New Indie Italia Music Week #128

“It’s me, hi, I’m the problem, it’s me
At tea time, everybody agrees
I’ll stare directly at the sun but never in the mirror
It must be exhausting, always rooting for the anti-hero” (Anti-hero – Taylor Swift)

Quante sono le volte in cui ci attribuiamo colpe cercando di dare una spiegazione apparentemente plausibile rispetto al gap emozionale che spesso, ci fa assumere una posizione di distacco rispetto al mondo che ci circonda?

Sei davvero sicur* di essere tu il problema?  Guarda il sole e assapora l’energia che si farà futuro, non accontentarti di osservare ciò che sta dietro di tè attraverso  lo specchietto retrovisore.

Stringi il volante e vai via, verso nuovi incontri e nuove avventure ascoltando il suono della tua rinascita.

Trova il tuo nuovo inno, attraverso la selezione dei migliori brani Indie italiani scelto e recensiti dalla redaz!

Non lasciarmi andare

“Non lasciarmi andare”, nuovo singolo dei Tonno, segna il grande ritorno della band all’interno della scena underground. Questo primo tassello del loro prossimo disco, ci porta a scavare all’interno della nostra più grande paura, quella di essere abbandonati.
Il brano cerca in tutti i modi di esorcizzare questa paura, ripetendo disperatamente – nel caos preponderante di un basso e di una chitarra distorta – lo stesso mantra: “non lasciarmi andare mai, non lasciarmi andare”. Questa sorta di rifiuto del proprio malessere interno prende però coscienza sul finale, con una jam session liberatoria che aumenta nella rabbia e termina nel silenzio del fischio di un amplificatore distorto.

(Filippo Micalizzi)

Tonno: 8

Transumanza (Album)

Il rock da sempre è stato sintomo di ribellione, e i Diamarte lo sanno bene dato che fanno il loro esordio con “Transumanza”, disco politico che riflette sul mondo di oggi. Ormai è diventata un abitudine accettare la realtà delle cose, senza sprecare neanche tempo a chiedere il perché queste accadono, ma senza la riflessione l’uomo si trasforma in una macchina, obbligata a rispondere a input, in maniera totalmente meccanica e asettica.

Molto spesso anche la provincia può provocare un senso di smarrimento per chi ci vive al suo interno, perché c’è la possibilità di trovarsi in un piccolo microcosmo, talvolta rurale, nel quale ci sia il rispetto verso usi e costumi diventati ormai tradizioni, magari antiquate se ci si sposta a qualche chilometro di distanza. In certi paesini il tempo sembra essersi fermato in una situazione di stasi, mentre il mondo esterno continua ad accelerare. Proprio in queste zone, al confine con il bosco, l’essere umano può riscoprire il proprio istinto naturale.

Per riuscire a liberarsi da schemi preimpostati bisogna essere disposti a lottare anche contro convinzioni da sempre autoimposte, sradicandone preconcetti, in modo da riuscire a scegliere quale strada percorrere per riuscire a trovare un posto nel caos di questi tempi  moderni,  così “Transumanza” ci  fornisce le coordinate per conoscere i Diamarte.

(Nicolò Granone)

Diamarte: 7

 

EQUILIBRIO

Fatìma è il nickname di un progetto artistico nato per rimanere anonimo. Non sappiamo chi sia FATìMA proprio per il volere dell’artista ma attraverso “EQUILIBRIO”, il suo primo singolo, riusciamo a scorgere molto di più di una consueto presskit in pdf. “Electronic Soul from the Future”, è questa l’unica nota biografica che ci viene concessa. Breve, didascalica ma estremamente rappresentativa.

L’intenzione artistica dell’artista che traspare tramite questa opera prima è un coacervo di sonorità elettroniche che si amalgamano perfettamente con un vocalità tipica del genere urban e con liriche che raccontano di avversità affettive, di anime che si sfiorano, che si amano  e che si mentono sotto il cielo grigio della metropoli che ci vuole carne senza spirito in costante ricerca di un equilibrio emozionale che possa farci stare bene.

(Salvatore Giannavola)

FATìMA: 8

SOGNABABYSOGNA

 

Chi di noi non sogna una vita libera, in cui non esistono regole? Dove è lecito “strillare in una chiesa” o “scappare in autostrada”?
L’artista fiorentino Nervi, con il suo nuovo singolo dal titolo “SOGNABABYSOGNA” riflette proprio sul tema: forse vivere la propria vita come fosse una festa dove luci, musica, relazioni sociali vanno oltre ogni forma di standard ci permette di vivere più leggeri, di sognare ed essere realisti allo stesso tempo.
Lasciamoci trascinare dal ritmo che ci scorre nelle vene!

