Gambo

Canzoni dipinte su tela | Intervistando Gambo

Gambo è un cantautore varesino, con la passione per il cinema e la voglia di creare un connubio tra musica, testi ed immagini. Per tanti anni i suoi brani restano chiusi in un cassetto, a causa della timidezza che gli impedisce di esporsi davanti ad un pubblico, ma dopo un viaggio in solitaria in Spagna, Gambo decide di realizzare il suo primo progetto audio-visivo. Nasce così l’album “Quadri Di Casa“, realizzato in collaborazione con la pittrice Nena (Elena Conte).

L’intento di Gambo e Nena è quello di unire le canzoni scritte dal cantautore a dipinti che possano potenziare le emozioni in esse contenute: i brani di Gambo spaziano all’interno dell’Io umano, nelle sue diverse forme e fasi della vita, dall’adolescenza all’adulta consapevolezza del rapporto con le proprie scelte, fino al bisogno di amare.

Scrivere e comporre musica è sempre stato un bisogno primario per Gambo, fin dall’adolescenza, ma il desiderio principale dell’artista è quello di non perdere la naturalezza e l’emozione dell’attimo, in favore di produzioni “pensate e furbe”. Potete trovare gli ultimi singoli di Gambo, compreso Da Marta in bici, su Spotify, anche all’interno della nostra playlist.

INTERVISTANDO GAMBO

Pur essendo chiare le tue influenze cantautoriali classiche (a vent’anni ascoltavo De Gregori), lo fai in modo molto fresco, senza scimmiottare i grandi del passato. Ma che ne pensi del cantautorato più recente, dell’it-pop in generale? 

Lo ascolto e ci sono cantautori e progetti in cui mi ritrovo molto, forse proprio perchè ultimamente ci sono sonorità che richiamano il cantautorato classico. Ci sono autori che preferisco ad altri (Brunori, Giorgio Poi, Frah Quintale per citarne alcuni) e alcuni che hanno ispirato anche alcuni miei testi (il primo disco dell’Officina della Camomilla). 

Gambo

Proprio in riferimento a De Gregori, il tuo brano Da Marta in bici mi ha riportato a quelle atmosfere musicali dirette, senza fronzoli: batteria, basso, chitarra acustica e qualche suono ben incastonato nell’arrangiamento.

Pensi che la spontaneità, musicale e lirica, possa ancora pagare, nell’era delle super produzioni anche nella musica “indipendente”? 

Ad essere sincero penso sia difficile…ma non essendo il mio obiettivo posso dire che me la sono goduta nello scrivere e arrangiare liberamente, anche in modo sperimentale e a volte ingenuo essendo il mio primo disco, conscio che non sarebbe stato un prodotto molto radiofonico. È stato per me un viaggio esplorativo, ho capito le cose buone da tenere e gli errori da non rifare per un eventuale prossimo disco. Essendo stato un progetto legato anche ad atmosfere visive ho cercato di riprodurre l’emozione immediata del dipinto senza cercare necessariamente una struttura/produzione “furba” o sofisticata.  

(Tre domande in una) Qual è il concept di “Quadri di casa”? Cosa ti ha portato ad unire dipinti e musica? E come mai hai scelto proprio Nena per questo progetto? 

Mi piaceva l’idea di realizzare un progetto audiovisivo dove fosse l’emozione del momento a guidare la creatività. I testi delle canzoni sono stati tutti scritti nell’attimo in cui ho immaginato la scena riprodotta nei dipinti, una scrittura molto spontanea e immediata. Il mio desiderio ultimo è di realizzare una mostra dove il visitatore può immergersi in dipinti molto grandi (anche di 3 metri l’uno) mentre ascolta i brani.

Conoscevo Nena in ambiti professionali e avevo già visto dei suoi lavori, le ho inizialmente proposto di realizzare disegni molto semplici, quasi bambineschi, ma un giorno è arrivata con una bozza di “Sognatori Mai Partiti” e ho capito che stava facendo qualcosa di diverso…in questo progetto la genialità di Nena sta nell’aver capito esattamente “l’aria” emotiva che ho cercato coi miei brani e rappresentarla visivamente. Da questo punto di vista sono tutti dei capolavori, il mio preferito è Fiori sul Balcone.

 

Gambo

Leggo che ami il cinema e ti piace il connubio tra film e musica. Ascoltando Coniglio Bianco non ho potuto fare a meno di notare un suono come di frusta in sottofondo accompagnato da un lamento, tipico degli Spaghetti Western musicati da Rota o Morricone: è una citazione, un omaggio a quel mondo?

Il connubio Leone-Morricone mi è molto caro, negli anni dell’università ci avevo anche dedicato una tesina. Forse inconsciamente si, la frusta in realtà è un suono che ho ritenuto adeguato considerando anche il senso della canzone: il Mago col cappello rappresenta quella figura critica interiore che ci dice non ce la farai, non sei all’altezza, stai rischiando troppo, e finisce per uccidere il nostro bisogno di autenticità. La frusta mi è sembrato un suono iconico nel rappresentare il suo ruolo critico e castrante. 

Faust e Mefistofele mi ha molto incuriosito, per la messa in musica di quello che è il dramma reso celebre dall’opera di Goethe. Nell’opera i due personaggi sono complementari ed incarnano aspetti speculari della psicologia e della società umana: cosa ti ha portato a scrivere questa canzone? 

Avevo letto e studiato l’opera per imparare il tedesco all’università, e mi aveva commosso il modo di raccontare l’animo umano e soprattutto il suo Streben, che in tedesco significa “tendere” verso qualcosa che è “oltre” ciò che abbiamo e che conosciamo. Essendo io stesso una persona irrequieta mi sono sempre ritrovato in questa parola.

E parlando di Goethe, trovo un forte collegamento con Wanderlust, elemento caratterizzante del romanticismo tedesco, che indica il bisogno di esplorare e conoscere il mondo. Gambo, il tuo desiderio più grande, qual è?

Wanderlust rappresenta appunto quell’animo umano dove lo Streben non ha particolari freni o sovrastrutture che lo contaminano. Sissi è una ragazza giovane che insegue la libertà e la voglia di esplorare il mondo e soprattutto se stessa nel mondo.

Il mio desiderio più grande? Diciamo che sconfiggere sempre di più il mio Mago col cappello e sostituirlo con un pò di Wanderlust non sarebbe male…

Ascolta Gambo sulla nostra playlist Spotify