Non bisogna risalire alla storia legata alla torre di Babele, con Dio che scese in terra per confondere le persone e dar vita a nuove lingue per impedirgli di comunicare, ma basta guardare con un minimo d’attenzione la società nella quale viviamo oggi. Molto spesso ci accorgiamo di divisioni che per assurdo ci autoimponiamo, in modo da isolarci sempre di più con il resto del mondo dando vita ad una società basata sempre più sull’io e meno sul concetto di noi.
Ëmme vuole ribaltare questo paradigma usando la musica, strumento capace di creare condivisione e unione fra i popoli, immaginandosi “Mappamondo”, un luogo dove tutti possono convivere costruendo una nuova identità nella quale identificarsi.
Penso che sia possibile farlo, è un processo molto lento e che coinvolge tutti nessuno escluso, chi più chi meno consapevolmente. I pregiudizi, gli stereotipi parlano di persone e culture, generalizzandole. Quando poi però vai e conosci effettivamente la persona ti rendi conto che siamo tutti esseri umani e che ognuno ha un qualcosa che l’altro non ha, mentre tutti abbiamo una cosa in comune che è la ricerca dello stare bene con sé stessi. È un cambiamento che si vive quotidianamente nelle piccole cose.
Io ho avuto la fortuna di suonare fin dalle scuole medie: l’orchestra della scuola, la band delle superiori e l’orchestra dove suonavo quando andavo all’Università. Mi è capitato di suonare anche con persone di altri paesi. E anche se non parlavamo nessuno la lingua dell’altro a e parole era un casino capirsi, poi quando iniziavamo a suonare parlavamo tutti la stessa lingua ed è una cosa che mi ha sempre colpito tantissimo.
Domanda difficile, premesso che non credo di sapere la risposta però penso che la musica italiana all’estero sia da sempre molto apprezzata, soprattutto quella dei grandi artisti come Carrà, Pausini, Zucchero e Ramazzotti (i primi che mi vengono in mente). Poi recentemente con il successo all’Eurovision 2021 e la riscoperta di Sanremo da parte dei giovani secondo me si è riaccesa la curiosità per la canzone italiana.
Non credo sia sempre così, succede a volte in determinate situazioni e questo ci sveglia, fa scalpore e ci incupisce riducendoci a pensare che debba essere tutto così. Però quando gli interessi comuni coincidono e va tutto bene quasi non ce ne accorgiamo o tendiamo a notarlo meno.
Vorrei andare in Islanda a vedere l’aurora boreale.
Penso che la globalizzazione in un mondo ormai interamente connesso sia inevitabile, questa però deve servire a unire anche le persone e non a dividerle.
Sono daltonico ! Però sceglierei un bel sfondo blu e “Ëmme” scritto con le prime due lettere sopra e le altre sotto tipo un quadrato con le “e” rosse e le “m” bianche.
Spero di aver azzeccato l’abbinamento.
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