(Alessandra Ferrara)

Nervi: 7

Volume

Una canzone delicata, profonda “Volume” il nuovo singolo del cantautore e polistrumentista Laurino.
Sembra che stiamo perdendo quel briciolo di empatia che rende i rapporti umani sereni. Siamo tutti più cupi, chiusi nel nostro egoismo, siamo tutti più spenti e nostalgici.
Laurino si chiede cosa succede “se tutti alzassimo il volume del cuore e abbassiamo quello della voce”?
Sarebbe bello riscoprire quell’essenza di semplicità e socialità che stiamo piano, piano perdendo. Sarebbe bello aprire di nuovo i nostri cuori e non tenerli dietro delle sbarre di paura.

(Alessandra Ferrara)

Laurino: 8,5

CAMMJNO

Il producer e artista milanese Anzj ci propone il suo nuovo EP “CAMJNO” un’immersione all’interno di suoni indie pop ed elettronici che delineano un percorso interiore dell’artista che si racconta e si mette a nudo. “Il mio cervello è fatto in modo tale che non riesco ad essere felice” (Notti di Maggio) i cambiamenti sono sempre difficili da affrontare, a volte ci sembra che siano così tanto più grandi di noi che non riusciremo mai a trovare pace nella nostra vita, anche addormentarsi ci costa tanto. I due featuring del disco “My bad” con Sethu e “Tu sai tutto” feat. Camilla Magli sono due perle all’interno di un progetto già molto personale e ricco di sfumature e “Canzone semplice” ci ricorda quella sensazione di tranquillità e serenità che ci donano le persone che amiamo che ci stanno accanto. “Suono lound” con la produzione di Artemis ci racconta il momento di consapevolezza di sé dell’artista: Anzj si sente nel posto giusto al momento giusto, ed è ora di urlarlo al mondo. Chiude il progetto “Amore terminale”, un amore virtuale fatto di scritte, luci ed elettricità e ci lascia un sapore dolce amaro sulle labbra, che non hanno mai conosciuto il contatto umano.

(Margherita Ciandrini)

Anzj: 9

Pianeta Acquario (Album)

Edoardo Elia crea il suo personale pianeta ideale, mettendoci dentro tutto ciò che lo fa stare bene. Un posto in cui il suo romanticismo è libero di esprimersi e di andare dove vuole. Ogni brano sembra quasi far parte di un’altra dimensione, come “Norvegia” che ci riporta ad un posto da sogno, idealizzato, che non ci tiene ad essere descritto ma che basta solo dirne “terra di una meglio gioventù”, “Santiago” un viaggio onirico in cui la fantasia si mescola ai ricordi o “Piccola città” in cui tutto al suo interno è fermo nel tempo, mentre al di fuori tutto cambia.
I brani all’interno del disco sono tanti piccoli pianeti con una propria identità musicale, ma che se presi nell’insieme rappresentano un percorso ben definito, che trova una sua coerenza nel suo essere estraneo alla realtà. Il Pianeta Acquario di Edoardo Elia è sicuramente un posto da visitare.

(Filippo Micalizzi)

Edoardo Elia: 8

Stupido (EP)

Voglio Tutto è un pretesto per fare un po’ di caciara insieme agli amici, ma al contrario del nome del disco, Stupido è un progetto intelligente che mischia il background di quattro artisti per creare una nuova identità.

Sonorità emo che ritornano nell’omaggiare una ribellione tardo giovanile con  sfumature anni 90′, per gridare al mondo la propria consapevolezza fatta di impegno e fratellanza.

Da ragazzini i sogni rimangono qualcosa d’astratto, crescendo si scopre che se si vuole realizzare i propri obbiettivi bisogna metterci sudore e fatica.

“Ma si nasce tutti quanto con un buco in mezzo al cranio
Che si chiude solamente quando compi diciott’anni”

(Nicolò Granone)

Voglio Tutto: 8

Coperte

La rabbia può essere una coperta dove trovare rifugio, nascondendo le proprie insicurezze. Il mondo la fuori spesso fa paura ed è difficile tenere in una mano aperta la propria felicità, lasciandogli la possibilità di cadere giù, per andare chissà dove.

