KIHM: “Per cambiare il mondo bisogna cambiare noi stessi” | Recensione

Alessio Calivi, è un  musicista polistrumentista, autore e cantante che esordisce con il suo nuovo progetto “Kim Ree Heena”, trasformatosi  definitivamente in KIHM lo scorso anno, orientandosi così verso nuove sonorità.

L’artista vuole puntare a reintrodurre il connubio tra suoni elettronici e suoni acustici, concentrandosi ulteriormente sulla forma canzone per arrivare vicino ad un concetto di musica più commerciale.

Il suo primo disco, cantato in italiano, si chiama “Recìto”,  prendendo in prestito il termine inventato dallo scrittore Vincenzo “Fuorviante” Furfaro, nato  con lo scopo di racchiudere nella stessa parola il significato di recita e rito. Recita intesa come comportamento per affrontare la vita di tutti i giorni, per evitare spiacevoli inconvenienti, integrarsi nel mondo di oggi. Rito, quasi inteso come abitudine, azione scaramantica, per acquisire sicurezza nell’affrontare il quotidiano.

Questa la tracklist:

  1. China – Man
  2. Sogno a metà
  3. Quello che so
  4. Il nulla cosmico
  5. Non è ancora abbastanza
  6. La migliore tra le peggiori
  7. L’altare
  8. Le troppe attenzioni

Il disco si apre con un viaggio immaginato durante il lockdown che racconta la voglia di sentirsi più vicini, con la speranza di vivere un futuro migliore, senza barriere e divisioni.

Il titolo “China – Man” è un omaggio al popolo cinese, accusato da molti di essere responsabile dello scoppio della pandemia, arrivando  persino al punto di generare atti di discriminazione verso questa cultura, molto spessa  snobbata dal cittadino europeo medio.

KIHM invece rimane affascinato da questa visione del mondo, promettendo a se stesso che prima o poi arriverà il giusto momento per conoscerla dal vivo e approfondirla in maniera più dettagliata.

“Alla natura poco importa di noi, l’abbiamo offesa e ora non vuole incontrarci” così si apre “Sogno a metà”, brano che riflette sulle disastrose conseguenze che il nostro modo di agire ha, ma soprattutto avrà, sul mondo in cui viviamo.

Più i giorni passano più sarà troppo tardi agire, se rimaniamo fermi a dormire la nostra vita si trasformerà in un incubo dal quale poi non potremmo più scappare. Forse abbiamo ancora un minimo di speranza, ma la ferocia umana si sta permettendo il lusso di mettersi  il profitto al di sopra di ogni questione ambientale. Questo  atteggiamento prima o poi  lo pagheremo con gli interessi.

Certamente ogni esperienza di vita condiziona la nostra esistenza, ogni piccolo momento può essere insignificante nell’arco della Storia, ma fondamentale nel nostro microcosmo emotivo. “Quello che so” è una piccola autobiografia per ripensare al passato in modo da guardare al futuro con un nuovo punto di vista, dove tutto può cambiare, anche nella vita di KIHM, tranne la passione per la musica, sentimento sincero e immutabile.

L’angoscia della pandemia, con tutti i suoi turbamenti, ritorna nel quarto brano, “Il nulla cosmico“. Mentre fuori il mondo se ne stava in silenzio, dentro  le case c’erano migliaia di persone costrette a tracciare dei bilanci. Per qualcuno questa è stata un’occasione per ripartire da zero, reinventandosi abbracciando nuove esperienze, mentre i più fragili si sono lasciati andare, patendo sconforto e crisi di depressione. Solo la musica mi può salvare è la conclusione che ha compreso KIHM.

Bisogna imparare a gestire al meglio le varie fasi altalenanti della vita, con pazienza e perdonandosi, lasciandosi andare, rimanendo con i piedi a terra anche quando si è appena raggiunto un traguardo.

“Non è ancora abbastanza” è un monito utile per proteggersi, si ci fa meno male se si è pronti a cadere e per fare questo KIHM ci consiglia di scompigliare l’idea della felicità.

Ma a volte siamo costretti a prendere delle decisioni difficili e complicate, in quel caso va bene accettare anche “La migliore tra le peggiori”, abituandosi non alla sconfitta, ma a somatizzare il dolore, per usarlo in un secondo momento come energia positiva.

La libertà va sempre protetta, anche a costo di rinunciare ad un’estate che non tornerà mai più, per riuscire a capire che certi rapporti è meglio lasciarli perdere quando stanno diventando ormai a senso unico.

Ognuno dev’essere bravo, e saggio, a costruirsi un proprio “Altare” al quale dedicare la propria vita. Se il destino può sembrare confuso e imprevedibile, ha senso trovare uno scopo per cui valga la pena lottare, fino all’ultimo respiro. La musica, la carriera lavorativa, l’università, persino l’amore verso una persona possono essere aspetti da glorificare, facendo estrema attenzione a non trasformare una preghiera in un inutile sacrificio.

KIHM ci lascia con l’ultimo brano, “Le troppe attenzioni”. Per cambiare il mondo bisogna iniziare a modificare il nostro modo di comportarci, partendo nel metterci più amore per noi stessi, amandoci sempre di più per quello che siamo, accettando la nostra realtà umana che ci rende unici agli occhi del mondo.

Recìto è un disco che ci pone davanti ai problemi del cambiamento climatico, ci fa arrabbiare toccando temi scottanti come lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, ma ci mette anche alla prova: invece di lamentarci di vivere in un mondo che non ci piace dovremmo trovare il coraggio di iniziare un percorso pratico e spirituale, per imparare a convivere in armonia non solo con gli altri, ma anche con l’ambiente in cui viviamo.