Indie Rock Italia | Fuoco e Fiamme sul Paese

La scenario della musica indipendente italiana è caratterizzato da una grande eterogeneità artistica: pop, urban, jazz, cantautorato; ma soprattutto: rock.

Tutto inizia da lì. Una cantina, dei ragazzi e delle ragazze che si incontrano lì per trovare il loro posto nel mondo. Una chitarra, un basso, un microfono, una batteria e forse una tastiera e tanta urgenza di comunicare, a volte gridare al mondo, la propria visione sulla realtà; spesso controversa, spesso spigolosa.

Questa storia probabilmente rispecchia la nascita della maggior parte delle band rock in Italia e nel mondo.

Alt, Punk, Emo, Electronic: il rock in Italia è vivo e arde sui palchi di tutto il paese, pronto a infiammare il pubblico con storie appassionanti e sonorità di rottura.

Oggi si celebra l’Indie Rock italiano!

Scopriamo i migliori progetti artistici Indie Rock Italiani secondo la redazione di Indie Italia Magazine.

 

Verdena

I Verdena rappresentano il cuore pulsante del rock in Italia. Una band che non esageriamo a definire “sacra” per quel che è stata la storia della musica indipendente dalla loro formazione fino ad oggi.

Loro non amano stare al centro dell’attenzione, scompaiono per qualche anno, e come un fulmine a ciel sereno piombano sulla scena insegnando il modo in cui suonare. Il trio composto dai fratelli Ferrari e Roberta Sammarelli incarna alla perfezione il vero significato di rock band, con una carriera che sarebbe inutile andare a spiegare per quanto ormai sia incastonata nell’immaginario collettivo.

Abbracciando tutti i rami del genere, come il grunge, l’alternative, il progressive e lo psichedelico, i Verdena negli anni ci hanno regalato una serie di dischi immortali, partendo dal primo omonimo, fino ad arrivare a “Volevo magia”, l’ultimo uscito.

Brano consigliato: Muori Delay

The Zen Circus

Nell’indie rock indipendente gli Zen hanno una storia particolare, fatta di calci in culo, bassifondi e vero disagio generazionale. Proprio per questo forse sono ad oggi una delle band più solide del panorama, con una profondità musicale e nella scrittura senza precedenti.

La Band nasce a Pisa nel lontano 1994, con una formazione diversa che è diventata poi stabile con l’iconico trio formato da Appino, Ufo e Karim. La vera svolta avviene con l’incontro con Brian Ritchie (Fondatore dei Violent Femmes) che grazie ad una serie di coincidenze collabora con loro, facendo nascere così “Villa Inferno”, un disco quasi del tutto cantato in inglese che vede la partecipazione di alcuni degli artisti più iconici del panorama rock mondiale (Kim e Kelley Deal, Jerry Harrison, Giorgio Canali).

Sugli Zen ci sarebbero tante cose da dire nella loro carriera che un solo libro (tra l’altro già pubblicato) non basterebbe. Una delle band più iconiche, con all’attivo alcuni degli album più importanti usciti in Italia. La scrittura di Appino è vera, sofferente e figlia di un paese che li ha sempre messi da parte, ma che fortunatamente gli ha permesso di diventare un tassello fondamentale della storia della musica italiana indipendente.

Brano consigliato: L’Anima Non Conta

Fast Animals And Slow Kids

Nel lontano 2010, dei giovani ventenni Perugini vincevano il contest Italia Wave Love Festival come miglior gruppo emergente italiano, venendo poi notati da un Andrea Appino in giuria. Appino in loro ci aveva visto qualcosa, qualcosa che mancava nel panorama musicale, e decide quindi di produrgli il primo disco, “Cavalli”. Arrivati ad oggi possiamo tranquillamente dire che quel giorno ci aveva visto lungo, gettando le basi di quella che è la meravigliosa carriera dei Fast Animals And Slow Kids.

