Che cos’è successo tra noi
L’aria è irrespirabile ormai
Piangi tanto, dicono è colpa mia
Stiamo bruciando e non è gelosia
E quando sarà troppo tardi? Faremo finta di nulla o daremo la colpa alle generazioni che ci hanno preceduto?
In questa estate, fin troppo calda, gli Eugenio in Via Di Gioia sono in tour per l’Italia a cantare “Amore e Rivoluzione”, disco che tratta con urgenza, sarcasmo e speranza, tematiche ambientali messe spesso in secondo piano da istituzioni e politici, indaffarati a perder tempo con argomenti meno scottanti.
La consapevolezza ambientale dev’essere un argomento condiviso da tutti in modo da riuscire a rendere il pianeta Terra abitabile in maniera ecosostenibile anche dalle generazioni future.
La musica diventa così un ponte capace di unire idealmente e non solo, diverse persone pronte a cantare sotto al palco, pronti a condividere gli stessi valori, ma è di fondamentale importanza proseguire in questa lotta anche quando le luci e i microfoni sono stati staccati, invece che tornare a vivere come se nulla fosse mai successo.
Si ed è fra un po’ di miliardi di anni, siamo noi che abbiamo una scadenza molto più vicina se non interveniamo il prima possibile.
La natura non prova alcun sentimento nei nostri confronti, esistiamo per una serie di coincidenze ed equilibri che però stiamo sconvolgendo, questo a nostro discapito.
La vita cerca di mantenersi a qualsiasi costo, se noi siamo un problema per la permanenza della vita sulla terra, allora siamo i primi a rischio.
I social network danno voce a tutti, come è giusto che sia, il problema è non riuscire a selezionare le cavolate dal resto delle notizie.
Sembrerà banale ma certo che si, altrimenti è anarchia, la libertà deve garantire il proprio benessere tanto quanto quello degli altri e non deve danneggiare il prossimo.
Con una bella e buona rivoluzione, cioè attuando un cambiamento drastico nel minor tempo possibile. Più che di colpe parleremmo di responsabilità, bisogna sentirsi responsabili adesso delle conseguenze sia a breve che a lungo termine.
Le utopie sono necessarie per farci tendere verso una bellezza che sentiamo al di sopra di noi, a volte si realizzano del tutto, a volte ci permettono di migliorarci
È difficile ma non impossibile, affinché i concerti siano sostenibili davvero ci vorrebbero dei cambi nelle politiche ambientali a livello nazionale, dare la possibilità di alimentare i festival con energia rinnovabile, rendere le location raggiungibili con i mezzi pubblici o condivisi per evitare che ognuno arrivi col proprio mezzo a combustione, e tante altri piccoli accorgimenti che, nell’insieme, fanno la differenza.
Sul pianeta ci sono risorse per tutti nonostante la crescita demografica, il punto è come queste risorse vengono distribuite, ottimizzate, consumate, spesso sprecate.
Bisogna ottimizzare la produzione e i consumi degli stati più ricchi, aiutare quelli più poveri a crescere già con l’ambiente come cardine di sviluppo, non come è successo agli stati occidentali che sono cresciuti con l’inconsapevolezza dei disastri causati dalle industrie.
La buona notizia è che oggi siamo vivi, abbiamo la possibilità di agire e lo sappiamo, niente ce lo vieta e, finché sarà cosi, ci sarà speranza anche se il tempo stringe e gli eventi causati dal riscaldamento globale sono sempre più evidenti e frequenti.
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