L’ignoto prima ci spaventa e poi, con il tempo, impariamo a guardarlo sempre con meno sospetto e con più curiosità.
BIAS sceglie quindi di rielaborare Buio, brano del 2016 già nel repertorio del suo vecchio progetto EX NOVO. Il testo riprendere una poesia di Fabrizio Rubini, scrittore e musicista bolognese, classe 1960.
Bias interpreta quelle parole in una maniera mistica e viscerale, quasi a voler esorcizzare il concetto di morte, dal quale nessuno di noi potrà mai sfuggire.
Se il singolo precedente “Sarebbe più facile” era uno sfogo, Buio invece diventa una sorta di meditazione utile ad apprezzare la fragilità della vita.
La parte più interessante dell’animo umano.
Perché “la civiltà moderna si occupa solo del lato luminoso dell’esistenza ignorando del tutto quello oscuro. I successi travolgenti della scienza e della tecnologia ci hanno fatto perdere di vista il mondo reale con la sua dimensione di tenebre e caos. La morte, la malattia e il Male sono considerati incidenti di percorso e non elementi essenziali della condizione umana. Anche l’arte tragica, che metteva l’uomo di fronte al trauma della verità è stata fagocitata dall’intrattenimento, che ha uno scopo completamente opposto: distrarlo. L’uomo moderno vive a testa bassa non per timore di Dio ma per il terrore di alzare lo sguardo e vedere l’abisso. Questo trauma represso riaffiora di continuo sotto le più disparate forme: senso di inadeguatezza, depressione, attacchi di panico, dipendenze. Convinti di scappare dalla morte siamo scappati dalla vita, condannandoci a un’inguaribile infelicità che ha la forma esteriore del benessere.” [Niccolò Contessa – I cani – Un altro Dio]
BUIO nasce da un testo di Fabrizio Rubini, un artista bolognese a cui sono molto legato perché per anni è stato il cantante della band in cui suonava mio padre e perché ha contribuito alla mia crescita e formazione musicale. Fin da quando ero piccolo infatti mi passava le cassette dei gruppi New Wave e Post Punk. Sono stato molto fortunato ad incontrarlo.
Non ne ho idea. Io personalmente mi impegno ogni giorno per essere felice, la mia lotta è questa.
Nel campo dell’arte la rabbia è una potentissima fonte di ispirazione. Basti pensare alla musica: senza la rabbia non esisterebbero il blues, il punk, il rap.
L’arte permette di vivere.
Nella cultura dominante, quella dell’apparenza, l’immagine vale più del contenuto. Io invece faccio “solo” Musica.
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