Oreste Muratori

Oreste Muratori: Vi presento Nuvole sul Divano | Intervista

Oreste Muratori ha da poco pubblicato il suo nuovo singolo “NUVOLE SUL DIVANO”, dalle sonorità dream-pop. Per il cantautore siciliano si tratta del secondo inedito, che segue il singolo d’esordio “Ieri”.
Muratori torna in veste di interprete con questo nuovo brano nato durante il lockdown del 2020. Quel periodo di chiusura forzata lo porta a scrivere un testo sulla distanza nei rapporti umani.

All’interno di un piccolo appartamento il protagonista del brano si nutre delle sensazioni degli oggetti di casa, dei piccoli gesti quotidiani vissuti in solitudine che lo avvicinano con la mente ad un affetto lontano (“giri sul bordo di questa tazzina/ti bevo nel caffè di ogni mattina”). La lontananza e l’impossibilità di poter raggiungere fisicamente l’altra persona sono lo spunto per affrontare il tema della solitudine e di quei punti fermi che nella nostra vita ci permettono di superare i momenti di difficoltà e di sentirci vicini anche a chi non ci è realmente accanto.

Ecco cosa ci ha raccontato riguardo al suo ultimo singolo il cantautore siciliano Oreste Muratori.

INTERVISTANDO ORESTE MURATORI

Parlaci del tuo nuovo singolo “Nuvole sul divano” – Come nasce?

Questa canzone nasce nei giorni del lockdown del 2020. Avevo già una bozza del brano che stava però prendendo un’altra direzione testuale. Poi la particolarità di quel periodo mi ha portato quasi naturalmente verso una storia diversa, con al centro la distanza e la lontananza nei rapporti umani. I due personaggi si ricongiungono idealmente soltanto nella loro mente, immaginando quel porto sicuro dove ognuno di noi ha bisogno di tornare ogni volta che si perdono le proprie certezze, quando si ha bisogno di ritrovare se stessi lontano da tutto ciò che ci sta intorno.

Come era già successo per gli altri miei brani, l’ho fatto ascoltare a Paolo Leone, amico e fidato collaboratore della mia etichetta Triade Records. Abbiamo inizialmente lavorato a distanza prima di poterci rivedere in studio, dove abbiamo scelto questi suoni dreamy proprio per rendere in musica questa atmosfera sospesa tra la realtà e l’immaginazione. Poi con Roberto Celestri che ha diretto il videoclip abbiamo seguito la stessa linea di sospensione, girando le scene a bordo di una giostra e all’interno del Labirinto di Arianna, un luogo misterioso e magico della splendida Fiumara d’Arte in Sicilia.

C’è ancora quel posto per qualcun altro sulla tua nuvola?

Dipende dai momenti. A volte penso che ci sia spazio soltanto per me stesso, quando mi sento distante da tutto il resto che mi circonda. Per fortuna sono molti di più i momenti in cui mi rendo conto che la distanza tra me e il mondo in realtà è soprattutto nella mia testa. Nel brano infatti canto “Le mie nuvole somigliano alle tue” proprio perché io ho bisogno degli altri. Ho bisogno della condivisione delle mie fragilità e dei miei vuoti prima ancora che delle mie luci.

Raccontaci Oreste Muratori e le sue influenze musicali

La scrittura è sempre stata la mia passione, anche se alle canzoni sono arrivato negli ultimi 4 anni. Prima mi dedicavo più che altro ai racconti. C’è però un filo che lega queste due forme d’arte, mi sono accorto che mi ritrovo comunque a scrivere storie che partono dalla realtà che vivo per poi spostarsi in un mondo sospeso, come se cercassi la soluzione ai problemi in un altrove lontano. Le mie influenze musicali sono tante, sono sempre stato un consumatore compulsivo di musica di ogni genere. E negli ultimi anni con lo streaming ancora di più, mischio senza alcuna coerenza i grandi cantautori italiani del passato, De Gregori e Battiato su tutti, alle band brit-pop che mi hanno accompagnato da ragazzo, come i Blur e gli Oasis. Il tutto miscelato ai nuovi cantautori come Cremonini e Brunori e ai nuovissimi Gazzelle, Calcutta, Madame. Certamente ognuno di questi ascolti influenza anche in minima parte la mia produzione.

Per alcuni gli ultimi anni sono stati “aridi” artisticamente, mentre altri hanno vissuto una rinascita: tu come ti collochi?

Penso che ogni momento di difficoltà ti regali comunque qualcosa, anche se spesso lo scopri dopo tempo. A me ha regalato una canzone che amo più di ogni altra che ho scritto, oltre a diversi altri spunti per i nuovi brani ai quali sto lavorando. Però artisticamente è difficile parlare di rinascita in questi due anni, quando un intero settore è rimasto paralizzato, intere classi di lavoratori dello spettacolo hanno perso il lavoro, per non parlare del pubblico dei concerti che ha dovuto rinunciare a una parte fondamentale della propria vita. Mi piace pensare che adesso si stia andando verso la vera rinascita e i teatri al 100% della capienza ne sono la perfetta rappresentazione. Del resto io ho deciso di far uscire il pezzo in questo momento proprio perché volevo festeggiare con nuova musica il ritorno ad una quasi normalità così tanto attesa.

Oreste Muratori

Immagina il festival perfetto (in cui sei nella line-up): quali sarebbero i tre artisti di punta e dove vorresti che si tenesse?

Mi piacerebbe un festival nella mia città, Siracusa, in un posto meraviglioso quale è il Teatro Greco, teatro all’aperto che andrebbe a mio avviso valorizzato con molta più musica live. Un luogo di una bellezza unica dotato anche di un’acustica pazzesca. Su quel palco porterei ovviamente tanta Sicilia…Levante, Carmen Consoli, Colapesce. Inoltre, ascoltando tantissima musica nuova, noto come ci sono delle realtà davvero forti che stanno pian piano venendo fuori. Su quello stesso palco porterei tre super donne, Margherita Vicario, V.V. e La Complice, per me tra le realtà più interessanti degli ultimi anni. E poi permettetemi di dire che io nel festival perfetto ci vedrei sempre bene Carlo Muratori, un cantautore che amo, che tanto ha influenzato la mia arte…e che solo casualmente è anche mio padre!

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