the heron temple

The Heron Temple: la musica che ti divora

Di Nicolò Granone e Salvatore Giannavola

Dimartino, La Rappresentante di Lista, I Giocattoli, Nicolò Carnesi, Angello e quindi The Heron Temple; sembra proprio che la vivacità culturale di Palermo abbia dato vita a una generazione di cantautori e band che sta piano piano ritagliandosi uno spazio importante nello scenario della nuova musica italiana.

Abbiamo avuto l’occasione di conoscere il progetto The Heron Temple in tv, nell’autunno dell’anno scorso quando andavano in onda le selezioni per la scorsa edizione di X-Factor. Rimanemmo impressionati dall’intensità, dalla verve e dalle sonorità di questa band: soul/blues/rock del passato con la più moderna musica elettronica.

The Heron Temple è uno duo  che nasce ufficialmente nel 2016 dall’incontro tra i palermitani Valerio Panzavecchia e Vincent Hank che il 21 luglio vedremo esibirsi sul palco del Sundays Festival insieme a Lemandorle, La Municipàl, Meli e Agnello.

Li abbiamo intervistati per conoscere meglio l’origine di questo progetto e alcune curiosità sui futuri sviluppi.

TICKETS SUNDAYS FESTIVAL: link.

INTERVISTANDO THE HERON TEMPLE

Come avete scelto il vostro nome?

Spesso per una band scegliere il nome ( o il titolo di una canzone ) è un compito molto difficile, forse il più complesso. Fino ad un anno fa scrivevamo quasi esclusivamente in inglese, per cui cercavamo un nome di stampo “esterofilo” che potesse rappresentarci. Ci piaceva l’idea del tempio e della perfezione geometrica che lo rende maestoso e capace di rimanere in piedi per migliaia di anni. La forma triangolare del frontone, i capitelli frutto di studi matematici e geometrici, i colonnati speculari, ci ricordano che nel tipo di musica che facciamo ( elettronica mista al soul/rock/blues del passato ) bisogna essere sia ” quadrati e compatti ” sia artisticamente ispirati a nuove soluzioni. L’immagine dell’airone (Heron) rispecchia invece il nostro modo di essere: viaggiatori, sempre pronti a spostarsi da un luogo all’altro. Gli aironi non sono uccelli aggressivi, ma per la loro stazza sono rispettati dagli altri animali, quindi hanno questa specie di filosofia ” vivi e lascia vivere ” in cui ci ritrovavamo molto. Da queste due immagini, il nome, The Heron Temple.

Siete cambiati dopo X-Factor?

X-Factor è stata una bellissima esperienza ed in tre mesi di lavoro ti ritrovi in una realtà che la maggior parte delle volte non si affronta neanche in decine di anni. Impari a lavorare sotto stress, con tempistiche e dead lines molto risicate e sai che in quei pochi minuti in cui sarai sul palco dovrai dare il 200% delle tue capacità. Quando fai un tuo concerto puoi anche permetterti un piccolo calo di tensione, un minimo errore, puoi permetterti di riprendere fiato tra una canzone e l’altra. Ma sul palco di X-Factor hai due minuti per convincere quattro giudici e, di riflesso, milioni di persone a casa. Senti di avere delle responsabilità completamente diverse da un concerto vero e proprio, ed impari in qualche modo una certa etica del lavoro che è propria dello show business, in cui ognuno ha il suo ruolo, sei seguito da un team di persone che lavorano con te e per te, per cui ti senti anche in dovere di dare il massimo. In più, un giorno ti conoscono solo i tuoi amici e quelle persone che ti hanno visto suonare in qualche pub, il giorno dopo decine di migliaia di persone ti scrivono, ti seguono e cominciano a cantare le tue canzoni. Fa strano suonare in giro per l’Italia e vedere persone che conoscono i tuoi brani.

Come procede la creazione del album? Sarà interamente in italiano?

L’album procede bene, abbiamo la fortuna di lavorare in grande sintonia e di essere aiutati da molte eccellenze siciliane che ci danno la loro “consulenza” da amici più che colleghi, e tutto ciò ci fa crescere ogni giorno di più.

La scelta dell’italiano è un pallino che abbiamo sempre avuto, ma dopo aver conosciuto e parlato varie volte con chi già aveva fatto la nostra strada ( anche Manuel Agnelli e Levante iniziarono con l’inglese, per poi virare sull’italiano) abbiamo capito che, si, sarebbe stata una nuova sfida, ma volevamo esprimerci nella nostra lingua, che ha milioni di fantastiche sfaccettature.

Avete scoperto “perché è tutto così buio” come cantare nel vostro ultimo singolo “Milano ti divora”?

Quando abbiamo scritto “Milano ti divora”, che fondamentalmente è uscita fuori tutta in un pomeriggio, pensavamo a come un salto nel buio possa comportare un cambiamento radicale nella vita delle persone. Milano infatti non è il mero contesto della canzone, ma il pretesto, per parlare di tutte quelle situazioni in cui, per necessità o ambizione, ci ritroviamo ad andare via dalla nostra “comfort zone”, chiudere la porta e lasciare indietro tutto quello che abbiamo, per entrare in una nuova vita che sicuramente ci cambierà.

In più, proprio mentre scrivevamo Milano ti divora, Vincent stava leggendo un libro di Giorgio Bocca, “Metropolis”, che parla proprio della differenza tra la luminosa Milano del centro, la frenesia di una metropoli finanziaria in cui tutti sono accecati dal successo e dal potere, contrapposta alla Milano “buia” delle campagne circostanti, dove i veri milanesi si sono rifugiati per ritrovare un po’ di quella semplicità, di quella realtà, che si andava via via perdendo.

Dove vi piacerebbe suonare?

Ovviamente siamo sempre affascinati dai grandi Festival estivi in Italia, non solo perché in queste occasioni puoi suonare davanti a migliaia di persone, ma perché puoi incontrare e conoscere tantissima gente ed artisti fantastici che suonano sul tuo stesso palco. Ci sono poi palchi storici in giro per l’Italia che ci piacerebbe calcare, anche perché siamo cresciuti anche noi in un certo ambiente “underground” quindi alcune venue come il Covo a Bologna, il Monk a Roma o Fabrique/Santeria a Milano sono luoghi storici per noi, che speriamo di vivere da protagonisti nel prossimo futuro.

Il 2 Giugno avete aperto il concerto di Fabri Fibra, com’è andata?

Suonare prima di un artista così amato in Italia non è mai facile, perché spesso il 90% del pubblico non vede l’ora di assistere a quel concerto e mette in secondo piano la tua performance. Tuttavia già quando abbiamo suonato noi, al tramonto, moltissima gente affollava il Foro Italico e dopo il concerto ci hanno mandato molte foto e instagram stories ( si, ci siamo piegati anche noi alla tecnologia ed il Social Media Management DIY ). Il pubblico cantava e ballava, qualcuno conosceva anche le canzoni ed è sempre una gioia immensa quando succede. Suonare mentre ancora c’è la luce del sole ti mette in condizione di vedere chiaramente le facce delle persone tra il pubblico e siamo contenti che tutti sembravano essere presi dal nostro live. Avevamo 25 minuti e ci sono sembrati cinque, tanta era l’adrenalina e la voglia di far bene davanti al pubblico di casa.

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Ti aspettiamo il 21 e il 22 luglio sulle rive del lago di Caccamo (Palermo) per cantare e ballare insieme!