Alicante è un progetto tra il cantautorato anni 70, il pop impegnato e il punk italiano nato nel 2018 dalla musica e dalle parole di Giacomo Aversano. Il nome del progetto prende ispirazione dal titolo dell’omonima poesia del famoso poeta francese Jacques Prévert.
Il suo brano d’esordio dal titolo Una poesia è uscito a Dicembre 2018 su YouTube e sulle altre piattaforme digitali, distribuito da Fichissimo Dischi, etichetta con una storia molto particolare, tutta da scoprire leggendo l’intervista.
A ottobre è uscito il primo Ep, Impara, fatto da due tracce molto diverse tra loro, da inserire in un ipotetico giradischi virtuale per lasciarsi coinvolgere prima dentro un atmosfera punk (Martirio) e successivamente chiudersi e immergersi totalmente in una dolce sofferenza (Cristiana).
Esatto, la poesia si chiama proprio Alicante, un giorno mi sono appropriato di questo nome e me lo sono incollato addosso.
In generale, tutta la poesia ha una potenza descrittiva, per immagini, quasi cinematografica (il vestito per terra, l’arancia sul tavolo) ed è l’obiettivo che anche io ricerco nella mia scrittura, quello di “far vedere” quello che accade all’ascoltatore del pezzo, come una sinestesia nel mondo reale.
In particolare, io credo che quella poesia contenga un gioco di parole, tra il letto e lo scritto, insuperabile ossia “doux présent du présent (dolce presente del presente) che dimostra che anche scrivendo d’amore o di altri massimi sistemi, si può scherzare o giocare.
Fichissimo Dischi è la mia “etichetta discografica” se così la vogliamo chiamare. La genesi del nome è molto buffa: stavo per pubblicare il mio primo singolo online e era richiesto dal distributore un nome, anche inventato, per un’etichetta discografica per il quale pubblicare. Sono stato un’ora, non esagero, a pensarci, poi l’illuminazione: facciamo scegliere, come ogni altra cosa nella vita, al caso. Apro Wikipedia e clicco sul pulsante una pagina a caso, pregando non uscisse la pagina di un qualche asteroide fatto di numeri e lettere. La pagina si era aperta su Pierino il fichissimo, un film dell’81, il primo film sulle barzellette di Pierino non interpretato da Alvaro Vitali. Tra l’altro non l’ho ancora visto. Forse dovrei!
Sicuramente le più grandi e le più presenti sono quelle delle band del punk revival inglese degli anni 2000, come Libertines e Franz Ferdinand, il rock alternativo e la musica d’autore italiana dello stesso periodo come Il teatro degli orrori o i primi dischi de Le luci della centrale elettrica, e il cantautorato italiano degli anni ’70, Rino Gaetano su tutti.
In verità, ascoltando Martirio e Cristiana vorrei che si imparasse a disobbedire.
In Martirio esiste un tema velato che è quello della guerra e ne descrivo principalmente due: una guerra vicina , quotidiana, contro noi stessi, e le parole che diciamo e le cose che facciamo per sentirci parte di qualcosa; una guerra invece che esiste, con bombe, feriti e morti, ma lontana di cui esistono i responsabili e spesso sono quelli che danno gli ordini.
In Cristiana bisogna disobbedire, come nella prima delle due guerre, a noi stessi, imparare a mettere in ordine le nostre emozioni e i nostri desideri, così da evitare di confondersi tra cos’è importante e cosa non lo è.
Con Alessandro (Pasquarelli, il regista del video) volevamo semplicemente raccontare una giornata di una persona che va in giro per la sua città come molti altri, una persona media. La giornata è poi diventata il giorno della Vigilia di Natale e la persona media si è trasformata in una persona sola che sceglie appositamente la solitudine, (infatti nel video cammino sempre solo e sembro più spensierato senza altre persone intorno), ed evita di relazionarsi con gli altri fino al punto di arrivare a farsi autonomamente i regali per Natale. È pure un lieto fine, se ci pensi.
No, ma ho paura che loro abbiano paura di me. Alicantefobia, brutta storia
La domanda non è “chi è?”, la domanda è “cos’è?”.
Via Carlo Alberto è una strada di Torino che porta dalla stazione di Porta Nuova fino in Via Po. Al numero 6 di questa strada ha abitato Federico Nietzsche nel suo soggiorno torinese. La canzone è dedicata a lui e a come solo perdendo se stessi completamente si possa arrivare ad una visione pura delle cose. Il verso del ritornello se ti vedo in lontananza io impazzirò domani è infatti un riferimento all’episodio del cavallo.
Io credo che l’arte, essendo un elemento che fa parte del complesso organismo della società, sia specchio di questo organismo. Se la società si muove velocemente e la fruizione di informazioni è immediata, allo stesso modo l’arte sarà veloce e di immediato impatto. Il nostro rapporto con l’arte quindi cambia mentre noi cambiamo con la struttura sociale di cui siamo parte.
Di Stefano Giannetti 23 dicembre 2023, mattina «Sì, vabbè. Se dovevo parlare da sola, venivo…
Scappare è un sintomo di paura, andare via può essere invece l'unica soluzione che rimane…
L'Ep di esordio di Numb, cantautore veronese, porta il nome di un consiglio, della speranza…
Arriva da Parma una ventata d'ottimismo e forte energia positiva grazie a "Bellissimo", terzo album…
"Please stay. I want you, I need you, oh God. Don't take. These beautiful things…
Un ponte è una costruzione che unisce due sponde di un fiume, attraversarlo significa quindi…