Freccia: “Una direzione nuova per la mia musica”| Intervista

Nicola Bueti, classe 1988, è uno di quei cantautori che fin da piccolo ha alternato le partite di pallone e i compiti di scuola agli incontri ravvicinati con la musica. Cresciuto al confine tra Mirafiori Sud e il Lingotto, ha sempre fatto mille sacrifici per portare il più lontano possibile l’urgenza di raccontare una storia: la sua.

Ha negli occhi la dolcezza di chi vive i sentimenti nella loro essenza più pura, accarezzandoli con il suono di una chitarra acustica. Nelle mani e nella voce, tutta la grinta che serve per gridare al mondo la propria presenza, adesso, subito, senza indugi. Perché il tempo scorre e la vita non aspetta, ogni giorno è da afferrare e consumare.

Da adolescente si butta anche nel mondo dello spettacolo e a 18 anni fa un provino ad Amici, da lì la crescita della consapevolezza di voler dedicarsi interamente a un progetto musicale, per realizzare un sogno certamente difficile, ma forse non così impossibile per chi dimostra tenacia nonostante i no e le porte in faccia.

freccia

Tra le ultime grandi soddisfazioni la partecipazione come ospite musicale alla maratona benefica Telethon su Rai2 e la successiva pubblicazione del suo primo album I sogni ce li andiamo a prendere disponibile su tutte le piattaforme digitali.

E adesso eccoci arrivati al punto di svolta nella carriera artistica di Nicola Bueti, che dopo anni di discreti successi ed esperienze importanti, sente il bisogno di dare una sferzata e sostituire il suo nome di battesimo con un nome d’arte che possa rappresentare la mission  della sua musica. Sceglie Freccia, un oggetto che ha un’intenzione e una direzione.

Il suo primo singolo, che battezza ufficialmente il nuovo progetto si chiama Il sì più bello che avrò disponibile da venerdì 8 Marzo 2019 in streaming e download.

Questo brano è uno sfogo, è una confessione . L’autore racconta di sforzarsi di essere sempre forte, ma di nascondere una grande debolezza. Ci invita a trovare sempre un buon motivo per riprovare a conquistare i propri sogni nonostante le mille porte in faccia.

Il 23 luglio 2019 pubblica un altro singolo Perché sono scemo disponibile su tutti i digital store.

INTERVISTANDO FRECCIA

Ci racconti il passaggio da Nicola Bueti a Freccia?

Avevo l’esigenza di dare una svolta alla mia carriera musicale, dando un’impronta bella precisa e un senso d’appartenenza a chi mi ascolta! Ho voluto dare voce a tutte quelle persone che come me hanno dei sogni, hanno degli obiettivi, a tutti quelli che sputano sangue per raggiungerli, cadono, si fanno male, tanto male, ma nonostante tutto sono sempre lì determinati ad arrivare al centro del bersaglio! Siamo un po’ tutti Freccia, tutti crediamo in qualcosa, chi più chi meno, viviamo per dare un senso alla nostra esistenza, anche se nella vita ci si perde spesso e ritrovarsi non è facile, ma quelli come noi non la danno vinta a nessuno, nemmeno a questa vita tanto bella quanto imprevedibile.

Il tuo nome deriva da Radiofreccia e da una passione per Ligabue?

Non completamente, come dicevo prima, il senso del nome è un altro, ma diciamo che anche il buon Liga ha fatto la sua parte! E’ il mio idolo da sempre, mi sono sempre molto ispirato a lui, è stato e continua ad essere per me punto di riferimento e Radiofreccia è stato un film che mi ha segnato tanto per storia, morale e personaggi! È uno dei mie film preferiti.

Quanto è autoironica Perché sono scemo?

Più che autoironica direi molto vera, scemo è il termine più vero per definire la mia condizione in alcune situazioni! L’ho scritta pensando ad una ragazza che mi piaceva tantissimo ,ma che per paura, non lo ha mai saputo, o forse lo aveva anche capito, fatto sta che non ho mai avuto il vero coraggio di dichiararmi, per paura di un rifiuto o semplicemente per paura o perché in fondo doveva andare così! È stata comunque una bella storia “da raccontare”

Perché spesso non riusciamo a dire veramente quello che pensiamo?

Ma perché ci manca il coraggio, perché abbiamo paura del rifiuto o perché non vogliamo sentirci dire quello che in realtà già sappiamo, possono essere tante le risposte, quello che ho imparato nella vita è che alla fine bisogna sempre agire per quello che ci sentiamo, non forzare niente, le cose devono incastrarsi in modo spontaneo, non possiamo inventarci chi non siamo.

Com’è nato il feat con Dontsave?

Ci conosciamo dai banchi di scuola, da una vita, è un’amicizia di quelle intramontabili, vere e pure. Questa era una di quelle cose che ci eravamo prefissati da anni, scrivere una canzone insieme e pubblicarla. Ci abbiamo messo forse troppo, ma ce l’abbiamo fatta e visto il successo e il bel riscontro non escludo altre collaborazioni! È sempre un grande piacere.

Il sì più bello che avrò non è solo una canzone ma è un promemoria per ricordare che è importante credere sempre in se stessi e imparare dagli errori. Qual è stato il no che ti ha dato più fastidio?

Ma ne ho ricevuti tanti e credo che non si finisca mai di riceverne, forse in ordine di tempo il no che più mi ha dato fastidio l’ho ricevuto nel 2017 dopo essere arrivato tra le 60 nuove proposte di Sanremo Giovani, mancava davvero solo un ultimo gradino, dopo i live a Roma davanti la commissione pensavo davvero di avercela fatta. Sai quando senti di aver fatto la performance della vita, sembrava tutto incastrarsi, sembrava essere arrivato davvero il mio momento e poi invece non ce l’ho fatta, sono stato davvero male per settimane intere. Non nego che per un momento ho anche pensato di mollare tutto, poi però mi sono rialzato e adesso eccomi ancora qui perché se credi davvero in qualcosa dentro di te è tutto più forte di qualsiasi sconfitta!

Nel 2017 ti sei esibito a Telethon in diretta su Rai2. Come mai hai scelto di portare una cover di Ho imparato a sognare dei Negrita?

E’ la mia canzone, penso sia una delle canzoni insieme a Niente paura di Ligabue che avrei voluto scrivere. Sembrano scritte da me, sembrano parlino di me e poi nel contesto in cui l’ho cantata era perfetta per dare coraggio a chi stava peggio di noi, per dargli coraggio a non mollare nonostante tutto, spero nel mio piccolo di esserci riuscito.

A 18 anni hai fatto un provino per Amici. Cosa ne pensi dei talent show?

Penso che siano uno strumento fortissimo per chi come me vuole emergere, io non snobbo niente che possa darmi visibilità al di fuori del mio gruppo di amici e conoscenti. Non provare queste situazioni, per chi sogna di fare questo mestiere penso sia stupido, perché emergere è difficile. Bisogna capire cosa si vuole, se rimanere nella stanzetta a cantare per se stessi o ambire ad altro, sono tutte scelte rispettabili, ma io ambisco ad altro.

A quali sonorità tende la tua musica?

Io arrivo dal pop rock, da un anno a questa parte mi sono avvicinato ai Synt abbandonando un pochettino le chitarre e provando a sperimentare suoni nuovi. Mi ci trovo molto in questa nuova veste, non dimenticando comunque quello che ho sempre fatto, bisogna capire oltre quello che piace a noi, quello che funziona e che piace agli altri, senza perdere il piacere di fare musica sennò li non avrebbe più senso niente.

Ascolta Freccia nella playlist ufficiale di Indie Italia Mag su Spotify