SPZ: “Noi/gli Altri come due facce della stessa medaglia” | Intervista

Andrea Spaziani, in arte SPZ (by Undamento), è l’artista romano ventiseienne che ha incendiato la scena lasciando di stucco i suoi giovani ascoltatori conquistandoli con il suo primo disco intitolato “Noi/Gli Altri”, pubblicato il 29 gennaio scorso.

Questo progetto dream-pop incorpora otto tracce che, oltre a prevedere dei testi che lasciano parecchi spunti di riflessione, fondono un sound sperimentale a degli accordi synth facendo vagare la mente in un universo costellato di leggerezza a suon di chitarra e sinfonie elettroniche.

INTERVISTANDO SPZ

Chi è SPZ?

Ciao sono Andrea, ho 26 anni e vivo da sempre a Roma, faccio musica.

Qual è l’idea racchiusa dentro al tuo nuovo progetto “Noi/Gli Altri”? E a cosa fa riferimento in particolare questo divario tra i due elementi?

L’idea madre è quella che le nostre identità sono mediate e costruite insieme agli altri. Questo significa che non possiamo prescindere dal rapporto con gli altri e viceversa. Per queste mie credenze allora vedo noi/gli altri, come le due facce della stessa medaglia, sia inteso come differenti persone, sia come differenti persone che convivono nello stesso individuo. Alla fine ciò che mi interessava comunicare è che per me sia molto importante avere sempre un confronto con ciò che ci circonda e con ciò che alberga in noi.

In questo tuo primo album ufficiale ogni brano raggruppa concetti semplici ma d’effetto, spesso ripetuti per rafforzarne il significato.

Qual è il messaggio che vuoi far passare attraverso questa modalità di espressione e che ruolo hanno la fantasia e l’immaginazione per la scrittura delle tracce?

La ripetizione è abbastanza frequente nel mio modo di scrivere, questo sia per “drammaticizzare” i contenuti, sia per una questione puramente stilistica; mi piace infatti scrivere delle frasi uguali e cambiarne magari una sola parola per stravolgerne il significato. Ad esempio, “ ho paura di guardarMI in fondo… Ho paura di guardarTI in fondo”. Inoltre, per quanto riguarda la fantasia, mi lascio andare a ruota libera, ma anche le parti di testo più “strane” hanno per me senso. Ho un modo di scrivere molto personale che non è pensato per essere comprensibile a tutti, per questo motivo ci sono un sacco di metafore sparse qua e là che probabilmente capisco solo  io.

Com’è nata la collaborazione con See Maw e Voodo Kid in “Vuoti-Insieme”, nonché unico featuring presente nell’album?

Il merito va principalmente a Grooviglio (oltra che a See Maw e Voodo Kid ovviamente). Infatti quest’estate ci siamo ritrovati in una splendida cascina toscana nei pressi di Volterra, nella quale Grooviglio ha organizzato una sorta di camp musicale dove hanno partecipato tutti gli artisti del suo roaster. Da cosa nasce cosa e immersi nella natura ci è uscito fuori questo pezzo che alla fine ho deciso di inserire nel disco.

“Noi/Gli Altri” è la track-title del tuo progetto e parla di quanto spesso ci sentiamo “inquinati” dal male commesso dagli altri, ma anche del bene che a volte ci fanno le persone. Qual è stato il pensiero che ti ha portato a scegliere di scrivere un brano che incentrasse i suoi contenuti sull’influenza degli Altri su di Noi?

Ho voluto riportare l’attenzione sul nostro rapporto con gli “altri”, perchè sono questi rapporti che costituiscono il nostro mondo. Vorrei che questo aspetto non fosse inteso solo come conflittuale, ma al contrario volevo ricordare che siamo tutti uguali e così come si dovrebbe rispettare sé stessi, allora si devono rispettare anche gli altri e chi è diverso da noi.

Come ti collochi da un punto di vista musicale? E quali sono le tue maggiori influenze?

Non voglio collocarmi da un punto di vista musicale, perché sento tanta musica di generi diversi e perché mi piace mischiare la musica che mi influenza senza dovermi chiudere in dei confini etichettabili.

Per concludere, ascoltando l’intero album la sensazione è stata come quella di intraprendere un viaggio nel suono al ritmo di melodie psichedeliche e sperimentali all’interno di uno spazio indefinito. Si può dire che questo facesse parte delle finalità del tuo progetto?

Sì, l’idea del progetto era quella di esprimermi liberamente senza dover rispettare nessun canone preimposto, penso che questo si senta e ne sono contento.