Un piccolo rispetto | Indie Tales

“Vincente è colui che impara a lasciar andare.”

 

Ma io che ne potevo sapere che buttarmi a capofitto in una relazione con lei, che conoscevo da così poco tempo, ma che già sapevo di amare, mi avrebbe portato alla rovina? Beh, in realtà più di una persona mi aveva avvertito.

“Te ne pentirai amaramente”, “ora è tutto bellissimo, ma vedrai tra un po’ di tempo”. Tutti gufi, pensavo. Gufi e invidiosi.

Le dicerie, si sa, hanno sempre un fondo di verità. Ma questo non è un buon motivo per non buttarsi, per non prendere la vita a morsi. E Marianna era come la prima pesca che mangi all’inizio dell’estate, dopo mesi di mele, pere e arance acidissime.

Se dopo il primo sguardo, la prima conversazione e il primo bacio ero già cotto di lei, che diamine avrei dovuto fare se non giurarle amore eterno?

Scherzi a parte, quando decidi di tuffarti in qualcosa, in parte perdi il lume della ragione. Ma un piccolo, microscopico antro del tuo essere sa quello che sta facendo. Ne è cosciente. Semplicemente non gli interessa nulla delle conseguenze, lascia che le cose facciano il suo corso, decide di seguire l’istinto. E devo dire, in tutta sincerità, che nonostante ciò che è successo con Marianna, lo rifarei ancora, ancora e ancora. Perché è per quei momenti che uno vive. Per le volte in cui dici “fanculo” e senti l’adrenalina salire lungo la spina dorsale. Non si vive certo per i momenti in cui si usa il cervello. Anche perché, in fondo, non siamo mai sicuri di come andrà a finire.

Non ce l’ho con lei, penso però che la vita sia una questione di scelte. Io, seguendo l’istinto, ho fatto una scelta. Lei, dicendomi che non sentiva niente non troppo tempo dopo avermi giurato che non aveva mai amato così, non ha davvero scelto. Scegliere ti fa soffrire, ma ti rende libero. E di solito, ti porta ad avere rispetto di te stesso e degli altri. Marianna non ha avuto rispetto per se stessa giurando cose che non provava davvero. È per questo che non ne ha avuto neanche uno piccolo per me. Non si cambia idea da un giorno all’altro, ma può mancare chiarezza. E se non si hanno le idee chiare, si rischia di ferire le persone.

Un po’ l’ho spinta io a dirmi le cose come stavano quella mattina. Ci ha messo un po’ ad aprirsi, e anche dopo avermi detto che non sentiva niente, non era sicura di volermi lasciare andare.

“Almeno questo me lo devi” ho sussurrato guardandola dritto negli occhi. “Devi lasciarmi andare”.

Non è passato molto tempo da quella mattina, ma i tutta onestà non sto male. Ho seguito il cuore dall’inizio alla fine, ho fatto solo ciò che sentivo.

L’orgoglio non ha mai trovato troppo spazio dentro me, e questo non mi ha certo risparmiato sofferenze e delusioni. Mi ha però sempre fatto avere un’ottima opinione di me, mi ha sempre dato coraggio perché non ho mai creduto di avere qualcosa di realmente importante da perdere.

È la dignità ciò a cui spesso ci attacchiamo. “Posso perdere tutto, ma non la dignità!” Quante volte abbiamo sentito questa frase?

Io l’avrò persa circa centoventi volte, eppure cammino, respiro, rido e mangio senza problemi. Ma soprattutto riesco ad amare qualcuno che non sia io.

Dovrei affinare il fiuto, quello sì. Capire perché mi innamori sempre di ragazze così attaccate alla propria dignità. Forse perché, non avendone una, sono affascinato da chi la protegge con così tanta cura.

Racconto liberamente ispirato al brano “Un piccolo rispetto” dei Multiverso