Solitamente quando arriva il periodo delle vacanze il mondo prova a mettersi in pausa, a tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi, facendo sparire ogni voglia di pensare a tutti i problemi.
Fare finta di niente però non è la soluzione ideale ed ecco perché gli Alan, provocano e si arrabbiano nel nuovo singolo “Andiamo al mare”, scagliandosi contro un mercato del lavoro caotico, usurante e perché no, addirittura malvagio.
Le ferie sono un diritto dell’essere umano, ma quando i soldi sono quelli che sono, diventa inevitabile rinunciare al piacere, concentrandosi solamente sul dovere. E così anche provare ad organizzare una piccola gita fuori porta, scappando via dai problemi diventa un percorso tortuoso e stressante arrivando al punto di pensare che non ne vale neanche neanche la pena.
I giovani, in particolare, sono sottopressione, costretti a lottare tra bollette, casa in affitto e sogni nel cassetto, mentre la società è pronta a chiudere tutto e godersi il sole dell’estate.
Il duo milanese degli Alan, composto da Alex Malaguti e Andrea Chirico, ci regala un tormentone legato alla realtà di tutti i giorni, pieno di rabbia e sacrificio.
È più uno sciopero morale contro un mercato del lavoro sempre più distorto e sfidante per ogni generazione. La modernità non è un nemico, il fatto di non volerne cogliere le opportunità però si.
Il lavoro conferisce dignità all’essere umano ed il meritato riposo è parte della riflessione che ognuno di noi dovrebbe mettere in pratica per ricaricarsi al meglio e meditare sul proprio operato. Il guaio è che molti non riescono più a concedersi il momento del riposo poiché sono troppo impegnati nel sopravvivere quotidiano e purtroppo, con il coltello alla gola, a qualcosa devono rinunciare.
Che il socialismo utopistico è impraticabile perché l’uomo moderno non è in grado di pensare coralmente ad i problemi che lo affliggono. Sarebbe deluso nel vedere che in fondo anziché evolverci verso una coscienza comune, ci siamo involuti verso un egoismo solitario ed infruttifero.
È sempre più difficile vivere di qualsiasi cosa. La musica, come ogni altro settore nel quale un professionista vorrebbe esprimere il proprio amore verso il mestiere, è diventata una fabbrica di frustrazione. Tanto impegno e pochi riconoscimenti. Ahimè non si può vivere solo di sogni.
Nelle relazioni, la cosa più barbara che possa accadere è che l’eccesso di confidenza porti ad esternazioni verbalmente violente. In persone che si conoscono da sempre in particolare, si tendono a dire cattiverie che non verrebbero mai proferite a sconosciuti. È amore quello? No, è l’esercizio di un ricatto morale
La consapevolezza che non tutto sia rosa e fiori è una chiave per vivere in maniera matura ciò che alle volte sembra insostenibile. Quando il sesso va a gonfie vele e la stanchezza non prende ancora le membra, tutto va alla grande. I problemi fortificano le relazioni perché la volontà di superarli passa da una visione completa è consapevole della vita.
Mutuo un pensiero di Caparezza quando viene affermato che i fautori di questo pozzo di oscurità siano proprio coloro che si dichiarano luminari.
Viviamo in un epoca di relativismo ed oscurantismo inestricabile che avrebbe necessità di una vera e propria rivoluzione culturale
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