Frego: “Volevo Dirti” è l’inizio di un nuovo progetto | Intervista
Frego presenta il suo nuovo singolo “Volevo dirti” prodotto e mixato da Mameli, prima uscita un progetto più grande di cui parleremo in futuro. Il brano è accompagnato da un videoclip già online diretto da Fabrizio Castrignano.
Tutto nasce dall’unione delle due anime che convivono all’interno del cantautore e che convivono a fatica, come lo stesso Frego ammette. Quello che ne è uscito fuori è una sintesi tra il rap e l’indie. Tra i testi e la melodia.
Il filo conduttore di tutto il progetto è l’amore e nelle tracce vengono raccontate storie che lo riguardano più o meno da vicino. A volte si soffre, a volte si fa festa, a volte si sta soli e si riflette. Tutte queste emozioni sono rappresentate dai colori che contraddistinguono ogni traccia per formare alla fine un arcobaleno di colori.
INTERVISTANDO FREGO
Parlaci del tuo nuovo brano “Volevo dirti”: com’è nato, come si è evoluto e di cosa parla?
Come sa chi mi segue da più tempo negli anni mi sono evoluto molto sperimentando vari stili sia musicali che di scrittura e per scrivere un disco ci vuole una direzione molto precisa che credo di aver raggiunto solo ora. “Volevo dirti”, il singolo che è uscito da poco è l’inizio di un percorso che porterà a un progetto, non un album, quello spero un giorno di farlo e di farlo col botto, però…
Come nasce la tua passione per la musica e per la scrittura?
È nata per prima la passione per la scrittura. Da bambino ho iniziato scrivendo poesie. All’inizio per mia madre alla quale sono molto legato e poi crescendo alle varie fidanzatine fino a poi spaziare sulle più disparate tematiche. A un certo punto però ho capito che quelle parole che mettevo in rima e in metrica potevano essere associate alla musica e da lì ho iniziato a unire le due cose. Per questo motivo non mi sono approcciato alla musica come cantante (nel senso melodico del termine) ma come rapper.
Per me le parole sono importantissime e solo dopo anni a fare pezzi rap ho iniziato a inserire la melodia nella mia voce. È stata una scoperta e un’evoluzione che mi ha aperto tanti scenari nuovi che non conoscevo e mi ha portato fino a qui. Ora posso dire di essere riuscito a fondere il rap e il melodico in una sintesi che esalta l’una le caratteristiche dell’altro.
Parlaci delle due anime che convivono in te e che danno il via al progetto Frego.
In generale sento di avere una divisione netta nella mia testa. Una parte è molto fredda, razionale e troppo realista. L’altra invece è quella dell’inguaribile sognatore, di chi ci prova anche se non ha senso, istintiva nel fare ciò che in quel momento pensi ti possa fare stare bene anche se consapevole che non sarà così il giorno dopo. Ecco questo si riflette molto nella mia musica in cui però cerco di farle convivere. In particolare di solito scrivo preso dall’impeto della mia parte più sognatrice, più libera dai paletti e dai vincoli.
Poi lascio “riposare” il testo per un po’ come una torta sul davanzale nei cartoni animati e in un momento di razionalità lo riprendo in mano e facendo autocritica togliendo tutti i voli pindarici eccessivi. Poi va beh, tutta la parte dei pezzi scritti e registrati per gioco in cui sfogo la mia parte più cattiva e truce rimarranno per sempre nei miei hard disk.
Qual è il mood e la location ideale per ascoltare la tua musica?
Diciamo che se hai un cuore spezzato e se sei un irriducibile nostalgico e romantico sei nel mood di vita ideale per ascoltare Frego. Sul letto, la sera con le cuffiette nelle orecchie prima di dormire oppure in treno partendo per un viaggio. Sorseggiando una tazza di thè guardando la pioggia fuori dalla finestra oppure in una spiaggia deserta mentre fissi il sole che si nasconde tra le onde. In generale, il mio obbiettivo più grande è riuscire a regalare a tutti il pezzo giusto per ogni momento della vita.
Per me la mia musica è un arcobaleno di colori, ogni tanto ci si concentra sui colori caldi, ogni tanto su quelli freddi e ogni tanto si ha solo bisogno di vederli tutti insieme. La cosa che li accomuna tutti però è la nostalgia e un pizzico di struggle che però possono essere raccontati in mille modi e stili musicali differenti.