“Devo solo capire meglio come dire tutto quello che ho da dire” (Gabriele Troisi) | Intervista

“Lumache”, uscito l’11 settembre per Futura dischi, è l’ultimo singolo di Gabriele Troisi. In comune con questi piccoli animaletti indifesi però il brano non ha molto. Venuto fuori quasi alla velocità della luce dopo la recente Nonsense, Lumache torna a farci tuffare tra le braccia di un sapiente pianista e a galleggiare sui pensieri e sulla voce del cantautore Irpino.

Un flusso di coscienza che segue la fine di un amore che si porta ancora dietro strascicando i momenti del passato. Non solo di Lumache, ma nell’intervista abbiamo cercato di scavare a fondo nella vita dell’artista irpino, uno per tutti il suo rapporto quasi simbiotico con la musica e l’importanza valore identitario con la sua terra. Scorrete giù per capire di cosa stiamo parlando.

Intervistando Gabriele Troisi

È stato breve il passaggio da Nonsense a Lumache, il tuo ultimo singolo uscito l’11 settembre per Futura dischi. Una canzone che si avvicina molto a una poesia per la lirica e le immagini. Quanto c’è di vero nella consapevolezza che piangere per un amore che muore non serve a nulla?

Poco o nulla. È un po’ falso, è bello piangere.

Si sente ancora l’odore di nuovo del video di Nonsense, il secondo dopo quello di Monelli’s, entrambi girati in un analogico puro. Possiamo annoverarti tra i nostalgici degli anni Novanta?

No, no però sono stato bambino in quegli anni ed il video di Monelli’s è stato girato con la videocamera con cui mio padre filmava le mie recite scolastiche. Si è nostalgici delle cose felici, e quelle le trovo pure nel 2019.

Di retrò o datato invece non ha proprio nulla la freschezza della voce che dà vita a un soul pop, a mio avviso, realizzato davvero bene solo da pochi artisti in Italia. Quali sono stati i tuoi capisaldi musicali che non ti hanno fatto cedere alle grinfie della trap?

In realtà negli ultimi anni ho visto live DPG, Rkomi, Ernia, Speranza, FSK e ascolto abbastanza di quello che viene oggi considerato trap in Italia. Cioè per me Sfera Ebbasta è un caposaldo e amo Tedua. Questo non mi impedisce di ascoltare Mina che canta Il cielo in una stanza a tutto volume con i finestrini abbassati.

Ritornando al video: molte scene sono state girate tra Avellino, Santo Stefano, Cesinali; in poche parole, in Irpinia. Per chi non conosce neanche dove sia collocato nel mondo Avellino, qual è e dove si trova il tuo posto del cuore in Irpinia?

Sinceramente credo sia Solofra, il mio paese, circondato dalle montagne. Una leggendaria quanto falsa etimologia del nome lo fa derivare da “solo fra i monti”. Bello no?

Sabrina Coppola

Tra i tuoi ultimi post hai riportato una frase annotata su un taccuino durante la stesura di Nonsense, la frase dice “cerco gli altri per farli scegliere al posto mio, posto che ci sia qualcosa da scegliere”. C’è stato qualcuno che possiamo ringraziare per averti fatto scegliere di avvicinarti alla musica?

Certo, i miei genitori. Io non ci pensavo proprio, cioè non c’era nessun musicista in famiglia ma mio padre ascoltava tanta musica e lui e mia madre mi chiesero se volessi iniziare lezioni di piano. Avevo 7 anni e un po’ a caso dissi di sì. Poi è facile avvicinarsi alla musica, ma è altrettanto facile scappare, quindi dovete ringraziare le mie insegnanti di pianoforte che non mi hanno fatto scappare e sono state praticamente delle mamme per me.

Una copertina un po naif per Nonsense che può rispecchiare la genuinità della tua musica così come il legame con i bambini. Sappiamo che sei anche un insegnante di piano: qual è l’approccio che usi per far appassionare i tuoi allievi alla musica?

Semplicemente condivido le mie conoscenze e le mie esperienze con i miei alunni e cerco sempre di mettermi nei panni di ognuno di loro. In questo mi aiuto non soltanto ripensando al “me” alunno, ma anche a tutti i miei vecchi compagni di classe, come una sorta di “campionario” umano. E poi li ascolto.

Sabrina Coppola

Si è capito che per questo Ventiventi è impossibile fare dei pronostici e hai detto che non ti piace fare programmi, ma te lo chiedo lo stesso: stai lavorando a qualcosa di più ampio di un singolo?

Non esattamente, ma ci sto pensando. Devo solo capire meglio come dire tutto quello che ho da dire.

Ascolta Gabriele Troisi nella playlist di Indie Italia Magazine