello. Ma essendo proprio agli inizi ci stiamo ancora prendendo tempo per capire cosa fare con dei brani che abbiamo e che faremo uscire a breve. Abbiamo ancora bisogno di lavorare all’EP ma stiamo già prendendo contatti per potenziali live futuri.

Scottosopra

Come descriveresti la tua proposta artistica a chi si approccia alla tua musica per la prima volta?

La caratteristica della mia musica è che è molto legata a me, molto introspettiva. Però è scritta in modo tale da rendere leggero l’ascolto e che molte persone possano ricondurre momenti della loro vita, infatti affronto dei temi che moltissime persone affrontano. Non vado di sicuro a toccare temi che non sento miei perchè non voglio spingermi dove non ho competenza e preparazione.

Le mie canzoni sono quindi molto sentimentali ed introspettive. A volte poi mi piace giocare con degli “story-telling”. Invento delle storie dove poi inserisco elementi di vita quotidiana ed esperienze mie personali. Un altra cosa particolare è che sto cercando di unire le sonorità dell’ indie-pop con qualcosa di più Hip-hop, quindi che ricalchi un po’ i miei ascolti rap. Quindi cerco sempre di inserire sempre questo “flow” preso dalla musica un po’ più underground.

Grazie mille ed in bocca al lupo per il futuro.

Grazie a voi!

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