Avarello si prende cura delle sue debolezze, sfogandosi con una lista di buoni propositi scritti tanto per passare il tempo, senza davvero crederci davvero.

Perché alla fine ognuno di noi sbaglia, quindi non ha senso vergognarsi dei propri errori. Alla fine la perfezione è una noia, meglio tuffarsi in un mare in tempesta e uscirne con la convinzione che il peggio è passato.

(Nicolò Granone)

Avarello: 8-

Ooh, and It Makes Me Wonder

Una lettera scritta in un momento calmo rappresenta il ciclo della vita, la sua importanza e l’accettazione della morte, che non è mai fine, ma inizio di una nuova. Amare la vita, dalla nascita al lutto, è un atto doveroso, importante, da vivere a contatto e in metafora con la natura, che ci dà stupore. Perché l’uomo non è fatto solo per desiderare ma anche per essere stupito e sempre cerca quella condizione che “makes me wonder”, in ogni momento, altrimenti è noia.
I C+C Maxigross tornano dopo due anni dal loro ultimo album, trasportandoci in un brano d’autore di oggi, dove ancora sono presenti i lasciti della pandemia e del lockdown. Lo fanno con un ritmo psichedelico che li contraddistingue da sempre, senza lasciare il cantautorato e con una voce distorta, incollata alla produzione, in uno sguardo onirico e stupito che vive oltre il tempo presente.
(Lorenzo Ottanelli)

C+C= Maxigross: 7

Eri aria – Acoustic session

“Siamo tristi come accordi come musica i cui occhi ormai sanno di America, ma eri bella, tu eri fredda, eri aria”
Un piano-voce acustico che racconta una storia d’amore finita con la delicatezza che si richiede a un bel brano autunnale, da ascoltare nelle cuffie mentre si cammina sui marciapiedi umidi di una città. Un brano dai toni dolci ma dalla forza senza tempo per assaporare quella malinconia di una lontananza non tanto fisica quanto mentale, quando ti accorgi di essere rimasto senza una sicurezza, un appoggio, una meta, senza qualcuno che ti indichi una strada. E sei rimasta sola “tra il vuoto e un espresso”, ma “non è tardi” anche se “ti sento fuori da me”. Quando ti accorgi di non parlare da giorni e che tutti si chiamano come lei e ogni cosa sembra un sogno passato, in un ricordo sfocato.
Rizzo ci regala un singolo sentito che non ha bisogno di grandi produzioni per essere ascoltato e riascoltato, in queste giornate di novembre che si fanno mano mano più fredde e grige.

(Lorenzo Ottanelli)

Rizzo: 9

 

Sabba

Un’atmosfera cupa, con il riff di un violoncello che parte basso nella produzione per poi farsi protagonista verso la fine. È un’apologia della notte, la sua massima espressione, in una ambientazione da film in cui il corpo si fa vivo e prende il sopravvento, “alla ricerca di un branco”. Scritta dopo un periodo di isolamento forzato e il ritorno a vivere il sabato sera, PIOVE. ci porta nella sua dimensione in cui “hanno riaperto la notte, hanno riaperto la notte e non mi dispiace”. E allora tutto ti stupisce, è un rito magico, un sabba vero e proprio, un ballo mistico di cui non sai fare a meno per tornare a vivere a pieno, come era prima, ma non ti rendevi conto di quanto fosse bello.
Un brano ben scritto e ben prodotto con l’aiuto di Carmine Iuvone e di okgiorgio. PIOVE. ci spalanca così le porte cigolanti di una notte insonne, in cui la violenza del ballo ha il sopravvento e la magia del sabato sera ritorna nei corpi sognanti di questa generazione.
(Lorenzo Ottanelli)

PIOVE.: 8

La verità

“La verità è che stiamo bene e che ci piace stare insieme così”
Così Cosmo (dopo l’ormai virale video sui rave) è pronto a farci ballare. E magari un po’ per suggestione e un po’ perché Cosmo lo conosciamo bene “La verità” sembra proprio una storia d’amore nata ad un concerto techno quando le luci sono tutte abbassate, chi rotola da una parte, chi si perde nel fondo di un bicchiere. Una velata critica all’idea che la società ha dei giovani di oggi che non servono a nulla se non a divertirsi. E allora, sai Cosmo cosa ti dico? Hai ragione, balliamo e scateniamoci sulle critiche, che tanto accanirsi non serve a niente.

