Agorà: “Basta un paio di Clarks per ricordarci della nostra adolescenza” | Intervista

Agorà: “Basta un paio di Clarks per ricordarci della nostra adolescenza” | Intervista

I giovani d’oggi ormai passano troppo tempo in casa alienati da TV, videogiochi e social network. Purtroppo le piazze si stanno svuotando, perdendo quel senso di comunità e spensieratezza che caratterizzava le vecchie generazioni.

Agorà, debuttano con Le tue Clarks, un brano malinconico perfetto per ricordarci della nostra adolescenza.

Nato come riflessione per chi ha superato ormai i 25 anni e ha paura di esplorare un mondo ancora sconosciuto dove l’età adulta da miraggio si trasforma in ansia e paura. Un inno nostalgico all’adolescenza, un periodo dove tutto o quasi è concesso e tutte le possibilità rimangono aperte. Una fase della vita nella quale tutto è estremo, iperbolico, vero e fragile quasi come una storia d’amore o una primavera fugace.

La band veronese ha scelto un nome che deriva dalla voglia di mettere in risalto la piazza, le relazioni e i rapporti con gli altri. Inoltre proprio nel bar di paese è nato questo progetto musicale.

Scapigliati, corsari e romantici i sei ragazzi credono nella rivoluzione del cuore e nella forza dei sentimenti come primo principio di ogni cosa.

Siete pronti a ricordarvi anche voi quelle notti da innamorati e da eterni sognatori?

INTERVISTANDO AGORÀ

Com’è nato il vostro progetto?

Siamo nati ufficialmente nel 2014 in un piccolo paese della provincia di Verona. Eravamo giovani adolescenti con la voglia di spaccare il mondo ed attraverso la musica ci siamo uniti per gridare forte la nostra erotica vitalità.

Il bar della piazza del nostro paese è stato ed è un nostro nido da dove far partire idee, progetti, visioni. Quella volta le birre medie sono state veramente benedette e così abbiamo iniziato questo percorso folle insieme.

Da allora non ci siamo più fermato. Abbiamo girato piazze, feste di paese, eventi ed oggi ci sentiamo pronti per far sentire ufficialmente quella voce ricercata e maturata nel tempo ma che non ha perso lo slancio e l’incoscienza di quei primi anni.

Della formazione originale siamo in 5, il Flex (chitarrista) è arrivato due anni fa per darci quell’esperienza e quella maturità del suono che ci mancava e forse è stato l’avvento che ci ha fatto diventare un po’meno cazzoni e ci ha fatto prendere un po’di più sul serio.

Agorà

Siete in 6 nella band, come riuscite ad andare d’accordo?

Come nelle migliori famiglie la parola chiave è il compromesso. Siamo una band di 6 persone con 6 psiche che continuano ad oscillare tra ragione e follia. Non sempre è facile. La realtà inevitabilmente porta con sé delle redini che ti allontanano dall’ideale. Il reale ha i suoi doveri quotidiani: il lavoro, lo studio, le relazioni e far combaciare l’esigenza di gruppo con le necessità individuali non è una impresa così semplice. Ma alla fine se hai una forte passione in comune e ci aggiungi qualche compromesso, corretto con qualche brindisi, l’ideale torna a spiccare il volo. E poi quando suoniamo dal vivo ci sentiamo veramente vivi, come quando abbiamo iniziato, quindi sul palco stiamo bene, ci divertiamo  e non vorremmo nient’altro.

Agorà era la piazza nel mondo greco. Tra Sparta e Atene cosa scegliereste?

Nessuno di noi ha degli addominali così scolpiti, quindi forse saremmo degli ateniesi a tutti gli effetti.

A parte gli scherzi amiamo l’arte, la parola, il pensiero ed il dialogo. La violenza ci ripugna e quindi ci immaginiamo molto più volentieri in un simposio a bere vino e a parlare d’amore.

Poi Atene è la patria di Socrate, ha inventato la democrazia e anteponeva il concetto di comunità a quello di individuo. La piazza era il centro  di tutto e quello della relazione è un concetto abbastanza in crisi ai giorni nostri ma allora era il senso di tutto. Come diceva Aristotele:”Se l’uomo è solo, o  è bestia oppure è Dio”. Oggi siamo delle bestie sole.

Agorà

Vi definite romantici. Che cosa significa per voi?

