KIIN: ” La notte” non si ha paura del buio, ma di rimanere soli | Intervista

KIIN: ” La notte” non si ha paura del buio, ma di rimanere soli | Intervista

Giovanni Trischitta e Gianluca Rossi, hanno dato vita a questo progetto KIIN, sfruttando le capacità di scrittura  di uno con la voce dell’altro, combinando così insieme le loro qualità.

Il 30 Ottobre è uscito il primo singolo, “La notte”, una riflessione su quello che succede quando il sole va via e rimaniamo soli al buio con le nostre insicurezze e paure.

Il loro obiettivo è quello di scrivere canzoni soggettive intense, introspettive, che vogliono raggiungere il cuore e la mente di ognuno, fornendo spunti di riflessione sulla vita e sull’amore, sui sogni che spesso rimangono chiusi in un cassetto, per mancanza di tempo o per un destino che spesso costruisce copioni che immaginavamo diversi.

INTERVISTANDO KIIN

Cosa significa la parola KIIN, e come è nato questo progetto?

Ci siamo incontrati nel mondo del lavoro nel 2017. Lavoravamo per la stessa società di informatica. Li scopriamo la reciproca passione per la musica e decidiamo di mettere su un progetto acustico di cover nazionali ed internazionali. Pian piano però capiamo che suonare musica di altri non ci basta più.

Nasce quindi l’idea di mettere insieme le nostre migliori qualità: il canto e la composizione musicale di Giovanni (KIIN) insieme ai testi e la chitarra di Gianluca (JJ).Il progetto si poggia su un frontman completo con al suo fianco il suo amico, autore e chitarrista, fonte di spezzoni di vita reale.

Ed è qui che nasce KIIN. Cercavamo un nome che potesse identificare un artista rispetto alle emozioni che può far nascere nei suoi ascoltatori. KIIN, è una parola giapponese che significa causa. Ci è sembrata subito perfetta per quello che volevamo portare nel mondo della musica. Essere causa e scatenare come effetto il toccare il cuore di chi ci ascolta, fornendogli spunti di riflessione sulla vita e sull’amore, sui sogni che spesso rimangono chiusi in un cassetto, per mancanza di tempo o per un destino che spesso costruisce copioni che immaginavamo diversi.

 È più difficile adattare le parole alla musica o viceversa?

Non ci è mai capitato ad oggi di partire dalla musica. Solitamente partiamo da un testo per arrivare alla composizione finale. Nulla vieta però che un pezzo solo strumentale possa ispirare una nuova storia in futuro. Spesso ci capita di metterci a riflettere su piccole composizioni fatte attraverso la sperimentazione di nuovi suoni, e questo ci piace.

Cosa si deve fare “La notte”?

La notte è “il grande dubbio”. È quel momento dove ci si può ritrovare a riflettere perché tutto rallenta. Hai modo di stare con te stesso.

Si deve cercare di capire l’amore, abbandonandosi ad esso, donando nuova vita ai propri sogni.

 Questo singolo quando e dove è stato scritto?

Tutta la nostra musica parte sempre da un testo. Gianluca scrive in base a frammenti di vita reale. “La notte” nasce come molti testi, che presto saranno pubblicati, durante le sue serate passate ascoltando musica da ogni parte del mondo.  

Poi tutto prende forma. Ci incontriamo, prendiamo il testo e inizio con il piano a dargli vita.

La fase finale è solo un adornare di particolari una storia definita insieme. 

Quali sono i vostri sogni?

Tutti abbiamo dei sogni. Scontato a dirlo, ma sicuramente il nostro più grande è portare la nostra musica il più in alto possibile. La vita può cambiare nel momento in cui si prende una nuova decisione, coerente con quello che più si desidera e soprattutto mettendoci tutto l’impegno possibile. 

Noi abbiamo iniziato a farlo quando siamo partiti con questo progetto.

Avete mai avuto paura del buio?

Non si ha paura del bui, ma di rimanere soli nel buio. Questa paura svanisce quando si capisce che non si sarà mai soli davvero.

Purtroppo, tutti abbiamo prima o poi paura del buio. L’importante e sempre avere vicino persone che ci amano sinceramente.

Social Network e media tendono a isolarci dalla realtà?

I social e i media sono uno strumento. Qualsiasi strumento nelle mani dell’uomo può dare risultati positivi o meno. Dipende dall’uso che se ne fa. Il problema di questi strumenti è che stanno distruggendo le individualità e la stessa cultura individuale a vantaggio di informazioni scarse, massive e prive di fondamento.

Anche la musica sembra essere stata investita da questo pressapochismo sia nella composizione sia nei contenuti. La grande musica è nata anche grazie ad eccessi di artisti che si sono lasciati andare, ma sempre seguendo una scia culturale ben definita. La cultura dei social e dei media purtroppo porta a un nuovo tipo di eccesso.

L’identificazione di se stessi nel mondo reale, rispetto a una idea distorta di se stessi nel mondo virtuale, spesso costruita rispetto seguendo una moda, che a volte nasconde anche molti aspetti distruttivi. Questo scombussolamento delle anime è parte di ciò che vogliamo portare nella nostra musica, scuotendo le persone a mettersi in discussione nella ricerca di ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

L’amore che dubbi porta con sé?

L’amore si basa sul donarsi all’altro. La reciprocità è una condizione fondamentale in una relazione sentimentale.

Se assente diventa dipendenza affettiva, si diventa donatori d’amore in un unico senso.

È qui che nascono i dubbi, mancanza di fiducia e di sapersi donare pienamente. 

Noi vogliamo invece cantare l’amore, quello vero. E per farlo vogliamo raccontarlo partendo proprio da questi momenti fatti di dubbi, di difficoltà, perché si può cadere nella propria vita e commettere degli errori, ma si può sicuramente trovare una soluzione e rialzarsi continuando a credere nei propri sogni.

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