Amò é il progetto discografico di taglio ITPOP/Indiepop nato dalle menti di Pierfrancesco (Pier) Colone (abruzzese marsicano classe 1993) e Raffaele Vinaccia (caprese, 1986).
Due amici che scrivono nelle loro camere durante le pause pranzo strappate al lavoro. Note di telefoni strapiene di versi che scalpitano per uscire e tornare negli impianti audio da cui provengono le vibrazioni che li ispirano.
Il passo discografico arriva a fine 2019, al culmine di un percorso creativo durato quattro anni e finalizzato grazie alle sapienti mani del produttore, loro amico, Alberto Cari (romano classe 1992) che in quel periodo collaborava già con Hokuto Empire (Etichetta capitanata da Francesco Facchinetti) e distribuita da Sony.
Il 19 Giugno è uscita CIAOXADDIO brano che potrebbe essere il tragico seguito di Stellare, hit con la quale avevano debuttato ad Aprile 2020.
Il testo infatti racconta di una relazione giunta ormai ai titoli di coda e la coppia rimane legata solo da un profilo Netflix fatto in comune. La piattaforma di streaming diventa quasi un pegno dell’amore condiviso, in una storia che ormai è sfumata per vari problemi di comunicazione.
Gli Amò con il loro stile graffiante e malinconico si confermano tra le rivelazioni di quest’anno nel mondo indie e insieme ci siamo interrogati su come funziona come funziona l’amore e quali sono i suoi significati nascosti.
Spoiler: Non ci siamo riusciti.
Innanzitutto vi ringraziamo per questa intervista e cogliamo l’occasione per salutare tutti gli amòri lettori di Indie Italia Magazine.
Ci conosciamo da quasi dieci anni, in comune oltre alla musica abbiamo ore passate fuori i soliti locali di Roma, birre e drink tra Via Libetta e Centocelle oltre a una malsana propensione per i film e le serie TV.
Negli ultimi anni della redenzione pre 30 anche la scheda d’allenamento
Pier: No, secondo me l’indie degli ultimi giorni si è soffermato al massimo nel parlare della cotta della prima settimana, se non fosse così svogliata la narrazione non sarebbe considerata indie dai più. L’amore è una roba forte e va trattato con purezza e senza manierismi. Questo non vuol dire, però, che non ci siano artisti del panorama che non ne abbiano decantato col cuore in mano.
Raffaele: Perché tu l’hai capito l’amore? E se si, ti prego, mandami il tutorial!
Secondo noi l’amore è quella cosa che non capisci, che ti fa svalvolare, fare cose stupide, quindi speriamo vivamente che l’indie italiano non creda veramente di aver capito l’amore.
Sicuramente rimane l’account Netflix che per certi versi sta lì a rappresentare il fatto che se anche la persona che amavi non c’è più, qualcosa di sicuro resta, seppure sotto mentite spoglie, in una parola, in una smorfia sul viso che non era tua.
Raffaele: Secondo me Sense 8. Parlando di sentimenti, ti da l’opportunità di condividere in diretta profonde emozioni col parter, come fosse uno stress test per coppie in streaming.
Pier: Io consiglio una comedy come New Girl o Modern Family, non c’è niente di meglio del miele in certe situazioni… non so se mi spiego.
Si, tramite il brand romano Klap abbiamo visto il materializzarsi dell’opportunità di buttarci nel mondo del clothing. Siamo da sempre artisti che amano l’arte a 360 gradi e volevamo provare qualcosa di audace che potesse ritorcersi contro di noi!
L’obiettivo è sempre quello di sentirci vicino alla gente con le nostre canzoni, il modo più semplice per farlo era mettere letteralmente una canzone addosso alle persone, chissà che poi non gli piaccia davvero.
Come diciamo in Stellare le stelle stanno dentro di noi, sulle labbra di lei (o lui) che quando brillano abbagliano di più dei fari di una porche, nei piccoli gesti scontati e straordinari che ognuno sa appartenere a quella specifica persona che ama con tutto il cuore.
Detto questo il parco degli Acquedotti altezza Giulio Agricola non è niente male.
Ecco la domanda più difficile di tutte… la notte.
La notte può essere tutto, i drink, le sigarette, la musica, gli amici e gli amanti, ma la notte è soprattutto il momento dove siamo soli con noi stessi. È il nostro specchio, è dove capiamo se siamo facendo le cose giuste, se stiamo facendo quello che vogliamo oppure abbiamo perso la rotta.
La notte è magia, è solitudine, è a volte speranza … e questa è la risposta che darebbero tutti.
La notte sei tu.
Sei tu che ti guardi dentro giusto quella frazione di secondo che basta a farti salire il brivido sulla schiena, a sentire quel pungolo in mezzo allo stomaco prima di cambiare canale e tornare ai Cesaroni.
Tesoro mio dopo aver parlato del bello che è in noi e di quanto possa essere crudele il sentirsi abbandonati nonostante quel bello, forse sarà il momento di andare via…lasciare il nido e vedere che succede.
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