PH: Sentinelli

Sentinelli: “Mi taglierei la gola per dirti tutto quanto” | Intervista

 “Mi taglierei la gola per dirti tutto quanto”, canta Sentinelli nel suo nuovo singolo e senza dubbio quest’immagine forte colpisce e rimane impressa. In realtà dietro a tutta questa violenza, che potrebbe essere uscita da un film di Tarantino, si nasconde un mantra liberatorio. Molte volte infatti certe parole rimangono bloccate proprio lì nella “Gola” e non riescono a uscire fuori, provocandoci fastidio, oltre alla sensazione di soffocare dentro idee e concetti che non sappiamo come buttare via.

Sentinelli, ritorna con un brano indie pop nato in una domenica malinconica nella quale non c’era nessuno con cui parlare, ma solo una canzone da scrivere. Per il cantautore l’emozioni sono fondamentali e così anche in “Gola” si possono trovare lacrime, sudore e sangue, elementi imprescindibili per essere sinceri non solo con il proprio pubblico, ma anche con se stessi.

INTERVISTANDO SENTINELLI

Per fare musica bisogna metterci sudore, lacrime e sangue altrimenti è solo un prodotto commerciale che sa di plastica?

Assolutamente si, il foglio sul quale scrivo mi salva da tutti i pensieri che mi logorano. Sai, io credo anche che ognuno di noi è dotato di un enorme superpotere, ma non tutti sanno usarlo o sanno di averlo, parlo dell’empatia, che se usata nel modo giusto ci permette, oltre che di capirci meglio ed aiutarci a vicenda, di provare delle sensazioni meravigliose, riuscire in qualche modo a sognare ed entrare in nuovi mondi, un po’ come il metaverso ma molto più forte. Una persona priva di empatia sarebbe un robot e dietro ogni canzone prima di un artista, dovrebbe esserci una persona, quindi sì secondo me è fondamentale mettere tutto se stessi, ma mi rendo conto con il futuro che avanza, che i robot sono sempre più vicini a prendere il nostro posto, di conseguenza anche nella musica ci sono e ci saranno prodotti che sanno di plastica e non di emozioni.

Sicuramente mi taglierei la gola è un’immagine forte, ma in questo caso nasconde un senso di libertà?

Beh sicuramente per me c’è anche la libertà di aver detto ciò che provo, ma questo vale per ogni mia canzone, poi più che un senso di libertà direi la voglia di esserlo, di liberare le parole e far uscire una situazione che proprio non va giù.

PH: Sentinelli

A volte è difficile esprimere a parole anche dolci sentimenti?

Credo che sia molto soggettivo, a me personalmente risulta difficile e paradossalmente riesco a dimostrarlo molto di più con i gesti e con i fatti piuttosto che a parole, che poi alla fine è questo ciò che conta realmente, a volte le parole sono superflue.

Perché in una relazione, magari all’improvviso, può capitare di non capirsi più?

Bella domanda, sapere la risposta risolverei la vita di migliaia di persone, ma probabilmente ci sarebbero anche molte meno canzoni in giro ahaha.

PH: Sentinelli

Amare vuol dire essere disposti a soffrire per il bene degli altri?

Per citare un gigante della musica italiana come Battisti: “Amarsi un po’ è come bere” e pensa che io sono astemio ahaha. A parte gli scherzi, credo che in una relazione, se uno dei due soffre per il bene dell’altro c’è un problema di fondo, il bene del partner non ti farà mai soffrire ed anzi, è solo una cosa che comporta piacere.

 L’amore infondo cos’è? Un dare e avere continuo, ma personalmente la soddisfazione di vedere una persona felice, che non soffre e che in un certo senso si eleva grazie a ciò che le hai dato, è impagabile, meglio di ricevere, che però non fraintendiamo è fondamentale, altrimenti diventa una cosa a senso unico.

La domenica è un po’ il giorno di giudizio che abbiamo con noi stessi?

In un certo senso sì, ma dipende molto da ciò che si fa, durante la stagione c’è lo sport con i campionati, che ti aiutano a distrarti e a non pensare, ma quando c’è la sosta e non si ha nessun pranzo di famiglia, non ti resta che stare sul divano a pensare e diventa complicato. Come dico in Gola infatti, nata in una noiosa domenica di sosta: “La domenica fa schifo, se non sai con chi passarla”.

Ci sono situazioni in cui è meglio non chiedere come stai?

 Può sembrare una domanda ormai banale, forse anche perché con il passare del tempo viene vista come una domanda di circostanza e di conseguenza non sempre, a chi la pone, interessa realmente come tu stia, però io credo che se realmente sentita, sia una domanda bellissima e molto intima. È anche vero che molto dipende dalla nostra risposta, spesso ci troviamo a rispondere “bene” per non voler parlare dei nostri problemi, credo anche che la società di oggi tenda a farci vergognare dei nostri sentimenti e delle nostre debolezze, quindi tendiamo a nasconderle e non parlarne. Io la trovo una cosa molto triste, non siamo degli attori e non capisco perché dover fingere di essere qualcuno che non siamo, non deve essere una vergogna avere qualcosa che non va, ma capisco che non è sempre facile mostrare le proprie debolezze. Per questo nel mio singolo “Ma Come Vuoi Che Sto” che tratta un po’ l’argomento, esordisco con la frase “Stare male non è da tutti”

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