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“Nostralgia” tra critica sociale, semantica e sensibilità | Recensione del nuovo album dei Coma_Cose

Di Ottavio Di Paola

Dopo la partecipazione alla 71 edizione del Festival di Sanremo, dove hanno gareggiato con il brano “Fiamme negli occhi”,  i Coma_Cose hanno rilasciato il 16 aprile il loro secondo album ufficiale “Nostralgia”, pubblicato per Asian Fake/Sony Music e prodotto dai Mamakass.

Il duo nasce da Fausto Lama e Francesca, in arte California. Insieme hanno dato vita ai “Coma_Come”, progetto nato per gioco tra due commessi dello stesso negozio. Lui, Fausto Zanardelli, in arte Fausto Lama, classe ’81 si era inizialmente lanciato nel mondo musicale con l’appellativo di “Edipo”; dopo vari progetti nel 2017 incontra California è decidono di continuare l’avventura musicale insieme. Lei, Francesca in arte California, pordenonese di origine e trapiantata a Milano, nasce come DJ’ di techno e drum’n’bass.

Dall’incontro in ambito lavorativo, nasce il progetto musicale “Coma_Come” il quale, grazie al potenziale esplosivo della musica e delle parole, viene notato dall’etichetta discografia AsianFake. La prima canzone scritta e pubblicata risale al 23 febbraio 2017, quando su YouTube appare “Cannibalismo”, brano intenso e provocatorio che offre spunti di riflessione sulla società moderna.

LA RECENSIONE  DI “NOSTRALGIA” , IL NUOVO ALBUM DEI COMA_COSE TRACCIA PER TRACCIA

Ma passiamo al nuovo album, “Nostralgia”. Composto da sette tracce e uno skit finale. Il titolo è frutto di un fantasioso gioco di parole, marchio di fabbrica della coppia. L’album si differenzia rispetto ai lavori passati per il progressivo abbandono alle metriche “rappate” per intraprendere un percorso più sperimentale lasciando così più spazio al cantato.

Il disco si apre con “Mille Tempeste”, traccia dall’atmosfera distorta e quasi psichedelica che fa da cornice al cantato il quale parla di un mondo sospeso nel mezzo di mille tempeste.

Seconda traccia, “La Canzone Dei Lupi”, pezzo caratterizzato da una base “soft”, ma allo stesso tempo decisa. “Tutto si addomestica e tutto si disintegra, tranne i lupi e noi”, ad esaltare la libertà dei due quasi a paragonarla a quella dei lupi.

Terza traccia, “Discoteche Abbondonate”, brano fotografia del momento che stiamo vivendo, delle cattedrali dello svago e del divertimento in totale abbondano. Il brano è caratterizzato da sintetizzatori drum’n’bass.

La Quarta è la traccia sanremese “Fiamme negli Occhi”, si tratta di una ballad a tutti gli effetti, costituita da un testo “leggero” e un arrangiamento pop.

Quinto brano, “Novantasei”, brano strutturato su “fondamenta” rock/grunge, in cui i due artisti cantano e ripercorrono ricordi di un amore ormai passato, del quale si percepiscono i sogni e le malinconie pregresse.

Il Sesto ed ultimo brano, “Zombie al Carrefour”, di tipo riflessivo e introspettivo. Racconta l’adrenalina da fine serata che si trasforma in domande e senso di colpa tra gli scaffali di un supermercato 24h.

Nei testi dei Coma Cose c’è un po’ di Milano, un po’ di critica sociale e un po’ di semantica che non ha la pretesa di essere interpretata e capita, ma che cela una spiccata sensibilità e intelligenza. Nelle sonorità individuiamo tracce di cantautorato e di hip hop. I Coma Cose sfruttano una tecnica impeccabile per mettere la loro musica al servizio di un’arte che non per forza ha bisogno di seguire i trend.

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