(Ilaria Rapa)

Cosmo: 8,5

Berserk

E “se domani morissero tutte le stelle” che cosa rimpiangeresti di non aver fatto? Ce ne parlano i Voina nel loro nuovo singolo “Berserk”, un capitolo emozionale in pieno stile della band. “Berserk” è la storia di due unità, due molecole che si fondono tra loro in maniera inscindibile e che, come tali, sanno internamente di essere destinati a stare insieme. Due guerrieri contro il male del mondo, uniti per sopravvivere all’universo che li circonda.

(Ilaria Rapa)

Voina: 7,5

Ad alta voce

Sintetizzatori e mood trasognante per il nuovo singolo di Leo Lennox, stavolta accompagnato dalla voce leggera ma intensa di Carolina Da Siena. Stiamo parlando di “Ad alta voce”, un brano che non nasconde una vibe più urban, quasi danzereccia, che non per questo motivo mette da parte anche la parte più emotiva e introspettiva. Il singolo di Leo Lennox, infatti, diventa un manifesto della libertà di espressione, della voglia oltre che la necessità di mostrare al mondo chi siamo veramente, di farlo senza paura e, per l’appunto, ad alta voce!
(Ilaria Rapa)

Leo Lennox, Carolina Da Siena: 7,5

Sotto il diluvio

Michelangelo Vood ci propone un nuovissimo pezzo pop da ascoltare sotto un diluvio più metaforico che reale. Il titolo è azzeccato per un brano che ti butta addosso, quasi arrivassero dall’altro, tutte le difficoltà che ciascuno di noi ha imparato a provare e a sopportare, spesso e volentieri da solo. Ci sono momenti in cui tutto è confuso, caotico, grigio, tanto da farti provare la sensazione di fare “bunjee jumping sopra una montagna con sotto i coccodrilli con la bocca aperta”. Eppure in questi istanti tendiamo ad allontanare gli altri, a non volere mani o giudizi, ma a starcene a sentire la pioggia caderci sulla faccia, con la voglia di parlare con l’unica persona che non c’è. Michelangelo Vood non vede però tutto nero, perché una cura esiste: “la musica ci salverà”. Il brano finisce con questa frase, che si fa mantra, preghiera e, ve lo assicuriamo, per noi ha funzionato.
(Benedetta Fedel)

Michelangelo Vood: 8

Canzoni da odiare

Ascoltando il secondo album della rock band perugina non capisci bene se ti sta investendo una malinconia potente oppure una potenza malinconica. Quella degli Elephant Brain è però una forza solo apparentemente scomposta, perché è la cura del dettaglio che rende “Canzoni da odiare” un album veramente bello da ascoltare. Note, melodie, parole sono studiate al dettaglio e si soppesano così bene da non sembrarlo, creando un senso di “equilibrio squilibrato”, quasi fossero lì perché non c’era nessun altro posto in cui si poteva stare. Il risultato è un album sincero, spontaneo e nudo, ma pensato a fondo, sia nella musica che nei testi. In una delle canzoni-manifesto dell’album, “Mi sbaglierò”, gli Elephant Brain cantano: “stringeremo ancora una chitarra in mano per altre mille notti”. Ed è proprio quello che ci auguriamo.
(Benedetta Fedel)

Elephant Brain: 9

Tali e quali

“Dimmi come fare, se dopo ci sto male, sto sotto mille pare, come pesci in fondo al mare”
provinciale ci propone il suo primo singolo “Tali e quali” che attraverso sound prettamente indie pop ci guida attraverso un flusso di coscienza che analizza il futuro incerto di tutti noi. A volte ci sembra di non riuscire a cambiare mai, di essere sempre le stesse persone, ma in realtà siamo diversi ogni giorno, qualsiasi nostra scelta definisce la strada che imboccheremo in futuro e nonostante le nostre mille paranoie, abbiamo tutti una luce che ci fa distinguere la realtà dai sogni lucidi. L’importante è riconoscere quando siamo felici, cercare di individuare quei momenti perfetti prima che passino, per assaporarli appieno senza rimpiangerli qualche secondo dopo, ma forse i momenti più belli riusciamo a capirli proprio quando sopraggiungono quelli bui, e allora ben venga la tristezza, perché ci ricorda che siamo stati felici e potremo esserlo di nuovo, se solo riusciremo ad accettarlo.
(Margherita Ciandrini)

provinciale: 8,5