New Indie Italia Music Week #71

Dimentichiamo il caldo tropicale di questa ultima settimana di giugno immergendoci nel fresco ritmo delle nuove uscite della settimana: la musica misura la nostra temperatura interiore senza sbagliare mai!

“E il vento caldo dell’estate. Mi sta portando via la fine. La fine, la fine. Così senza un motivo. Non puoi dimenticarr. Tutto a un tratto, così.Che scherzi gioca il caldo”

(Il vento caldo dell’estate – Alice)

Scopriamo i migliori brani e i migliori album della settimana selezionati dai nostri editor Alessandra, Salvatore, Nicolò, Pantaleo, Vernante, Ilaria, Sara, Benedetta, Elena e Filippo!

 

Disonore (Album)

Non conoscevo Helle prima di quest’ultimo album e ancora continuo a domandarmi il come mai non l’abbia scoperta prima.
Disonore mi ha piacevolmente colpito nella sua interezza, un album che parla (o per meglio dire canta) in modo libero, schietto, gettandoci in faccia l’esasperazione nel quasi essere obbligati a dover sempre dare una visione distorta di se stessi per accontentare gli altri.

Liberarsi da ogni schema, da ogni maschera ed essere pienamente se stessi. Un sound auto prodotto alla grande che ricorda tantissimo gli anni ‘80, epoca tra l’altro azzeccata, poiché periodo d’eccellenza della lotta per l’emancipazione femminile e dell’autoaffermazione.

(Filippo Micalizzi)

Helle: 9

 

Acqua e Sete

La voce di Rosita arriva dalle prime note come una scheggia di cristallo e ci presenta il suo nuovo singolo: “Acqua e Sete”. Un brano che non coinvolge solo l’udito, ma sa creare giochi di luce, anche grazie alla produzione del mitico Sup Nasa, che ha saputo dare forza e ritmo alla melodia delicata.

La cantante classe 1999 ci trasporta nel blu oltremare e ci parla di ciò che ultimamente è stato messo più alla prova: le relazioni. L’incontro con l’altro diventa nelle parole del testo un momento sacro, unica possibilità per uscire dall’aridità della vita quotidiana. Tuffiamoci nell’ascolto.

(Vernante Pallotti)

Rosita Brucoli: 8

 

L’estate fa schifo

Basta ascoltare la radio per un po’, sotto la doccia o facendo un giro in auto, per notare la malsana tendenza di quest’anno: tutti gli artisti a rincorrere la hit dell’estate. Sarà una reazione all’inverno maledetto appena trascorso? Oppure una triste conferma che il mondo musicale ruota attorno ai numeri di Spotify? Non importa.

Quello che conta è che Lemandorle con il loro nuovo singolo hanno deciso di andare controcorrente, creando l’anti-hit estiva: “L’estate fa schifo”. Il ritmo c’è, il ritornello che rimane impresso pure, ma i topoi dei tormentoni vengono stravolti, lasciando spazio a citazioni a cinema e filosofia. “Portami con te nella giungla di Rousseau. Con i pugni in tasca”. Da ascoltare con la cassa bluetooth spaparanzati in piscina su un gonfiabile a forma di avocado.

(Vernante Pallotti)

Lemandorle: 7,5

 

Muovere maree

Gulino torna con un nuovo singolo dopo Urlo gigante, primo album da solista seguito ai 15 anni nei Marta sui tubi. Il brano “Muovere maree” è il preludio al nuovo lavoro e si presenta come una ballad chitarra e voce molto suggestiva e onirica.

Il testo è basato sull’amore tra sole e luna, archetipi di maschile e femminile, i quali danzano sfiorandosi in un ciclo che li rende intrinsecamente legati. Non è un caso che il brano sia uscito proprio nel giorno più lungo dell’anno, ovvero il solstizio d’estate.

Gulino gioca con queste immagini celestiali per indagare i sentimenti umani rimarcando per certi versi un rapporto tra uomo e creato.
Chitarra di una delicatezza emozionante e voce sempre ben calibrata e precisa. Un brano breve ma intenso che mette un sacco di curiosità per l’imminente disco.

