Le zampe di Zoe sono Edoardo ed Elisa e vengono da Bologna e con il loro ep d’esordio “Casa”, ci aprono le porte di un mondo che vive in bilico tra leggerezza e disagio esistenziale. I temi sociali presenti nelle varie canzoni, trattati diversamente potevano risultare facilmente stucchevoli, ma grazie al loro approccio sincero e semplice diventano quasi famigliari.
“Casa” non è solo un luogo fisico, anzi potremmo definirla meglio come quella sensazione che ci permette di essere in pace con noi stessi accettando pregi e difetti del nostro essere.
Inconsapevolmente si arriva persino a ridere di un malessere generalizzato e sempre più diffuso, grazie alla capacità e il coraggio di affrontare i problemi a viso aperto, senza fermarsi davanti a paure o inutili ansie.
La realizzazione di questo progetto, reso possibile anche dall’iniziativa promossa da regione Emilia- Romagna e Trasporti Eccezionali è inoltre un ottimo esempio, che il talento può emergere anche in tempi difficili e che l’arte può essere un ancora di salvezza alla quale non si dovrebbe rinunciare mai.
Il nome della nostra band, Le zampe di Zoe è nato pensando al significato che diamo noi alle nostre canzoni, come se fossero effettivamente i nostri figli. Zoe infatti, è il nome che un giorno Elisa vorrebbe dare a sua figlia. Fare canzoni, pensarle, arrangiarle, dare loro un significato, ha sempre creato in noi un legame fortissimo con i nostri “figli”. Le zampe invece, siamo noi. Siamo le gambe che procedono in avanti, che segnano il percorso della band e la crescita progressiva di Zoe.
Effettivamente dentro “Sacchetto” ci sono un sacco di emozioni che abbiamo riversato dentro il testo al fine di togliercele di dosso. Innegabile è la malinconia che abbiamo provato a sotterrare sotto una chitarra pungente e frizzante, ma il titolo poi tradisce e come argutamente avete intuito, è proprio questa la funzione della canzone. Dovrebbe curarci, toglierci i mali, le emozioni che non vorremmo più ricordare, perciò si può raccogliere il tutto nella macro – categoria dei sentimenti non voluti ed esiliati dal nostro corpo grazie alla musica.
“Casa” è fatta di persone dice il testo. Diversamente dall’immagine concreta e massiccia di quattro mura che sorreggono un tetto, “Casa”’ assume il reale significato di “status personale”, ovvero la persona che abbiamo scelto di essere, di costruire, dove le mura sono fatte dalle persone e dalle esperienze che ci condiscono la vita. Essere a casa significa prendere coscienza delle persone che siamo diventati. Per citare qualcuno di più saggio, è il principio del nosce te ipsum, conosci te stesso.
Sentirci incompresi? Chi si è mai sentito totalmente compreso per davvero nella vita? La vostra domanda comunque, la possiamo reputare totalmente comprensibile: l’album che abbiamo pubblicato ‘Casa’ parla di incomprensione di tante tematiche.
Incomprensione verso il futuro, verso il diventare adulti (che dovremmo già essere, ma che non saremo mai). Incomprensione verso una storia che non si vuole finire. Incomprensione verso chi è al di fuori di noi, delle altre generazioni e degli schemi sociali che ci vorrebbero in una bella scatola etichettata. Incomprensione, come nel caso della canzone “Pia”, che vede protagonista una bambina ed un suo piccolo difetto, la dislessia, che la vede costretta a subire un mondo per lei sbagliato. Senza l’incomprensione non ci sentiremmo “diversi” verso tutte quelle cose, persone ed eventi che hanno segnato la nascita di queste canzoni. Possiamo rispondere quindi alla vostra domanda con un bel “sì”, aggiungendo, per fortuna.
I film d’autore sono un rimando al nostro primo demo “Cinema Lumière”, uscito ormai due anni fa. Hiroshima Mon Amour è sicuramente un film da consigliarvi, in quanto un frame di questo meraviglioso film è stato anche protagonista della copertina del singolo “Cinema Lumière”. Attenendoci però più nello specifico alla vostra domanda, un film che ci sentiamo di consigliarvi e che ci ha tenuto compagnia durante il lockdown è La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock.
Erica è la nostra Zeno Cosìni de La coscienza di Zeno. È la nostra inetta vincente, come inetti ci sentiamo tutti di fronte a una vita sempre più dura da affrontare, che offre sempre troppe possibilità e mai una certezza. Erica, in quanto inetta, sbaglia, fa i suoi errori e tutto ciò le è concesso al punto di trovare una svolta vitale in un di questi errori.
Erica vince l’inettitudine e ne fa un punto di forza. Erica è tutti noi.
Di solito sotto la doccia tendiamo a pensare a cose semplici, realizzabili e raggiungibili. È nel buio della notte che focalizziamo meglio i sogni e tra questi, negli ultimi anni, c’è sicuramente quello di trovare una strada attraverso la musica, mondo fin troppo vacuo è incerto. Cerchiamo sempre la nostra CASA.
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