MOONARI: “La solitudine come punto di forza e debolezza” | Indie Talks
Che cosa significa “debolezza”? La debolezza può essere qualcosa di soggettivo oppure anche gli altri percepiscono quali sono le cose che ci mettono più in difficoltà?
Abbiamo parlato a cuore aperto e con i nervi scoperti proprio di questo con MOONARI, che da poco ha pubblicato il suo nuovo disco “Sono Nato Debole”. Che cosa sia per lui il concetto di debolezza, lo scoprirete leggendo questo nuovo Indie Talks.
Bello è però sapere come anche quelle che possono sembrarci a primo impatto dei limiti, si rivelano poi scale per arrivare fino alle nuvole.
MOONARI x INDIE TALKS
Ciao MOONARI, benvenuto! Dopo aver ascoltato il tuo nuovo disco “Sono Nato Debole” ci hai ispirato per l’argomento di questo nuovo Indie Talks. Oggi parliamo di debolezza. Qual è dunque secondo te il tuo punto debole?
Ciao! Sono felice di avervi ispirato questo argomento, penso che il mio punto debole e anche punto di forza sia la solitudine. So stare da solo, ma l’abbandono e il rimanere solo è anche il mio incubo peggiore.
Riprendendo il titolo del tuo disco, ci chiediamo quindi se le tue debolezze ad un certo punto sono diventate per te un punto di forza!
Il saper stare da solo diventa un enorme punto di forza col tempo, perché impari a conoscerti meglio e a capire cosa e chi veramente ti fa bene. Stare da soli paradossalmente ti porta ad apprezzare all’ennesima potenza la condivisione, quando arriva.
Nei momenti di sconforto e di debolezza più assoluta, quanto è difficile per te chiedere aiuto?
Non ho mai avuto troppe difficoltà a chiedere aiuto a qualcuno che amo (amic*, parenti) in momenti di grande sconforto e difficoltà. Chiedere aiuto è normale.
Sappiamo che “Sono Nato Debole” è un lavoro su te stesso oltre che sulla tua musica dopo aver appreso di avere un principio di sordità. Come è stato per te all’inizio convivere con quella che hai definito una “debolezza”?
È stato ed è tutt’ora molto difficile e stancante: ci vuole una concentrazione costante per tutto il giorno che alla lunga ti spossa. Ma paradossalmente una cosa così brutta come questa mi ha portato ad essere un ascoltatore molto più attento rispetto a prima. L’ascolto è una disciplina in cui non tutti sono bravi, ed è tragicomico che per capirlo bene mi sia dovuta arrivare una mazzata del genere.
E come ti senti adesso?
Mi sento bene. Ogni tanto bestemmio per la sfiga che ho avuto (in realtà bestemmio per qualsiasi cosa), ma poi penso che sarebbe potuto andare peggio. Alla fine, sento, non sono sordo. E poi sono molto contento di aver chiuso questo disco in italiano!
Qual è il messaggio che vorresti veicolare attraverso il tuo nuovo lavoro artistico che non hai ancora detto fin qua?
Non sono qui per insegnare necessariamente qualcosa, ma penso che dovremmo fare quello che ci piace e fregarcene delle playlist e di tutte queste regole di mercato inutili e deleterie. L’unica cosa importante è suonare ed essere felici quando lo si fa. Le persone si affezionano e creano legami veri con chi è onesto attraverso la propria musica.
Dirò un’altra cosa: il 29 giugno all’Eur Social Park, a Roma, data del release party del mio disco. Spero di vedervi lì <3
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