Interessanti le origini di Elisa Maitea Olaizola Elosua, in arte Maitea. In parte basca, la giovane cantautrice è nata e vive tutt’ora a Cles, un piccolo comune immerso nelle montagne trentine. Come molti coetanei e non, Maitea ha le sue insicurezze e non sempre sente di essere nel posto giusto al momento giusto. A differenza di molti, però, ha trovato un modo per esorcizzarle e riderci su: cantarle a suon di ukulele, come nel suo ultimo singolo “Guardare il soffitto”, uscito il 9 settembre. Nel video, una spensierata Maitea è seduta in spiaggia a cantare dubbi ed incertezze, ma accompagnati dalla leggerezza dell’ukulele.
Ciao! Vivo ancora qui, tra le montagne trentine. È dove sono nata, dove ho i miei affetti. Eppure adoro il mare: nell’ultimo video mi ci sono addirittura “teletrasportata”, girando davanti ad una spiaggia in green screen. Però qualcosa mi tiene sempre legata a dove vivo, così come una parte di me è affezionata al mio paese paterno, Zumaia, un piccolo comune dei Paesi Baschi affacciato sull’Atlantico.
Ho avuto l’occasione di aprire i concerti di questi artisti durante alcune edizioni del Festival Spaziozeronove, organizzato dall’associazione “Perché” proprio nel mio paese, a Cles. Di certo conoscere questi artisti da vicino è stata un’opportunità meravigliosa, ma quel che mi è rimasto è soprattutto l’emozione di poter suonare davanti a centinaia di persone. Non capita tutti i giorni di poter salire su un palco e far ascoltare i propri pezzi a così tanta gente.
Mi capita ogni tanto di sentirmi così, forse anche a causa della mia insicurezza: è la sensazione di essere inadeguati, di non trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto. Credo che anche questa sia una cosa che accomuna molte persone.
È uno stimolo a migliorarsi. A volte per farlo dobbiamo spingerci oltre gli ostacoli mentali che noi stessi ci poniamo e smettere per un attimo di pensare di non essere all’altezza.
Entrambe le cose il più delle volte contemporaneamente. Ho un rapporto altalenante con me stessa: come tanti alterno momenti di fugace autostima a momenti in cui sono ipercritica nei miei confronti. L’autoironia del brano (e del video) è forse anche un modo per esorcizzare questa cosa.
Domanda difficile! Ce ne sono tanti, sia italiani che internazionali. Per citarne uno di cui amo molto la sensibilità nella scrittura, sia dal punto di vista musicale che del testo: Niccolò Fabi. Fuori dai confini italiani invece un artista che adoro è John Butler, cantautore e chitarrista australiano.
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