All’attivo con 5 album pubblicati, i Fask hanno avuto un’evoluzione musicale continua, sperimentando e creando sempre qualcosa di nuovo. Partendo da “Hỳbris”, disco punk fino al midollo ma che osa inserendo al suo interno violini e strumenti a fiato (non è un caso la scelta del nome, che sta a rappresentare la tracotanza che porta l’uomo a presumere di poter vincere sul divino con la propria potenza), passando poi per “Alaska” uno dei dischi più cupi e dolorosi della band, suonato con violenza e che si conclude con un’epopea di speranza.

Successivamente abbiamo “Forse non è la felicità”, “Animali Notturni” e l’ultimo disco pubblicato “È già domani”, che al suo interno presenta influenze che vanno dai Cure allo Springsteen di Born To Run.

I Fask hanno qualcosa di diverso dalle altre band, una sorta di empatia che li unisce al pubblico, che si traduce in quel che la musica di base dovrebbe essere: condivisione.

Brano consigliato: Forse non è la felicità

Maria Antonietta

Maria Antonietta ha l’innata capacità di riuscire ad affascinare chiunque dal primo secondo in cui la si ascolta. Il mondo che si è creata intorno a sé è un gigantesco paese delle meraviglie in cui tutto ciò che viene toccato confluisce in un contenitore per poi venir sputato via sotto forma d’arte, e la cosa bella dell’arte è che ognuno può trovarci il senso che vuole.

Ogni suo brano può prendere la forma di un racconto, di un dipinto, o ancora di un paesaggio. Questo suo talento raro è quanto di più serve in un mercato musicale che sembra sempre di più badare ai numeri anziché alla purezza della musica.

Brano Consigliato: Deluderti

Elephant Brain

Rimanendo su Perugia, gli Elephant Brain sono di sicuro una delle band più promettenti del panorama indipendente. Nascono nel 2015 pubblicando l’anno successivo il loro primo EP omonimo. Dopo tre anni di pausa ritornano sulle scene con “Niente di speciale”, disco d’esordio che vede alla produzione Jacopo Gigliotti (Fast Animals And Slow Kids). A Novembre 2022 esce “Canzoni da odiare” il secondo disco che vede ormai accentuata la maturità della band.

Negli Elephant si riconosce un alternative rock più classico, che riesce a comunicare immediatamente attraverso un sound solido e d’impatto. Ciò che è subito riconoscibile è la loro identità musicale, caratterizzata da fantastiche linee di chitarra che ti entrano in testa e che non sembrano voler essere mai dimenticate.

Brano consigliato: Weekend

Le Endrigo

Le Endrigo sono la tipica band da cantina, che prende le prime chitarre marce, fregandosene dei tecnicismi e dando vita a qualcosa di viscerale. La loro carriera si apre a metà degli anni 10’, dove avviano una gavetta che li porta dai localini più intimi ai grandi palchi, finendo poi lo scorso anno ad X Factor.

Se si dovessero descrivere Le Endrigo, si potrebbe dire che siano una band che combatte gli stereotipi, con canzoni provocatorie e lontane da ogni tipo di machismo. Il loro sound negli anni è diventato sempre più accattivante, con basi solide sul punk più caciarone, ma vicino anche al Rock Britannico degli Smiths.

La voce di Gabriele Tura (Voce e chitarra) è una delle più potenti degli ultimi anni. Riesce a passare tranquillamente dalla dolcezza più disarmante alle grida più disperate, regalandoci uno dei migliori gruppi Indie Rock italiani.

Brano consigliato: Stare soli

Motta

Francesco Motta è uno dei capisaldi del nuovo cantautorato italiano. Inizia la sua carriera fondando i Criminal Jokers, band con una matrice Punk, che si sposta poi più sulla new wave. Nel 2016 esordisce come solista con “La fine dei vent’anni”, uno dei dischi più importanti dello scorso decennio.

