L’Attacco dei Giganti: aspettando Godot | Serie Tv

Manca poco. Manca sempre meno. L’Attacco dei Giganti sta per tornare.

Già mesi fa dall’account Twitter della serie è arrivata un’indicazione precisa sul primo appuntamento: la prima puntata della stagione 4 parte 2 è vicina. Molto vicina.

L’episodio 76, “Condanna”, aprirà l’ultima parte di un anime che è partito ormai nel lontano 2013. La narrazione, passata nelle mani dello studio d’animazione MAPPA, sta finalmente per concludersi, e i fan non vedono l’ora di vedere come finirà questa storia di proporzioni epiche.

L’Attacco dei Giganti sta tornando. E noi oggi siamo qui per ripassare tutto, perché per il gran finale bisogna essere pronti. Prontissimi, anzi.

“Attack on Titan”. Image: Crunchyroll / Disclosure

L’ibridazione è il segreto: dove lo sistemiamo nella nostra libreria l’Attacco dei Giganti?

Scaffale drammatico?

Horror?

Thriller?

Di guerra o d’azione?

La prima pubblicazione del manga, sulla rivista giapponese Bessatsu Shonen Magazine, arriva nell’ormai lontanissimo 2009. Categoria: shoounen.

Riassumendo i tratti principali dello shoounen: trame d’azione, protagonisti maschili, un pizzico di umorismo, e tanti, tanti colpi di scena. Una categoria che si adatta più o meno a tutto: horror, sport, fantascienza. I protagonisti vogliono migliorarsi, vogliono crescere e lo fanno attraverso la storia.

Eppure l’Attacco dei Giganti in quello scaffale ci sta stretto.

Perché ha così tanto al suo interno di un altro genere, il seinen, che tratta gli stessi argomenti, ma in modo più crudo, e maturo.

Si parla di sacrificio, di morte, di dolore. E di sangue.

La paura di non farcela, il terrore dei giganti. La voglia di sopravvivere: tutto l’anime – e tutto il manga – sono un viaggio nelle zone grigie della mente dei protagonisti.

Perché nell’Attacco dei Giganti non c’è distinzione tra bene e male, mors tua vita mea è un mantra che diventa il leitmotiv di tutta la storia. Cosa sei disposto a fare per sopravvivere?

Citando Armin – uno dei meravigliosi protagonisti – per sopravvivere devi essere disposto a rinunciare alla tua umanità. In un processo a spirale discendente che porta lo spettatore a chiedersi fino a che punto potrà sopportare le azioni dei personaggi. Fino a che punto riuscirà a fare il tifo per loro.

Fino a che punto sopporterà i loro continui spostamenti tra il confine sottile che separa gli Eroi dagli Anti-Eroi.

Una storia che ci porta a chiedere: quanto male siamo disposti a perdonare per arrivare al bene?

Foto of “Attack on Titan”, streaming on Netflix (Netflix).

Tra sangue e dolore è il Mistero la vera chiave dell’Attacco dei Giganti

Un must per tutte le narrazioni: prendendo dalla terminologia di Masterchef la Mistery Box è al centro di tutto. La cantina del padre di Eren, l’origine sconosciuta dei giganti. Il segreto delle mura.

Ed è intorno a questi segreti che si apre la narrazione: un continuo scoprire, che però rimanda ad altri segreti.

Guardare l’Attacco dei Giganti è arrampicarsi su una scala, un piolo alla volta, senza mai vedere la fine. Una scala che porta all’umanizzazione e alla disumanizzazione dei personaggi. Continua. Implacabile.

Da Eroi ad Anti-Eroi. E viceversa.

Foto of “Attack on Titan”, streaming on Netflix. (Netflix).

Cosa aspettarsi quando si aspetta: che succederà alla fine?

Tutto molto bello, ma cosa ci regaleranno per il Gran Finale?

Dalla disumanizzazione di una ragazzina – Gabi – che sale su un dirigibile pur di uccidere un nemico. Dal dolore e dalla determinazione di Eren, che sputa ai suoi amici – non letteralmente, ma nella pratica fa anche peggio – e che è pronto a fare di tutto per vendicarsi.

Sarà lotta. E violenza. La stessa violenza del primo episodio, quando un gigante ha sbranato la madre di Eren di fronte a lui.

Sarà dolore e lacrime.

Gli archi narrativi di Armin e Mikasa che si distaccheranno da quello di Eren, lo sguardo smorto di Levi che lascia trasparire solo cinica indifferenza. Perché ha perso troppi compagni, e a vivere con i fantasmi è morto anche lui.

La rivalità Eren-Reiner che è tornata, il potere latente del Gigante Fondatore.

Le variabili sono infinite, la trama è arrivata a quel punto in cui può prendere qualsiasi piega.

Una previsione?

La stirpe che serve, la stirpe degli Ackermann, dovrà prendere posizione. E se Levi questa posizione l’ha già presa da un po’, è sulle spalle di Mikasa che ricade il peso della storia. Riuscirà a distaccarsi dalla sua sciarpa, dalla promessa fatta alla madre di Eren, o continuerà a seguirlo fino alla fine?