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Le Formiche | Intervista Indie Italia Mag

Di Marco Loop

A distanza di sei anni, Le Formiche tornano con due singoli che segnano un cambiamento importante sia nelle tematiche affrontate che nel sound proposto.

La band nasce a Palermo nel 2010. Il trio di ragazzi siciliani dopo breve tempo pubblica il suo primo disco “Figli di nessuno” che affronta tematiche prettamente sociali legate a storie che cercano di raccontare la difficoltà ed il disagio dei giovani, nati e vissuti in provincia, e che non hanno molte prospettive davanti a loro.

Con i nuovi due singoli invece la band palermitana si avvicina molto di più a tematiche intimiste e sentimentali, proprie di un cantautorato più moderno. Così come anche il loro sound si discosta un po’ da sonorità rock più classiche (che avevano caratterizzato il lavoro precedente) e vira verso suoni più prettamente it-pop. Anche grazie all’inserimento dei synth e di suoni elettronici.

I membri del gruppo sono Giuseppe La Formica (voce e chitarra), Valerio Mina (Chitarra) e Davide Terranova (Batteria) e, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, hanno iniziato un nuovo importante capitolo della loro esperienza musicale con la pubblicazione dei singoli “Tanto così” e “Saluta la città” che anticipano l’uscita del loro secondo disco. Quest’ultimo brano, anche grazie al PR di Indie Italia Mag è stato passato in radio da Rosario Fiorello durante una recente puntata de Il Rosario Della Sera, programma radiofonico in onda su Radio Deejay.

Abbiamo contattato direttamente la band per fargli qualche domanda su queste nuove uscite e sapere cosa aspettarci per il futuro.

INTERVISTANDO LE FORMICHE

Ciao Ragazzi. Per prima cosa complimenti per le vostre ultime uscite. Il vostro percorso artistico è iniziato già qualche anno fa con la pubblicazione del primo disco. Quanto e in che cosa pensate di essere cambiati da allora?

In tutto forse. Il modo di scrivere le canzoni, il suono, gli argomenti. Rispetto al primo disco l’unica linea comune è la formula canzone dove però questa volta abbiamo curato di più i ritornelli e le linee vocali senza far mancare i riff di chitarra con l’aggiunta dei synth. Ingrediente mancante nelle nostre prime canzoni.

Da dove è nata la necessità di questo cambiamento così profondo?

E’ stato un cambiamento spontaneo. Le nuove canzoni sono nate tra Palermo e Torino in un momento di cambiamenti personali per tutti noi. Il trasferimento in una nuova città, le persone nuove e soprattutto i luoghi differenti ci hanno spinto e stimolato nuovi argomenti e nuovi suoni.

Ai due singoli usciti da poco seguirà la pubblicazione di un nuovo disco?

Non abbiamo ancora una data di uscita per il nuovo disco, stiamo aspettando arrivi il momento. Con due singoli abbiamo riacceso i motori e ci siamo nuovamente messi in gioco. Siamo vogliosi di live più che di un disco, ma ovviamente arriverà.

Chi si è occupato della produzione dei brani? E vi siete avvalsi di qualche collaborazione in particolare per questi nuovi lavori?

I brani che troverete nel disco sono stati prodotti da noi stessi, anche se Davide (Davide Terranova, batterista della band n.d.r.) ha gestito più di tutti la produzione. Inoltre in molti dei brani che sentirete c’è stata la partecipazione di Ale Bavo, incluso l’ultimo singolo uscito “Saluta la città”. Ma di collaborazioni durante la produzione ne abbiamo avute. Per “Tanto così” le chitarre sono state suonate da Ernest (chitarrista de I Giocattoli) ed in alcuni punti del testo è stato prezioso l’intervento di Vincent (voce e synth di The Heron Temple).

Quali sono i vostri riferimenti musicali?

I riferimenti sono tanti, ognuno con i suoi ascolti porta un ingrediente in più. Quello che però ci ha accomunati tutti è stata l’intenzione di fare belle canzoni. Non c’era voglia di facciamolo strano ma solo di raccontare delle storie, vere e semplici. Quindi diciamo che il cantautorato italiano è stato una grande fonte di ispirazione.

Come sono nate le idee dei video degli ultimi due singoli? Chi li ha curati?

I video dei due singoli sono collegati tra loro. In Entrambi troviamo Giada, nel primo sola nella sua stanza, balla e si lascia guardare sicura di essere speciale poi però si guarda allo specchio, un po’ insicura e un po’ curiosa di sapere chi è o cosa l’aspetta. Nel secondo invece si lascia andare, trasportata dal vento in sella ad una moto si gode la felicità che a volte un singolo giorno può regalare, magari che possa allontanarci dalla fatica di tutti i giorni.

In tempi così spietati è ormai raro trovare la gioia in piccole cose o gesti. A proteggerla c’è Sirio,compagno d’avventura, ed insieme trasformano un singolo giorno in un dolce viaggio. E la storia di Giada non è ancora finita… Lei è il simbolo di alcune storie fatte di luoghi comuni, storie semplici ma importanti, la ragazza della porta accanto che studia, colora i capelli e non smette di sognare. Ad avere l’idea e a realizzare il tutto è stato Duilio Schillaci (Voce de i Giocattoli). Si è creata una piccola squadra in cui crediamo molto.

Quali sono i vostri progetti per il prossimo futuro?

Un tour è il prossimo obiettivo. Stiamo lavorando per quello e non vediamo l’ora.

Grazie infinite ed in bocca al lupo per il vostro proseguo artistico.

Viva il lupo.

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