Blumosso: “Il mare è tangibile e allo stesso tempo irreale” | Indie Talks
Chiunque abbia ascoltato almeno una volta una playlist indie potrà constatare che uno dei protagonisti indiscussi del genere è il mare.
Attenzione, non si tratta dell’idea di mare tanto presente nelle varie hit estive, nell’indie si prende in considerazione un aspetto più malinconico, nostalgico.
Qualsiasi cantautore della scena indie ha dedicato almeno qualche verso alle onde, alla sabbia o all’acqua cristallina. Abbiamo Gazzelle che in NMRPM, acronimo che significa proprio non mi ricordi più il mare, canta di una storia d’amore ormai giunta al termine; possiamo proseguire parlando dei TheGiornalisti e dei loro testi che vedono la parola mare compire almeno una ventina di volte, senza contare le volte in cui sono presenti parole come sabbia, sole o spiaggia. O ancora gli Ex Otago con Mare, Lo Stato Sociale con Vado al mare, Francesca Michielin con Io non abito al mare e la lista non si ferma qui.
Insomma, il mare o lo odi o lo ami e i cantautori indie sembrano apprezzarlo parecchio.
Il mare è romantico, poetico, misterioso e intrigante. Tutte caratteristiche che lo rendono un argomento papabile per creare la perfetta canzone indie.
Ho chiacchierato con Simone Perrone, in arte Blumosso, e abbiamo esplorato un po’ le sensazioni che regala quella immensa distesa blu che tanto affascina quanto spaventa.
INDIE TALKS | BLUMOSSO
Canzoni dedicate al mare o canzoni ispirate dal mare?
Non mi piacciono tanto le canzoni dedicate, anche se io stesso, a volte, l’ho fatto.
Preferisco l’ispirazione.
Che poi, se proprio vogliamo dirla tutta: certe dediche non nascono da un’ispirazione?
Vi consiglio comunque di ascoltare una canzone bellissima del cantautore Mino de Santis. Si intitola “Il mare” ed è del suo ultimo disco: “Sassidacqua”.
Preferisci andare al mare d’estate o prediligi la malinconia del mare d’inverno?
Preferisco andarci quando mi va, quando ne sento il bisogno. L’inverno capita spesso, a dire il vero; l’estate ci vado di rado, perché vivo in un luogo: il Salento, dove il mare durante la stagione diventa la principale attrazione turistica del posto. Ne consegue che “al mare” è sempre pieno di gente, ed io odio la confusione. Comunque trovo che il mare d’inverno sia malinconico. Semmai rigenerante. Per me è così.
Sei seduto sul bagnasciuga, da solo, e osservi il mare davanti a te: quali sono le sensazioni che ti suscita?
A me il mare fa un po’ paura. Mi piace, ma ne sono spaventato allo stesso tempo, perché è immenso. È tangibile, ma allo stesso tempo irreale. Indefinibile.
Quale è il tuo personale rapporto col mare? Come vivi le tue giornate in spiaggia?
Non mi piace la spiaggia, preferisco andare sugli scogli. Il mare mi rilassa, mi aiuta a pensare. Vado lì, mi trovo un angolino, mi stendo, leggo, poi faccio il bagno. Preferisco andarci solo. Ho un posto dove vado sempre. Si chiama la sorgente ed è a Torre Lapillo, vicino Lecce. Mi piace starmene lì e osservare le persone; poi, poco più in là c’è una pescheria, allora ogni tanto mi faccio un giro lì vicino. Guardo i gatti sui davanzali che danno sulla scogliera, entro dentro la pescheria, guardo il pesce (non lo compro mai), osservo i volti segnati dei proprietari. Ritorno nel mio angolo, rifaccio il bagno. Se mi va, aspetto il tramonto e scatto qualche foto (mi piace la fotografia).
Il nome Blumosso da cosa nasce?
“Blumosso” starebbe ad indicare il colore del mare nei giorni in cui è agitato (è una parola che ho inventato io). Partendo da questo presupposto, ho creato un’analogia tra questo colore che esprime uno stato di fatto del mare con l’indole dei testi delle mie canzoni, che quasi nella totalità dei casi parlano di tumulti interiori e guerre personali combattute nel proprio quotidiano.
Tre canzoni indie che non possono mancare in una playlist da ascoltare sotto l’ombrellone?
“Canzoni indie” non saprei. Tre belle canzoni, a mio gusto, sono:
1. Majorana – Colapesce e Dimartino
2. Gioventù Bruciata – Mahmood
3. L’era del cinghiale bianco – Franco Battiato
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