Un artista è colui che riesce a rileggere eventi significativi della vita trasformandoli in una rielaborazione che sia in grado di favorire la comunicazione, dando spazio e libertà a quelle voci che si sono generate a seguito di quell’evento importante e che spesso fremono per uscire fuori.
Questa è la dinamica che ha portato alla definitiva nascita del progetto “Somma Zero”. Un progetto dalle fortissime connotazioni elettroniche e synth-pop che allo stesso tempo lascia parecchio spazio ad influenze hip-hop, trap e spoken word.
Somma Zero è dunque il nome che Simone Tencaioli ha scelto per il suo progetto musicale che nasce circa due anni fa e che vede il raggiungimento di un primo obiettivo con la pubblicazione del doppio singolo “Titanio” che comprende due brani, per l’appunto “Titanio” e “Genesi”.
Scritti in momenti diversi, i due brani rappresentano per Somma Zero il tentativo di rielaborare un evento di rottura particolarmente traumatico ed è stato un po’ il motore dal quale il giovane artista ha tratto la forza per dare una forma più precisa al suo progetto musicale, trasformandolo anche in un veicolo tramite il quale prendere coscienza degli eventi che accadono intorno a noi e che ci condizionano e far uscire la voce di quelle parti di noi che vengono trasformate da tali eventi.
“Titanio”, è un brano che vuole rappresentare un cambio repentino di atteggiamento nei confronti di un particolare argomento che ci condiziona fortemente. Il brano infatti monta gradualmente dando proprio la sensazione di un passaggio da uno stato di inerzia ad uno stato di grande tensione interiore.
“Genesi” invece rappresenta la presa di coscienza di un qualcosa di nuovo che si è generato dentro di noi. E Tratta proprio del conflitto interno che si genera tra questa nuova parte di noi, e tutto ciò che già eravamo. “E un dialogo interiore, la progressiva presa di autocoscienza di un altro in cerca di un canale attraverso cui manifestarsi”.
Un esordio sicuramente interessante per Somma Zero che tra non molto ha in serbo l’uscita di un nuovo singolo. Per sapere con più precisione qualcosa su di lui, sulla sua musica e su i suoi progetti futuri abbiamo scambiato quattro chiacchiere direttamente con Somma Zero.
È stato un percorso lungo e intricato, a tratti direi addirittura inconscio. Scrivo da che ne ho memoria e suono da almeno 15 anni, ma ho approcciato la musica elettronica solo intorno al 2016.
A mano a mano è cresciuta la voglia di sperimentare e mi sono trovato a scrivere versi non più indipendenti, ma pensati per le mie basi. Una giornata particolare di fine 2018 ha cementato il tutto, ne sono uscito cambiato.
Chiamarmi Somma Zero è stata una presa di posizione: ora ciò che faccio ha una direzione marcata e dei chiari ideali di riferimento. Ho imparato a non preoccuparmi della ricezione che possano avere le mie canzoni, per quanto i testi siano molto personali e a tratti spigolosi.
Ho anche assunto un atteggiamento più aperto per quanto riguarda la creazione dei miei pezzi, prima arrivavo spesso alla paralisi, ora riesco a giudicarli di meno e lasciarmi andare.
È un termine preso dalla teoria dei giochi: in un gioco a somma zero le conquiste o le perdite di un individuo derivano direttamente dalle perdite o dalle conquiste di qualcun altro. Chi vince guadagna da chi ha perso, non c’è una fonte comune e abbondante dalla quale attingere.
Credo descriva bene il cinismo contemporaneo. E poi desideravo uno pseudonimo legato al mondo ludico, essendo appassionato di giochi da tavolo.
Lavoro esclusivamente in ambiente digitale, il controllo totale che dà sul suono è davvero appagante. In genere comincio una nuova traccia improvvisando a mente sgombra: butto giù un ritmo partendo dagli elementi essenziali, magari stabilisco una linea di basso, poi inizio a sperimentare con sintetizzatori e catene di effetti per trovare suoni che diano carattere al tutto. Il processo di sound design che sta dietro la bass music mi affascina e rilassa al contempo: trovo che sia un po’ come giocare con le costruzioni, solo in modo immateriale e forse più complesso. Ci perdo giornate intere.
La nascita di questo singolo è stata organica, naturale, ho risposto a quella che era diventata una necessità. Il testo di “Titanio” è nato con spontaneità in una sola stesura ed è rimasto invariato da allora. È stato il primo brano che sono riuscito ad accettare pienamente, ultimarlo mi ha spinto a rimaneggiare “Genesi”, nata diversi mesi prima. Lavorando su entrambe le tracce ho notato una connessione tra le loro tematiche. L’intento di renderle pubbliche è stato senza dubbio l’ultimo tassello in ordine cronologico: una conseguenza dell’averle scritte, non una causa. Fino a pochi mesi fa l’idea di pubblicare qualcosa mi sembrava inarrivabile.
Ho curato da solo composizione e registrazione. Ho tuttavia ricevuto costantemente feedback sugli sviluppi da parte di un mio caro amico pianista, compagno di liceo, verso il quale nutro una profonda stima, umana e artistica.
Nel futuro più prossimo punto a sopravvivere alla sessione estiva. Scherzi a parte, ho in lavorazione un secondo singolo che dovrei rilasciare nel giro di qualche mese. In parallelo sto anche preparando una raccolta più corposa che spero di pubblicare verso fine anno: ho molto materiale da parte, in continua crescita e trasformazione.
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