(Pantaleo Romano)

Gulino: 8

 

Senza deluderti

E se la realtà corrisponde alle speranze trasformando quella che doveva essere la nostra delusione in forza, in punto di partenza? “Sei una pioggia lontana che distrugge le dighe dell’anima e nemmeno mi sfiora”.

C’è una linea sottile tra il soffrire e l’amare che ci porta a fare un passo verso il nostro io, un gesto di cui non dobbiamo avere alcuna vergona perché ormai “sei la foschia del mattino” che annebbia la giornata che si prepara però a risplendere.

“Io non mi butto giù” e tu?

(Alessandra Ferrara)

Fask Animals and Slow Kids: 9

 

Succhino

“Un’emozione imprendibile” ci coglie di sorpresa con un effetto bilaterale: ci sentiamo allo stesso tempo invincibili, ma nostalgici. Siamo consapevoli che la sua durata è minima “e tu mi prendi e capovolgi come un succhino, mi sbatti a piacimento tanto sorrido”. Ci facciamo, infatti, travolgere inermi.

La fugacità di quel momento ha un effetto potente e quasi immortale: “ho delle cose da dire, ho delle cose da vivere, dammi da scrivere”.

Godiamoci la magica dell’attimo!

(Alessandra Ferrara)

Gente feat Marchettini: 8-

 

Serate toste

A chi non mancano quelle “Serate toste” di brindisi con occhi estranei, di “foto mosse”, di corpi che ondeggiano insieme, di spensieratezza? Tanti di noi non aspettano altro che il ritorno ad una nuova normalità, dove la parola divertirsi non faccia più paura.

“Aspetta un attimo, rallenta il battito, viviamo tempi folli nemmeno mi conosci”.

Se fino ad adesso poteva essere solo un sogno, presto torneremo a quelle serate che tanto abbiamo atteso. Che il countdown inizi!

(Alessandra Ferrara)

Giuse The Lizia: 8,5

 

Palombaro

Quante volte dobbiamo sentire i giudizi e i consigli degli altri contro la nostra volontà? Purtroppo parecchie anche se fingiamo di essere palombari immersi nel mare profondo mentre  annuiamo con una certa sicurezza, mentre la nostra mente cerca di non affogare dentro pensieri non richiesti.

Questa canzone è da ascoltare bevendo un aperitivo su un lettino in mezzo ad un isola deserto, come giusto premio per aver vissuto un anno di troppe parole e soluzioni che sappiamo benissimo che non prenderemo mai in considerazione.

(Nicolò Granone)

Gregorio Sanchez: 7,5

 

Voglio solo stare fuori all’aria aperta

Voglio stare solo Voglio solo stare fuori a mente aperta Voglio solo stare fuori all’aria aperta Voglio stare fuori … e poi finiamo la serata stesi sul divano addormentandoci prima delle 10.

Ecco i buoni propositi di una generazione che ha paura di rischiare di rincorrere i propri sogni, spendendo tante belle parole invece dei fatti.

Ma adesso vaffanculo, godiamoci l’estate e poi quel che sarà sarà!

(Nicolò Granone)

Dellacasa maldive: 7 +

 

K

Se una persona è innamorata di qualcuno l’altra persona lo sente?

Probabilmente si anche se io in questa situazione, se mi dovessi trovare dall’altra parte della barricata difficilmente capirei che potrei aver fatto colpo, e avrei bisogno di segni chiari ed evidenti, tipo segni del crimine non solo indizi da da trovare.

K invece è una persona egocentrica che sa di aver fatto colpo, ma vuole lasciare qualunque ammiratore con il dubbio, giocando con i suoi sentimenti addirittura provocando.

Ma alla fine chi sarà quello dei due che piangerà di brutto?