Motta è la dimostrazione che il rock non è solo fare casino, ma è anche suoni delicati che ti toccano l’anima. Il suo acoustic rock conduce immediatamente a lavori intimi come quello di Springsteen nel disco “Nebraska”, dove si da più importanza alla durezza delle parole, rispetto alla musica che resta comunque grandissima. Dal punto di vista della qualità infatti, le produzioni di motta, la dicono lunga sul suo impressionante talento.

Brano consigliato: La fine dei vent’anni

Post Nebbia

La giovanissima band classe 99’ sembra essere qualcosa di totalmente estraneo alla scena musicale. Rappresentano il vero significato della parola sperimentazione, che li ha portati poi a partorire uno dei migliori dischi degli ultimi anni, “Entropia Padrepio”.

Muovendosi tra il rock psichedelico e abbracciando varie correnti musicali hanno dato vita ad un modo tutto loro di intendere la musica, cioè qualcosa di trascendentale che si allontana totalmente dagli standard che il mercato richiede, ma che è riuscito senza problemi a sbaragliare chiunque.

Non c’è nessuno con cui poterli mettere a confronto, loro sono i Post Nebbia e sono unici nel loro genere.

Brano consigliato: Cuore semplice

Emma Nolde

Emma Nolde è senza ombra di dubbio il futuro della musica italiana, canta nella sua introspettività tutto il disagio di una generazione che viene continuamente rimbalzata tra un passato che vuole essere conservato e un futuro che sembra essere sempre più sfocato.

Nonostante la sua giovane età ha alle spalle una cultura musicale che farebbe invidia a chiunque. Il punto però non è solo averla, ma saperla sfruttare per creare qualcosa di iconico. Tra le varie deviazioni del rock, jazz e musica pop, Emma Nolde dona la vita al suo personale mondo.

All’attivo con due dischi “Toccaterra” e l’ultimo recentemente uscito “Dormi”, Emma Nolde ha dimostrato di avere dentro una vera anima rock.

Brano consigliato: Berlino

 

Loren

Nascono a Firenze nel 2018, dimostrano di essere una delle band più promettenti del panorama indipendente.

I Loren ti riempiono di calore nei momenti più freddi della tua vita., la loro musica è l’esplosione di speranza che mancava in un mercato che ultimamente presenta delle tendenze sempre più pessimiste. La loro musica parla di unione, ed unione possiamo trovarla anche nelle produzioni, che uniscono diverse sfaccettature del rock più pulito, del blues, di un cantautorato più classico e qualche punta di gospel presente in alcuni brani. Nei testi parlano di essere migliori, di uscire dal buio e di esorcizzare le proprie paure. Temi sempre più preziosi che dovremmo abbracciare per sopravvivere ad un mondo in continua disperazione.

Brano consigliato: Buio

Ministri

I Ministri si preparano continuamente alla battaglia solcando i migliori palchi italiani da 20 anni mantenendo alta la bandiera del rock.

Una band con una gigantesca carriera alle spalle che non ha certo bisogno di presentazioni. Il trio formato da Davide Autelitano detto “Divi” (voce e basso), Federico Dragogna (chitarra) e Michele Esposito (batteria), è ormai impresso nell’immaginario collettivo, diventando nel tempo d’ispirazione per le nuove generazioni di musicisti.

Pubblicano nel 2006 il loro primo disco “I soldi sono finiti”, dove al suo interno viene inserita una moneta da 1€, simbolo provocatorio nei confronti dei consumatori, che sempre più si affidano alla pirateria contribuendo alla crisi delle case discografiche. Gli intenti della band vengono palesati fin da subito, un modo di fare musica anticonformista, pronto a schierarsi politicamente quando serve.

Negli anni successivi sfornano una serie di successi uno dopo l’altro, caratterizzati da una perfetta qualità musicale che li rende poliedrici. Nei ministri possiamo infatti trovare un punk duro e crudo in “La casa brucia” o romantiche ballate con tratti dream come nel caso di “Domani Parti”, presente nell’ultimo disco della band.

