Sono solo canzoni | Indie Tales
Siamo sicuri che ciò che non ti uccide ti fortifichi? Io mi sento molto più fragile, impotente e in gabbia. Parlo del 2020, del covid e di tutta questa roba strana che ci è capitata.
Nessun proverbio sul “male” si addice a questa situazione, nemmeno il caro vecchio “mal comune mezzo gaudio”. È vero, siamo tutti sulla stessa barca, ma anche sti cazzi.
Sono chiuso, ho pochi amici. Davvero pochi. E una ragazza che si chiama Denise. So di essere molto più fortunato della media e che tante persone non hanno nessuno, ma per qualche motivo non riesco ad essere grato di ciò che ho.
Sono sempre stato così, ho sempre trovato più facile lamentarmi e concentrarmi su quello che mi manca. Questo aspetto della mia personalità è stato ovviamente accentuato dalla situazione di lockdown e privazioni varie.
A volte penso che Denise si stancherà di me. Ogni volta che cerca di farmi ridere mostrandomi video divertenti o cose così rispondo in maniera cinica e lo vedo. Vedo che ci rimane male, che le dispiace non essere riuscita a sollevarmi il morale neanche quella volta.
Lei sostiene che il lato positivo di tutta questa faccenda del covid sia il fatto che, anche se non ce ne rendiamo conto, siamo cresciuti. Io non mi sento affatto cresciuto, anzi. O forse sì, ma non certo per la pandemia. Non gliela voglio dare questa soddisfazione a quel virus di merda. Non ha portato che morte, depressioni e sacrifici. Lo odio.
Denise dice che tutto l’odio che provo potrebbe trasformarsi in grinta e voglia di fare. Invece me ne sto lì, passivo e incazzato col mondo. Non rido, non parlo, non condivido nulla.
Mi sento spento ma con duemila paranoie al secondo. So che il vento non si può fermare, che le onde continueranno ad esserci sempre e che bisogna dare tempo al tempo. Lo so, lo so, lo so. Ma la pratica è diversa dalla teoria, posso anche svegliarmi con le migliori intenzioni, ma subito dopo le ansie, le pare, la rabbia e la tristezza si rifanno vive in me, e allora preferisco non fingere, a costo di mandare all’aria la mia vita e le mie relazioni con le persone.
Denise è una di quelle persone che coglie ogni occasione per essere felice. Si torna in zona gialla? Si va a pranzo fuori. C’è il coprifuoco alle 22? Ceno presto dalla mia amica per fare due chiacchiere. La invidio perché io non sono così. Nel 2021 si potranno anche vedere altri umani oltre i nostri congiunti, ma io non vedo nessuno. Denise dice che è solo una ripicca nei confronti di me stesso, ma è un gioco che non voglio fare quello dei colori, degli orari e dei quarti d’ora in più passati con un amico.
La città sembra un’enorme prigione in cui le case sono celle e le strade i luoghi per l’ora d’aria.
Come ogni sfogo, anche questo è esagerato, violento e fine a se stesso. Nella vita di tutti i giorni cerco di contenere gli impulsi, respirare più del dovuto e non far trasparire l’odio. So che crescerò, ma per ora sto “bene” dove sono.
Racconto liberamente ispirato al brano “Sono solo canzoni” di Dannywhite