Nicolò Marangoni: “Bisogna rispettare le ferite del cuore” | Intervista

Quando ascoltiamo le canzoni cerchiamo d’immedesimarci con un po’ di fantasia dentro le storie raccontate, e certe volte, capita proprio di riconoscersi senza neanche ricorrere all’immaginazione.

“A Torino” di Nicolò Marangoni sembra descrivere al 100% la mia ultima relazione compresa la sua inevitabile fine, mentre la pioggia continuava a cadere fuori dalla finestra,  in uno di quei giorni di lockdown, quando si era costretti a stare chiusi in casa.

Questo brano per l’artista è un modo per fare pace con il proprio disordine senza rinunciare ai ricordi, con tutte le conseguenze annesse riuscendo così a trasmettere, senza inutili forzature, emozioni autentiche.

Le ferite infatti vanno sì curate, ma non bisogna far finta di nulla cancellando il passato, perché si rischia poi di  perdere addirittura una parte di noi.

“Però non era male…”

INTERVISTANDO NICOLÒ MARANGONI

Citando il brano “La tua stanza piena di fiori” come va la vita di Nicolò Marangoni?

La mia vita a volte va in modo confuso, come se non la controllassi, altre volte invece, scrivendo, riesco a darle un ordine, a darmi un ordine.
Tutto sommato sono felice perché ho un sogno che mi tiene sveglio e lottare per qualcosa mi fa sentire vivo.

Ascoltando le tue canzoni si nota che nutri molto rispetto per le ferite del tuo cuore e non hai paura di tuffarti nei ricordi. Cosa stai cercando attraverso la musica?

Hai centrato il punto. Sento che sto cercando qualcosa con la musica, con le parole, qualcosa che sento di avere perso non so dove e non so quando…forse in un’altra vita.
Per questo ascolto molto le mie solitudini, cerco di seguire quel filo rosso che lega i miei ricordi, le mie emozioni e ho sempre molta cura delle mie ferite, perché mi definiscono.

Con che aggettivo definiresti l’amore?

Con me è sempre stato molto “stronzo”, però l’aggettivo che mi sento di dire è “illuminante”.

Alcuni posti sono influenzati dalle persone con cui ci siamo stati?

Sicuramente. Almeno per me è sempre stato così.
Quando cammino in un luogo per me importante che ho diviso con qualcuno, non mi sento mai di camminare da solo.

Il luogo più romantico di Torino?

Per me un luogo magico sono i Murazzi, e le passeggiate che si fanno lungo il fiume.
Tra l’altro proprio li abbiamo girato una delle scena del video di “ A Torino”.

L’autunno è una stagione malinconica?

Un po’ per definizione lo è, ma dipende molto dalla proprio sensibilità.
Io per esempio amo l’autunno perché mi fa essere meditativo e la malinconia che porta l’avverto come una spinta per afferrare intuizioni, desideri e appunto, come si diceva, vecchi ricordi.

Cos’è la bellezza?

La spiegazione di molto a partire da poco.

Meglio lasciare o essere lasciati?

C’è un meglio? Non lo so.
Quello che so è che certe volte è necessario lasciare andare chi magari ami ancora, e avere questa consapevolezza e seguirla, è una delle prove d’amore più coraggiose e umane.

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