The Foolish Wise

The Foolish Wise Man: “La musica tra follia e saggezza” | Intervista

The Foolish Wise Man, pseudonimo di Luca Sigismondi, e’ un cantautore Abruzzese. Milanese di adozione, svolge la sua attività artistica tra la città meneghina e la sua terra natale a cui è molto legato. Con alle spalle esperienze in band della scena abruzzese e lombarda nelle vesti di autore, chitarrista e cantante, ha esplorato diversi generi musicali spaziando dall’alternative rock all’hard funk.

Dal 2015 porta avanti un progetto inedito solista in lingua inglese che affonda le sue radici nelle sonorità dell’indie-folk, del folk rock e dell’indie rock. The Foolish Wise Man pubblica nell’Aprile del 2020 il suo EP d’esordio dal titolo Midsummer Night’s Dream. I quattro brani presenti nell’EP, di cui è autore, interprete e produttore, sono stati registrati con la collaborazione ed il supporto di Bodacious Collective.

INTERVISTANDO THE FOOLISH WISE MAN

Hai iniziato la scrittura dei brani che compongono “Midsummer Night’s Dream” nel 2016 ma li hai pubblicati solo quattro anni dopo. Cosa ti ha spinto a dare alla luce queste canzoni?

L’esigenza di comunicare è stato il motore sia per scrivere, registrare e poi finalmente pubblicare nel 2020 questo EP. E’ stato un processo lungo fatto anche di dubbi, di interruzioni di percorso, ma la realizzazione di questo mini-album è stata un’esperienza molto formativa per me e riuscire a pubblicarlo è stato un premio alla costanza messa in questi anni e al duro lavoro fatto per realizzarlo. Devo dire che sono molto soddisfatto del risultato. E’ la mia prima esperienza in studio con il progetto The Foolish Wise Man e spero di farlo conoscere al maggior numero di persone e finalmente portarlo live non appena si potrà di nuovo suonare dal vivo.

Come è nato questo amore per il folk di stampo tipicamente americano? Quali dischi consiglieresti ai nostri lettori per entrare ancora di più nel tuo mondo?

Più che un amore è stato un ritorno di fiamma. Dopo aver esplorato diversi generi musicali spaziando dall’alternative rock all’hard funk, sono tornato alle origini, cioè a quegli ascolti che mi hanno fatto innamorare della musica, come Bob Dylan, Nick Drake, Eddie Vedder, Ben Harper.

Questo riavvicinamento nasce qualche anno fa nell’incontro con il Voice Building Method. Si tratta di un metodo didattico di formazione vocale che è stato per me un momento di svolta importante. Mi ha permesso di riscoprire la mia voce, liberandomi da sovrastrutture che avevo costruito nel tempo, e tirando fuori quel suono che ora sento rappresentarmi in modo sincero e credibile.

Questa “esplorazione” e “ritorno” a me e al mio suono mi ha riportato anche a livello musicale dove è nato il mio amore per la musica. Dischi consigliati per entrare nel mio mondo direi sicuramente (ne metto un pò) The Wild Hunt di The Tallest Man On Earth, Down the Way di Angus & Julia Stone, Delta dei Mumford & Sons, XX degli The XX, Work It Out di Lucy Rose e poi tutta la discografia di Bon Iver, che è un grande!

Altri cantautori italiani hanno scelto la strada dell’inglese per potersi esprimere al meglio. Tu hai mai pensato di provare a scrivere in Italiano?

Sì, tentato più volte, ma credo che l’italiano aggiunga complessità non necessaria al tipo di idea che c’è dietro al mio progetto, dove la centralità anche a livello compositivo rimane per me la musica, mentre nei testi cerco di essere sempre semplice e diretto. Ad ogni modo sto lavorando su alcuni brani in Italiano, ma molto probabilmente saranno proposti ad altri artisti.

Nell’ultimo anno, soprattutto i musicisti attivi live, sono stati colpiti duramente. Tu come hai sfruttato questo momento di stallo?

È stata ed è ancora una situazione molto complessa, ma resto positivo per il futuro. Per questo credo di non aver mai studiato, esplorato e creato tanto come in questo periodo. Non appena sarà possibile c’è in me tanta voglia di portare live i brani di questo EP. Ho approfittato per ripensare i miei live ed anche ri-arrangiare per questi alcune cover che spero troverete interessanti. Inoltre, sono nati in questi mesi molte nuove canzoni, quindi credo che dopo l’obiettivo di promuovere questo EP il prossimo sarà di tornare in studio per portare alla luce un secondo lavoro.

Raccontaci di più riguardo il tuo processo compositivo: cosa ti ispira, come scrivi le canzoni, cosa vuoi raccontare?

Nelle mie canzoni è la musica che fa da traino a livello creativo e comunicativo. Infatti, sul piano compositivo nasce sempre prima l’idea musicale, spesso un giro di accordi o un riff sulla mia chitarra acustica. Da qui nasce l’ispirazione, un mood che evoca “parole” (per lo più in lingua inglese) che costruiscono la base della storia che poi viene sviluppata in ogni canzone. Nelle quattro tracce dell’EP mi sono ritrovato a riflettere su temi quali lo scorrere della vita, l’amore, l’immutabilità dell’ordine delle cose. Cerco sempre di dare a me stesso e agli altri un messaggio di speranza, anche sotto quel velo di malinconia che mi accorgo rimanere sempre nella mia scrittura.

Se potessi scegliere un artista internazionale ed uno italiano con cui duettare, chi sarebbero? E perchè?

A livello internazionale è da un po’ che sono appassionato a RY X, un cantautore australiano con un sound che mixa indie-folk ed elettronica, davvero di grande gusto e che mi intriga parecchio. Mentre a livello italiano, anche per rimanere in lingua inglese, mi piacerebbe duettare con AnyOther. Trovo abbia arrangiamenti molto curati e mai banali, oltre ad una voce pazzesca ed un’energia incredibile (l’ho vista più volte dal vivo).

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