(Nicolò Granone)

Banana Joe: 8

Smalto

Se si rovina lo smalto sulle unghie si può scolorire anche il nostro cuore,  soprattutto a causa di quelle relazioni dove tra l’amore e le litigate c’è solo un sottile equilibrio.

I nostri comportamenti possono rovinare i nostri sentimenti, ma troviamo essere bravi a sistemare ogni situazione, aggiustando le cose che non vanno come avremmo voluto. In alcuni casi però l’unica soluzione è buttare via il passato e scegliere d’indossare un nuovo colore per sentirci più felici.

(Nicolò Granone)

Uruguai: 7

 

Prendimi la mano

Sintetizzatori per mascherare la tristezza di un addio e la necessità di un abbraccio, questa è “Prendimi la mano” di Ttom.
Che cosa pensi se davvero occhio non vede e cuore non duole? Si chiede l’autore, e oltre a se stesso rivolge il suo cruccio intetiore al suo ascoltatore ideale. La risposta è davvero difficile sia a dirsi che a farsi. Voi cosa pensereste? Beh, io ci ho riflettuto a lungo e credo che anche se occhio non vede, il cuore sa e quindi si fa sempre in tempo a far dolere chi ci ha fatto soffrire.

(Ilaria Rapa)

Ttom: 7,5

 

India

Mi ricordi l’India, mi ricordi tutti i posti in cui non sono stata.
I tedeschi la chiamano Fernweh, ed è proprio il sostantivo adatto a descrivere l’ultimo singolo di Miglio, dal titolo “India”. Quanti posti ci fanno sentire a casa anche soltanto guardandoli in foto? E in quali posti pensate di averci lasciato l’anima anche se non ci siete mai stati? Un po’ come accade con le persone, eh sì, perchè le persone sono come i luoghi dove ci si lascia il cuore e molto spesso anche una canzone.
“India” è anche il punto di contatto tra Ferrara e l’Oriente, un’autostrada galattica e sonora tra l’India, l’Emilia e la Luna.

(Ilaria Rapa)

Miglio: 7,5

 

Surf in Maremma

Siete pronti per scatenarvi come se foste ad un concerto anni Cinquanta in riva al mare, ghirlande di fiori come se piovesse e vai con il ballo più pazzo dell’estate.
Stiamo parlando degli Unkle Kook e del suo ultimo singolo, in pieno stile surf music e perché no anche rockabilly, di certo una canzone questa che non passa inosservata e che forse ci fa assaporare uno stile rock anni Cinquanta che con l’avvento della musica indie stavamo mettendo un po’ troppo da parte.

(Ilaria Rapa)

Unke Kook: 8

 

Ancora un po’

 

L’avventura di una notte in una magica notte d’estate: “Ancora un po’” è il nuovo pezzo del cantautore Petrolà.
Non esistono freni inibitori, i corpi s’incontrano e la consapevolezza che a pranzo del giorno seguente sarà tutto finito, rende l’incontro ancora più intrigante.
Le fantasie erotiche sono accompagnate da suoni ripetitivi ma cangianti che calzano a pennello per descrivere il flirt di una notte.

(Elena Caggia)

Petrolà: 7,5

 

Post benessere (Album)

 

Quante volte avremmo voluto scappare via dai nostri problemi per stare meglio con noi stessi e con gli altri? Per Dorso è arrivato il momento di dare una svolta, non vuole restare a guardare e sente la necessità di trovare il suo equilibrio.

“Post benessere” è il racconto genuino di un ragazzo che esprime le sue insicurezze più intime e cerca di esorcizzare i mali nella sua musica. Sa che non deve restar fermo, nonostante lo sguardo intenso e magnetico di “Claudia” faccia ancora il suo effetto.

Un album autentico, puro, dove emerge il bisogno di un ragazzo di raccontare e raccontarsi e che conquista già al primo ascolto.

(Elena Caggia)

Dorso: 8

 

Circo in testa

Con “Circo in testa” See Maw accoglie nuove contaminazioni ed esplora sonorità vivaci e da pista ballo, in pieno stile estivo.
Questa volta ha voluto scrivere qualcosa di più brillante e dal tono più felice, per regalare un brano che gasa e fa stare bene nella giusta mista.

