Conversando coi “Profeti” di Malvida | Intervista
La cantautrice lucana, Malvida, torna con un nuovo pezzo dalle influenze più disparate, “Profeti“.
“Profeti” è un singolo che guarda nel futuro e che parla con Dio, e lo fa su una base elettronica, vintage, da luci strobo, in linea col fatto che l’artista è sempre stata in grado di mischiare il vecchio e il nuovo creando un genere che è difficilmente incasellabile.
“Dio ha per me un cimitero” ripete la voce di Malvida, che non sembra avere paura di affrontare quello che sarà. In una ripetizione mantrica, il pezzo ci porta altrove e non capiamo più se stiamo sognando o se è tutto vero.
INTERVISTANDO MALVIDA
Parto a farti la domanda che mi chiedo da quando ho sentito il tuo pezzo. Tu dici “Dio ha per me un cimitero, la gente è morta ma torna indietro, spera che lasci lui vuoto in cielo, ma il mio obiettivo è un desiderio”. Cosa significa per te questa frase?
Significa che credo nella reincarnazione e se qualcuno non ha finito il suo lavoro su questa terra è necessario che torni (per una legge universale superiore che non può controllare) a riequilibrare le cose. Tornerà sempre anche in altre vesti e spetta a noi riconoscerci nuovamente trascendendo l’aspetto esteriore.
In questo pezzo sei sempre in bilico tra il sogno, la visione, l’estasi mistica, e un certo attaccamento alla realtà, tant’è che tutto il testo esplicita la consapevolezza di sapere ciò che sai di volere e persino ciò che ti aspetta. Dico bene?
Ho sentito una traiettoria, non mi pongo nemmeno la domanda se sia vera e reale o meno. È vera per me a quanto pare.
È così anche nella vita di tutti i giorni?
La “vita di tutti i giorni” non è altro che questo. Considerare due vite è dualità e spesso l’esistenza ti chiede di starci dentro ancora, nella dualità.
Musicalmente parlando, “Profeti” è molto coerente con il tuo singolo precedente, “Lunedì”. Cosa ci puoi dire della tua scelta musicale, da dove viene questa commissione di elementi?
Ho sentito una traiettoria, non mi pongo nemmeno la domanda se sia vera e reale o meno. È vera per me a quanto pare. La “vita di tutti i giorni” non è altro che questo. Considerare due vite è dualità e spesso l’esistenza ti chiede di starci dentro ancora, nella dualità.
Cosa speri che arrivi agli ascoltatori di “Profeti”?
Che si sveglino.
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