Antonio Il Grande può sembrare un soprannome, ma in realtà è il vero nome di Aigì, cantautore calabrese classe 97′.
La sua musica è intima, profondamente introspettiva e per questo quasi esistenziale, caratterizzata
da testi di forte impatto emotivo e sonorità indie pop. Il pianoforte insieme ai sinth e alle drum machine traducono metricamente la sua dimensione interiore.
Notte sul pianeta terra è il primo singolo pubblicato come Aigì e vuole essere un messaggio pieno di speranza.
In questo periodo tra pandemia ed emergenza climatica, il mondo nel quale abitiamo sta attraversando un periodo difficile, ma presto arriveranno tempi migliori.
Adesso ci sentiamo impotenti, viviamo nella paura e siamo vittime dell’incertezza, ma questo momento è destinato a finire e l’umanità potrà cogliere quest’occasione per rinascere.
Il mio cognome credo crei un po’ di allarmismo, almeno all’inizio. Chi lo sente nel 99% dei casi pensa che sia un esaltato. Scherzi a parte, sentivo il bisogno di trovare una firma diversa per la creazione musicale, perché oltre alle canzoni mi piace scrivere romanzi. Ho voluto separare le due cose, insomma.
Questo nuovo progetto nasce dall’intenzione di creare un microcosmo a parte, in cui testi, musica e produzione siano frutto di una ricerca che mi porti ai margini dell’indie, del pop e dell’elettronica. Insomma, un modo diverso di concepire il cantautorato.
Certamente. In una canzone scrivo: è inutile fermarsi per la strada per cercare di capire qualcosa che nessuno mai nei secoli è riuscito a scoprire. Ma non credo che questo sia un limite, anzi: ci dà lo slancio verso l’infinito. E mi piace pensare che le canzoni siano anche un mezzo per cercare delle risposte.
Quello che stiamo vivendo è qualcosa di simile. Il senso di impotenza, l’incertezza dilagante e la paura credo siano gli stessi che pervadono gli animi di chi vive una guerra. “Notte sul pianeta terra” li contiene tutti e tre, ma non manca la forza della speranza, perché, nonostante tutto, torneranno le luci. La fine della guerra arriverà.
D’estate. Sembrerà banale, ma per la “gente di mare” come me l’estate non è una semplice stagione: è una vera e propria rinascita spirituale. Anche se vivo a Firenze per la maggior parte dell’anno, tornare a Tropea rappresenta per me una rigenerazione.
Nel pieno freddo dell’inverno, ho voglia di un bel bagno nel mare cristallino della mia città, di rivedere la mia famiglia e gli amici di una vita, di starmene sotto l’ombrellone e non pensare a niente.
Ne parlo nell’ultima canzone che ho scritto.
In fondo, “L’uomo sulla spiaggia” non è distante da chi si sente in mare aperto. In un momento così delicato credo che siamo tutti uomini e donne sulla spiaggia. L’importante è non dimenticarsi che ogni momento, sia storico che umano, ha le sue fasi, e che dopo la crisi c’è sempre la rinascita.
Sicuramente gli sforzi in tal senso, anche da parte di colossi aziendali, sono sempre maggiori rispetto al passato. Non sono altrettanto sicuro che l’emergenza ecologica sia veramente prioritaria, al giorno d’oggi. Qualcuno direbbe: “Un problema per volta”, ma credo sia solo questione di volontà politica e personale. Affrontare una difficoltà non ci impedisce di gettare le basi per evitarne altre.
Ovviamente ogni settore ha i suoi luoghi comuni. Oppure semplicemente quelli avvistati sono dei vampiri.
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