Vivere con l’ardore nel cuore. Si proprio così,non è solo il sentimento amoroso, è il vivere il tutto in modo iperbolico e vero. Chiaramente l’eros ha una parte fondamentale ma abbiamo una necessità di essere affamati di bellezza, di empatia, di vita, di ebbrezza. Nell’epoca dove tutto è razionale, essere romantici significa essere rivoluzionari, una rivoluzione che parte dal cuore e che tira un calcio in faccia all’indifferenza, il male del nostro secolo.

Le tue clarks a chi è dedicata?

Il brano nasce come la riflessione di chi supera i 25 anni e ad un certo punto capisce che la vita e l’età adulta in un qualche modo ti conducono sopra determinati binari.

In questo modo “Io ricordo quelle notti con te”, con quella gioventù spensierata, fatta di serie tv, di drink, di sigarette, di rivoluzione, di sentimenti veri e fugaci e di momenti che ci squarciano il petto, ma che non passeranno mai.

Malinconico per una spensieratezza che con gli anni si assopisce, ma con la bellezza e con la consapevolezza che l’adolescente che è in noi ci accompagnerà per sempre.

L’adolescenza è come il cuore: totalmente irrazionale. E noi abbracciamo e bramiamo il sogno di queste totale follia romantica.

Sembra un canzone dedicata ad una donna, ma in realtà racchiude tutte le donne, tutta l’ebbrezza e tutta la spensieratezza di quel periodo.

Agorà

Ci potete spiegare la scelta che avete fatto sui colori nel video?

Ci piaceva l’idea di collegare il passato con la vivacità del presente e alternare il bianco e nero con i colori vivaci, a nostro avviso, è una scelta che riusciva  a collegare questi due tempi della vita. Il passato vive nel presente e allo stesso modo unire questi due stili ci dava l’idea di un classico senza  tempo che ha la vitalità dell’oggi.

“Io ricordo le notti, quelle notti con te”. Perché erano così importanti?

Erano importanti perché erano vere, sincere, spontanee. Se ci riflettiamo quelle notti avevano un qualcosa di speciale per ognuno di noi. Erano le notti dove abbiamo fatto l’amore per la prima volta, dove abbiamo fumato la prima sigaretta, dove ci siamo beccati la prima sbronza. Erano importanti perché l’adolescenza è una seconda rinascita, tutto ciò che vedevi da bambino ora ha la bellezza di un nuovo sguardo. Tutto accadeva per la prima volta.

Tutto questo non vuol dire che tutte le notti successive abbiano minor valore, il valore si crea ricreando quel fuoco che ci ardeva dentro e portarlo nell’oggi. Il bambino che è in noi vive, l’adolescente che è in noi scalpita, il nostro io adulto se si dimentica di questi aspetti rischia di diventare un cinico privo di sogni, un anaffettivo, un essere che non vive ma sopravvive appena. Io ricordo quelle notti, ma quelle notti sono vive e noi dobbiamo far l’amore come se fosse la prima volta.

Agorà

Come cambia l’amore con il passare degli anni?

L’amore  cambia perché cambiamo noi a livello biologico, a livello psichico e a livello emotivo attraverso il contatto con l’altro .Tutti questi cambiamenti hanno delle chiare ripercussioni nel nostro modo di relazionarci all’amore.

L’amore non ci rende interi, l’amore ci spacca dentro e ci riplasma quotidianamente.

Quando mi chiedono dell’amore mi piace immaginare l’immagine di un vaso.  Un vaso all’inizio è nel pieno del suo splendore: solido, intero e privo dei segni che il tempo pone sulle nostre vite. Ma il vaso inevitabilmente avrà delle crepe, delle rotture e magari rischia  di frantumarsi.

Forse avevano ragione i Joy Division quando cantavano:  “Love will tear us apart”, l’amore ci farà a pezzi. Come un vaso, come la vita, anche l’amore rischia di distruggerci e di distruggere quello che abbiamo costruito. Così abbiamo due scelte: lasciare il vaso rotto e comprarne uno nuovo, oppure possiamo applicare l’arte giapponese del “kintsugi”, ossia colmare quelle crepe con l’oro e rendere quello che fu “l’intero” ancora più prezioso.

Ognuno poi deve fare quel che lo fa stare meglio, l’importante è che dentro di noi ci sia sempre una fiamma viva, una fiamma che sia vita.

All’Università un professore mi ha insegnato  che la parola amore potrebbe derivare dal latino “A-MORS”, assenza di morte, e quindi brindiamo alla vita,brindiamo all’amore e sputiamo in faccia alla morte.

ASCOLTA  AGORÀ NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAG