Rachele Marinelli ci porta a Stoccolma | Intervista

Rachele Marinelli dietro il suo sorriso nasconde un coraggio mica da poco. Ha deciso di prendere e partire, abbandonare il suo piccolo paesino toscano per provare un esperienza all’estero. A Stoccolma oltre a scoprire se stessa e convincersi sempre di più che la musica è la sua grande passione, ha iniziato a scrivere nuove canzoni che prederanno vita  in un Ep chiamato Meteora. Come lo definisce lei: parla di luoghi, amori e altri disastri.

Nato suonando per strada, tra gli sguardi dei passanti e scavando attraverso i propri sentimenti le prime tracce che anticipano l’album sono state Vulcani e Meteora.

L’8 settembre è uscita Stoccolma e domani verrà pubblicato il video ufficiale che noi abbiamo il piacere e la fortuna di condividerlo in anteprima con voi.

INTERVISTANDO  RACHELE MARINELLI

Ma non lasciare il passaporto sarebbe tipico di me.” “Ah Stoccolma sei così bella con la tua calma”  Ti va di presentarti elencando un tuo pregio e un tuo difetto?

Certo, mi chiamo Rachele Marinelli e sono una cantautrice Toscana DOC stabile a Roma ormai da 4 anni. Un pregio è sicuramente la spontaneità, dallo stile di scrittura a come affronto la vita giorno per giorno. Questo però si è rivelato allo stesso tempo anche un difetto, perché non sempre le persone accettano i miei modi impulsivi, diciamo. Sono una persona che si butta “a FOHOBOMBA”, come si dice dalle mie parti. Faccio spesso le cose senza pensarci troppo, dimentico sempre qualcosa da qualche parte (si, sono anche sbadata) e non è facile starmi dietro, ecco. Però poi il modo di farmi voler bene lo trovo.

Hai un luogo preferito dove ti piace scrivere le canzoni?

In realtà non ho un posto specifico, cerco di trovare ispirazione da quello che mi circonda. Può succedere durante un viaggio in treno, o sul terrazzo di casa mia. Se dovessi scegliere però ti direi un luogo circondato dalla natura. Quando ho scritto Stoccolma ero sulla riva di un lago ad aspettare l’alba. Credo che un artista debba cercare la propria comfort zone dentro di sé, in base all’emotività del momento, la maggior parte delle mie canzoni sono state scritte in diversi luoghi e tutte hanno una propria storia.

Non sono mai stato a Stoccolma, ma ha sicuramente il suo fascino. Ci puoi dare qualche consiglio su cosa visitare?

Quello che mi affascina di più di Stoccolma è la sua storia (amo la mitologia norrena) , la sua quiete e l’aria che si respira. E’ una città funzionale a sé stessa ma molto aperta a livello culturale/sociale. Ne sono follemente innamorata perché è piena di piccoli “tesori nascosti”.

I luoghi che consiglierei di visitare sono quelli che ho raccolto nel videoclip ufficiale di “Stoccolma”, ovvero Gamla Stan (la città vecchia, piena di locali in cui si fanno musica e piatti tradizionali). Hornsbergs strand, il quartiere in cui ho vissuto, circondato dal lago e dalla natura, ed infine il mio posto preferito in assoluto, le rocce di Zinkensdamm. Quest’ultimo è una chicca che non tutti conoscono, ma ha un panorama da togliere il fiato. Ho passato molto tempo sopra quelle rocce, soprattutto in momenti in cui mi sentivo persa e avevo bisogno di schiarirmi le idee.

Com’è stato vivere un anno all’estero?

E’ stata un’esperienza che mi ha cambiato sia dal punto di vista artistico che da quello personale. L’inizio lo definirei drastico, vengo da un paesino di 3000 anime, Manciano (GR) e spostarsi in una città, soprattutto quando non ne conosci la lingua e la cultura, è stato difficile. Con il tempo poi e con accanto le persone giuste, sono riuscita ad ottenere grandi soddisfazioni personali: ho iniziato a fare l’artista di strada, mi sono affacciata da sola ad una realtà mai sperimentata, ho conosciuto coloro che poi sarebbero diventati una seconda famiglia. Grazie a questo viaggio ho imparato ad osservare e apprezzare di più le piccole cose, come il sorriso di un passante, una birra con gli amici o vedere l’alba la mattina alle tre .

Nella tua vita da busker c’è un incontro che ti è rimasto dentro?

Il bello della strada è che ogni volta che suoni ti rimane dentro qualcosa di diverso, su nessun palco riesci ad instaurare un contatto così diretto con il pubblico. Cerco sempre una connessione, uno sguardo, un sorriso.

Vulcani è un pezzo molto introspettivo. Hai avuto difficoltà a tirare fuori questi sentimenti o è stata un’ eruzione spontanea?

La scrittura di Vulcani è stata sicuramente quella più difficile trattandosi di un brano autobiografico. Ho impiegato un mese per chiuderlo in modo definitivo. All’inizio ero troppo coinvolta emotivamente e non trovavo le parole giuste per descrivere l’eruzione che avevo dentro. Non è facile distaccarsi dalle proprie emozioni, soprattutto quando devi lasciare andare qualcuno che hai amato veramente. Grazie all’aiuto dei miei produttori Leila Bahlouri e Federico Leo credo di essere riuscita nell’intento di mettermi a nudo, per poi sintetizzare in una canzone quello che sentivo nel profondo di me stessa.

Il tuo primo Ep, Meteora, parla di storie di luoghi, amori e altri disastri. Puoi svelarci qualche altro piccolo segreto?

Meteora racchiude tutte le fasi fondamentali della mia vita, è un progetto che ho voluto in primis per me stessa perché sentivo il bisogno di dire a tutti chi sono. A breve lo presenteremo anche dal vivo iniziando con un release party a Roma, gli aggiornamenti sulle date si possono seguire sui miei social, non vedo davvero l’ora di iniziare. Rachele è una Meteora che Corre nel Tempo, viaggiando per Stoccolma, a volte non si sente Mai abbastanza, ma altre invece è forte come l’eruzione dei Vulcani.

Ops, ho appena svelato i titoli dei prossimi singoli in uscita.

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