I Ministri sono di fatto iconici e non potevano mancare in questa lista.

Brano consigliato: Una palude

Gazebo Penguins

I Gazebo Penguins sono un’istituzione nell’emo italiano. Fanno parte di quelle band che meglio riescono a cantare il dolore a suon di chitarre distorte. La potenza di questa band sta tutta nella rabbia con cui suona ogni accordo e nella disperazione con cui viene urlata ogni parola.

Generazioni di ragazzi uniti sotto un palco a perdere la voce intonando le parole “senza di te ho perso un pò di ilarità”, che grazie a questa band hanno capito di far parte di una comunità, non più soli e smarriti, ma uniti per il volere della musica. I Gazebo solcano le classifiche senza appartenere alla musica mainstream, dimostrando di essere delle vere e proprie icone dell’indipendente italiano.

Brano consigliato: Senza di te

I Botanici

La musica dei Botanici è tutto quello che di cui abbiamo bisogno per svegliarci dalla monotonia della quotidianità. Nei loro testi è presente il tipico senso di smarrimento di chi ancora non ha capito cosa fare della propria vita, o di chi ha scelto invece di ricominciare capendo di aver sbagliato tutto. Avere band così, che riescono a comunicare ad una generazione smarrita, è una fortuna, ed un perfetto simbolo di un rock che si adatta al momento storico in cui si trova ma che non abbandona mai i suoi seguaci.

Il sound dei Botanici è devastante ma delicato quando serve, ne è un esempio “cose superflue” in cui tra un riff e un altro viene inserita una chitarra jazz, che rappresenta un po’ la calma prima della tempesta.

Brano consigliato: Nottata

Tonno

Nelle canzoni dei Tonno è presente la malinconia di un ricordo che non vuoi lasciare andare, che ti diverte pensandoci, ma che nel ritornello ti prende in contropiede devastandoti di angoscia.

La Band toscana gioca con i sentimenti dei propri ascoltatori, plasmando l’idea che in fondo sentirsi inadeguati non è poi così una brutta cosa. Gioca con le parole, non si prende sul serio e preferisce lasciare il ruolo principale al bambino che è in loro.

Il sound dei Tonno ricorda per certi versi quello dei Killers nell’approccio, ma con contaminazioni che vanno dall’emo al punk. Il risultato è un’identità ben definita per una band che rappresenta il futuro di questo genere.

Brano consigliato: La mia prima casa

Cara Calma

I Cara Calma parlano di socialità, del mondo in cui viviamo e del modo in cui ci schiaccia. Insieme dal 2017, hanno dimostrato di essere una delle realtà più apprezzate del panorama. Cominciano il loro percorso sfornando un magnifico disco d’esordio che prende il nome di “sulle punte per sembrare grandi” prodotto in collaborazione con Karim Qqru (The Zen Circus).

Nel 2019 esce il secondo disco “Souvenir”, una lettera dedicata a loro stessi, per avere in futuro un ricordo a cui aggrapparsi. Segue poi nel 2022 “Gossip”, l’album che conferma l’ormai maturità della band, sempre più consapevole di saper fare musica e di aver qualcosa da dire. “Gossip” è un grido d’allarme che la band lancia rispetto ad una società che sembra ormai una vetrina in cui apparire, in cui tutto è criticabile e il confine tra giusto è sbagliato sembra non esistere, l’importante è che se ne parli.

I Cara Calma decidono di urlare tutto questo questo, mettendo alla mercé di chiunque la loro intimità. Gesto fondamentalmente apprezzato che li ha resi una delle promesse degli ultimi anni.

Brano consigliato: VMDV

 

Gomma

I Gomma lasciano larga manica all’emotività, regalandoci un post punk cupo che abbraccia il malessere. Il loro sound è ricco di inquietudine, con linee di chitarra che ti entrano in loop nel cervello quasi ipnotizzanti. I loro brani scavano a fondo nell’animo umano, in una sottospecie di seduta dallo psicologo che va a ricercare quello che blocca la serenità.

La continua ricerca ci ha regalato dei brani violenti, che noi ascoltatori abbiamo assorbito come sfogo nei confronti di un mondo disgustoso in cui ormai sono più le cose da abbandonare che quelle da salvare.

Brano consigliato: Iena

 

Soviet Soviet

La band pesarese è forse il progetto meno “italico” di questa speciale selecta. E per questo rappresenta un vanto per il #rock #madeinitaly nel mondo.

I primi due EP pubblicati “No title” e “Soviet Soviet” si diffondono rapidamente in larga scala, raccogliendo consensi ovunque e finendo per essere attenzionati dalla rivista inglese Pitchfork. Nel 2011 il loro primo album “Nice” e nel 2013 “Fate” che li consacra ufficialmente.

“Fate” è sicuramente uno degli esempi di musica da seguire, in cui la band matura un sound più cupo e feroce, con linee di chitarra che ci riportano ai Joy Division e atmosfere alla The Cure. Un ritmo martellante ed una voce che quasi ti incanta, ci confermano che il successo dei Soviet Soviet non è di certo da attribuire alla fortuna o a qualche strategia. Sono semplicemente bravi e rappresentano un punto di riferimento per il post punk in Italia.

Brano consigliato: Ecstasy

Voina

Il linguaggio dei Voina è un linguaggio sporco, che ti attira immediatamente per la crudezza con cui ti gettano in faccia lo schifo in cui viviamo. Nelle loro parole, nei loro suoni, non troviamo una speranza spicciola che ti illude, ma anzi un invito a lasciarsi andare e abbracciare ogni dolore per renderti duro all’esterno.

La band si ispira al rock statunitense degli anni 90 con qualche tinta di post-hardcore; negli anni si consolida la loro aderenza al mondo indie rock con una serie di dischi di successo, in particolare “Alcol, Schifo e Nostalgia”, uscito nel 2017, che scala le classifica viral di Spotify con il singolo “Io non ho quel non so che”. Un brano che sdogana il concetto del “se non sei all’altezza sei un fallito”, dimostrando che in fondo non c’è niente di male a non voler essere nessuno.

Brano consigliato: Io non ho quel non so che

 

Giallorenzo

I Giallorenzo sono una band giovane ma che in poco tempo ha dimostrato di essere di grande talento. Di ispirazione emo e post-punk, i loro dischi sono quel che serve per portare avanti un mercato rilegato da sempre ai nomi del passato e visto con nostalgia.

Quella dei Giallorenzo è una carriera che parte con “Milano posto di merda”, primo disco con una produzione sì, di grande qualità, ma non troppo pulita, risultando sincera e arrivando dritta all’anima dell’ascoltatore. “Fidaty”, arrivato un anno dopo, riconferma il grande talento della band, che si protrae fino a “Super soft reset” uscito nel 2022. Un disco maturo in cui i Giallorenzo dimostrano di essere in perfetta confidenza con gli strumenti che hanno in mano.

Brano consigliato: MEGAPUGNO

 

Giancane

Ex chitarrista del gruppo “Muro del Canto”, ha poi avviato una sua carriera da solista con all’attivo due album e un EP. Recentemente si è reso noto al pubblico mainstream per aver curato la colonna sonora della serie animata “Strappare lungo i bordi”.

Giancane è considerabile come il padre della nuova grammatica cantautorale, cambiando completamente il modo di comunicare, utilizzando un linguaggio “sporco”, che appartiene alla strada e da quel momento in poi ripreso da altri cantautori. Nella sua musica incazzata troviamo il caldo abbraccio di chi riesce a capire il nostro disagio, aprendo una breccia a suon di chitarra elettrica nel marcio che ci circonda e facendoci sentire meno soli e parte di una comunità.

Brano consigliato: Vecchi Di Merda

Di: Filippo Micalizzi