PVTRA: Così ho rotto i vetri del mio cuore | Intervista
Valerio Catalano, in arte PVTRA ha 18 anni ed è nato a Roma, dove vive nel quartiere Pigneto.
Dopo i primi singoli più rap, ha scavato dentro le sue emozioni scoprendo una versione più vicina all’indie grazie alla quale riesce a parlare d’amore.
Il nuovo singolo, “Vetri Rotti” racconta della fine della sua ultima relazione, con tutti quei momenti lontani, sparsi in disordine nel passato, ormai impossibile da rimettere insieme e rivivere.
Questo brano sta andando molto bene, riscuotendo numerosi complimenti, ma PVTRA, ci confida che non ha nessuna intenzione di fermarsi e sta già lavorando a nuove uscite che scopriremo nei prossimi mesi.
E se chiudo gli occhi ripenso a noi, i ricordi morti nelle polaroid.
INTERVISTANDO PVTRA
Qual è lo stile di PVTRA?
Io penso che ognuno abbia il proprio stile o almeno dovrebbe essere così. Il mio stile è influenzato dalla mia vita quotidiana, dal Pigneto, dai miei amici, dal mio cane, dall’amore.
Che cos’è la trap?
Di questi giorni poter dare una definizione alla trap è molto complesso. Ormai si pensa che la trap sia essenzialmente: sesso, droga, soldi, armi.
Io penso che questi 4 argomenti facciano parte della trap, ma solo se sono realtà vissute veramente da chi ne parla.
La trap nasce da un bisogno interiore, da un bisogno di dire qualcosa e sentire la necessità di far arrivare la tua storia a tutti.
Io ho iniziato con la trap, ma dopo aver visto tutta questa gente che fa musica solo per soldi, mi sono detto: “A Valè ma perché devi passare come tutti quelli, trova qualcosa di tuo dove poter dire ciò che senti, ciò che vivi, ciò che provi, ma in modo diverso”
A questo punto mi sono introdotto nel mondo indie dove sono riuscito a trovare ciò che sentivo mi mancasse.
Hai mai rotto un vetro?
Ho sempre avuto un rapporto con l’amore molto particolare. Io penso che sia quella cosa che ti uccide mentre ti tiene in vita.
Una bottiglia se si rompe, puoi provare a ripararla, ma comunque rimane rotta.
L’amore è un vetro rotto, qualcosa che vuoi che sia in un modo, ma purtroppo è rotto e non potrà mai ritornare come prima, non potrai mai più rifletterti dentro di lui come ti ci riflettevi prima.
E quindi, sì , ho rotto un vetro e ancora devo capire che non mi ci potrò mai più rivedere dentro.
In amore cerchi chi è simile a te o preferisci dare ascolto a chi dice che gli opposti si attraggono?
Questa storia degli opposti o di chi è simile penso sia una grande cavolata, due persone in certi aspetti saranno sempre opposte e sempre simili. In amore più cerchi meno trovi, io credo nel colpo di fulmine, nello sguardo che ti entra dentro il petto e ti lega il cuore con del filo spinato facendoti soffrire e facendoti piacere quel dolore. L’amore è un controsenso continuo.
Almeno alla mia età penso che non sarà mai per sempre, forse prima lo pensavo ma adesso non più. Tu ti innamori consapevole che prima o poi tutto finirà e quindi dopo tutta la felicità sai già che dovrai star male, ma il rischio vale la candela.
La mia ultima storia penso sia stata la prima importante, la prima dove ho provato amore, la prima dove ho messo me stesso e dato più di quanto avevo senza nemmeno rimpiangermene. Sono stato benissimo, sono stato malissimo, ma sto al gioco.
Dopo tempo tutto è finito e ancora questa cosa un po’ mi turba, ma non perché io voglia che debba essere per sempre, soltanto perché pensavo che dopo aver dato tutto me stesso e tutta la mia anima per una persona non pensavo che potesse finire.
Che fantasie ti suscita Roma?
Per me l’amore è anche Roma. Io amo la mia città, la amo in ogni difetto e in ogni pregio. Roma in me suscita tristezza e felicità, però quella tristezza bella, quella cupa, con le nuvole, dove devi trovare tu la luce.
Roma è meravigliosa, ogni vicolo è arte, in ogni vicolo trovo ispirazione perché ogni vicolo è stato vissuto ma ancora tanto dovrà vivere. Roma viene chiamata città eterna perché tutti nascono, tutti muoiono, ma nessuno come lei riuscirà mai a rimanere così perfetta e così bella dopo tutto quello che ha passato.
Qual è il significato di “1992”?
Una delle canzoni in cui Roma è stata una delle mie più grandi ispirazioni è “1992”.
Nel 1992 ci fu una crisi e una svolta economica italiana non a dir piccola. Ci furono i primi scandali di mafia, la chiesa corrotta, la politica corrotta e quindi fu un periodo di rottura. Io ho associato questo periodo alla mia scorsa relazione, a cui, come ho detto prima, sono molto legato.
Pochi giorni dopo “1992” scrissi “Notte mai” anche se uscì prima.
“Notte mai” che ricordi nasconde?
“Notte mai” nasconde oscurità, dolore, rabbia, tanta rabbia e soprattutto fame di prendermi tutto ciò che mi merito e anche ciò che non si merita la gente.
In “Notte mai” io rispetto chi lavora, rispetto mio padre che ogni giorno si sveglia alle 6 e torna alle 8 per dare a me e alla sua famiglia un tetto sotto cui stare.
Mia madre si sveglia alle 6 e torna alle 6 per lo stesso motivo.
Rispetto chi si fa il mazzo per i suoi cari e per poter dare a se stessi la vita che hanno sempre sognato.
Scrissi “Notte mai” un pomeriggio di febbraio. Stavo a casa dalla mattina, non stavo passando un bel periodo e mi sono voluto buttare in faccia la realtà.
Stavo in cameretta a 17 anni a piangere e a rimpiangere il passato, non avevo niente nel piatto (inteso come opportunità) oltre che rabbia e dolore. Quel pomeriggio decisi che non sarei andato a dormire finché non avrei scritto qualcosa di vero e così mi sono detto che non sarebbe mai arrivata la notte: “Notte mai”.
Quali trappole deve superare un artista per emergere?
In questo crudo e crudele mondo per un artista emergente di 18 anni come me, sono tanti gli ostacoli e le sfide da superare.
Sono tante le trappole in cui puoi cadere, e finché non ci cadrai almeno una volta non capirai mai come poter non cascarci.
La mia trappola era il passato e il futuro. Volevo diventare ciò che sono già stato, volevo puntare in alto tenendomi legato a terra da un masso e una catena legata nel fondale dell’ Oceano più profondo che esista, volevo essere bianco essendo nero.
Volevo essere PVTRA senza sapere chi fosse Valerio.
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