È in qualche modo una presa di coscienza di come, fondamentalmente, le cose che ci fanno stare male e che ci accadono, in qualche modo le abbiamo volute noi. Forse anche per colpa del casino, o meglio del circo, che abbiamo tutti bene o male nella testa.

(Sara Pederzoli)

See Maw: 7

 

ODIO

Dopo “BLUE”, la giovane cantautrice classe ’98 ci presenta un altro, inedito lato di sé stessa, e nel mese dell’amore universale canta l’odio.

“Odio” sono tutte le parole degli altri che molto spesso arrivano a condizionare fino a convincere che siano la verità, soprattutto se sono parole di disprezzo. È proprio quando si arriva a pensare che gli altri abbiano ragione che iniziamo lentamente a distruggerci.

“1000 versioni di me, mi accarezza la morte, so cosa non va ma non so dirlo più” è il verso a mio parere più significativo del pezzo di granger, che riesce a raccontarci molto bene le sensazioni e il dolore di quando vorresti urlare ma stai zitto, per la convinzione che agli altri non importi nulla. Ma non è mai così.

(Sara Pederzoli)

granger: 8

 

Le missioni della Nasa

In Arte Zeno sceglie un pezzo indie-pop vecchio stampo per spezzarci il cuore, trasportandoci in questa grande metafora “spaziale”.
È l’immediato post rottura, quando si finge di star bene ma si hanno nella testa un milione di immagini e ricordi che sembrano indelebili davanti ai nostri occhi. Sì, perché sono le piccole cose quelle che infliggono le ferite maggiori: le uscite insieme a bere chardonnay, le notti chiusi dentro casa, i film, i giri in centro anche di lunedì.

Eravamo astronauti in missione, ma ora non abbiamo altra scelta che tornare coi piedi per terra. Ognuno per sé. Con qualche taglio in più, ma con tutto un nuovo cielo da scoprire.

(Benedetta Fedel)

In Arte Zeno: 7,5

Komorebi (Album)

Fin dal titolo l’album di esordio di Saint Pablo ci offre un’immagine poetica. Infatti, komorebi in giapponese significa “la luce che filtra tra le foglie degli alberi”.
E ogni traccia di questo nuovo album ci mostra qualcosa, come fosse un fascio di luce che illumina parte della vita di Saint Pablo. Musicalmente complesse e diverse, troviamo pezzi che vanno da 30 ore a Berlino o Getteranno via il tuo amore a Budapest o Solo un uomo.

L’eterogeneità sottolinea quanto tutte le nostre esperienze siano diverse, quanto ogni pezzetto del puzzle che compone la nostra vita sia un mondo a sé, e che siamo solo noi – come la voce di Saint Pablo – che teniamo uniti i pezzi.

Anche nel buio più pesto e profondo, tra le foglie degli alberi, prima o poi la luce filtra e ci fa vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Saint Pablo ci ricorda che la luce arriva sempre, forse proprio quando meno ce lo aspettiamo.

(Benedetta Fedel)

Saint Pablo: 7,5

 

Syntetico (Album)

“Syntetico” è il nuovo progetto dei Lost Kids. A due anni dall’ultimo lavoro tornano con un EP che ci accompagna dalla prima all’ultima traccia in un viaggio ben preciso di crescita interiore. Un percorso introspettivo alla ricerca di se stessi, che scava nell’anima analizzando sia il meglio, sia il peggio di ciò che ognuno di noi porta dentro.

La produzione musicale che abbraccia più generi tra elettronica, lo-fi e vapor wave trasporta L’ascoltatore in una dimensione personale, quasi oscura, che serve a dar voce ai pensieri. Un EP da ascoltare preferibilmente durante un viaggio solitario di notte in macchina.

(Filippo Micalizzi)

Lost Kids: 8,5

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