Lemandorle: “Stiamo vivendo gli anni zero di una nuova era discografica”
Di Flora Miceli e Salvatore Giannavola
Se avete ascoltato almeno una volta la playlist “Indie Italia Mag”, vi sarete sicuramente imbattuti in un singolo de Lemandorle. Ma chi sono Lemandorle? Cosa c’è dietro questo interessante progetto musicale fabbricatore di hit?
Sappiamo che sono due, che hanno la barba e che passeranno l’estate in tour, da Torino a Vicenza, passando per Caccamo (PA) dove saranno tra gli head liner del Sundays Festival.
Il loro ultimo singolo, Gelato Colorato, è uscito il 18 maggio e si candida ad essere una delle canzoni più ballate questa estate grazie al suo beat elettronico e ritmato.
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Partiamo dall’inizio: il vostro nome d’arte, Lemandorle, da dove ha origine? Ha un significato particolare per voi?
È un nome che mi ricorda la mia infanzia in Sicilia, d’estate, in vacanza. Il caldo, le feste di paese, i colori della bancarelle, le processioni dei Santi e le mandorle, tostate, ricoperte di zucchero. È una connessione con il passato, con una purezza fatta di ricordi.
Il vostro primo album è ancora in lavorazione, potete anticiparci qualcosa? Conterrà i singoli pubblicati finora o sarà un lavoro del tutto inedito?
Tutto Top Secret. La verità è che non lo sappiamo neanche noi ancora cosa accadrà. Non abbiamo ancora deciso. Sappiamo solo che dopo l’estate arriverà qualcosa. Un nuovo singolo? Un Ep? Un album?
Ti amo il venerdì sera ha superato i due milioni di ascolti su Spotify e tutti i vostri singoli sulla stessa piattaforma vantano più di centomila riproduzioni.
Secondo voi Spotify facilita il contatto tra il grande pubblico e gli artisti emergenti? Voi che rapporto avete con la piattaforma musicale?
Stiamo vivendo gli anni zero di una nuova era a livello di industria discografica. È innegabile quanto sia importante Spotify nel rapporto con il nostro pubblico. Non abbiamo release fisiche del nostro lavoro. Esistiamo solo in maniera immateriale nel web.
San Junipero è probabilmente la canzone che più richiama gli Anni ’80 a livello musicale, si tratta di un omaggio all’omonimo episodio della serie “Black Mirror”?
Assolutamente sì. Un episodio con diverse stratificazioni estetiche e di contenuto. Come ci piace immaginare la nostra musica d’altronde.
Tema ricorrente delle vostre canzoni è l’amore. Ma si tratta di un amore malinconico, rassegnato ad una fine che arriverà inesorabilmente, se non l’ha già fatto.
Come mai i protagonisti dei vostri testi non riescono mai a vedere un lieto fine?
Il lieto fine in realtà forse c’è. Solo che non lo raccontiamo (per ora almeno). In fondo fotografiamo un momento, un segmento, di una storia più ampia. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”… Il più delle volte parliamo di una fase di questi amori, quella del distacco, della rottura. Forse per esorcizzarla.
Nel testo de Le Ragazze citate tanti artisti, in questo momento c’è qualcuno con cui vorreste fortemente collaborare? E perché?
Kanye West. Lucio Battisti. Frank Ocean, Drake, Andre 3000, Stromae. Rappresentano (o rappresentavano) estro, contaminazione, attitudine pop, voglia di sperimentare e rinnovarsi costantemente.
Non vediamo l’ora di assistere al live de Lemandorle. Vi aspettiamo il 21 luglio al Sundays Festival, lago di Caccamo, Palermo!
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