SUPERCLASSICO | INDIE TALES

Mi chiedo Ora che fai?: è già sera ma il sole non ha ancora lasciato il posto alla luna che inizia ad accendersi. 

È l’imbrunire, le rondini volano in un cielo carta da zucchero, la città si inchina muta al loro verso. Il vento fresco mi avvolge tanto da farmi trasportare da tutto ciò che mi circonda. Sei lontano, non mi appartieni più.

Chiudo gli occhi, una scomoda sedia da giardino dell’Ikea e un tavolino: immagino il mare, non mi è concesso pensarti! Non di nuovo, non è più tempo di inguaiare la mia vita: hanno tutti ragione dalle amiche al mio cane. Dio che fastidio!

Il tuo pensiero arriva sempre così: all’improvviso. 

Non è più tempo di essere elastici. Non distruggerò il mio equilibrio. Sono felice? Si, credo di si! È vero, manca qualcosa che non ho ancora trovato. Mi lascio guidare dai segnali, ma ne vale la pensa?

Ma poi ti incontro per strada. Sono incazzata, vorrei urlarti contro una qualunque verità: forse mi sei mancato un po’.

Le palpitazioni sono quelle che provi tu quando la tua squadra del cuore gioca il derby di Coppa ed inizia l’azione del goal decisivo. Abbiamo giocato, anche noi,  la nostra partita e l’abbiamo persa. Vorrei solo scappare. Forse sono ancora in tempo, cambio marciapiede?

Poi ti fermi, stai zitto ed improvvisamente mi guardi come se volessi fuggire anche tu, ma allo stesso tempo mi racconteresti quel pezzo della tua vita che non ho vissuto con te. Che ti prende? <<Ciao>>, sorridi. Cazzo! Brutta scema scegli: testa bassa vai via oppure sputa in faccia quello che hai dentro. << Ciao anche a te!>>, unica frase di senso compiuto che le mie corde vocali emettono.

L’imbarazzo gela anche l’aria calda.

Sai cosa? Forse c’è una parte di te che è una parte di me che non possiamo cancellare come il gessetto sulla lavagna. Siamo un bellissimo delirio di cui nessuno dei due vuol più parlare. Indifferenza è ciò di cui abbiamo bisogno come un negroni ghiacciato dopo una giornata no: deve restare solo l’amaro in bocca ed il ghiaccio negli occhi per dimenticare.  

Forse tra 30 anni ci scriveremo in poco tempo, così dal nulla. Forse ci penseremo anche se io sto insieme ad un altro e tu insieme ad un’altra. Avremo, allora, tolto la maschera perché siamo consapevoli che stare vicini fa emergere solo il lato negativo di noi: i difetti, l’ambizione, la fretta.

Forse staremo in silenzio, avremo una scossa di adrenalina per rivivere anche solo per un attimo il nostro legame Superclassico!

Però, ora, mi si ferma il battito: continua solo a guardarmi. Mi basta!

Racconto liberamente ispirato al brano Superclassico di Ernia!