Francesco Aubry: Dimenticarsi delle origini è un errore | Intervista

D.N.A è il nuovo singolo di Francesco Aubry, che anticipa l’uscita di un Ep nei prossimi mesi. Questo brano è un omaggio alle sue radici culturali e al sangue partenopeo che gli scorre nelle vene, anche se vive a centinaia di km di distanza.

Nonostante viva lontano dalle sue origini è rimasto legato alla sua terra, tanto da dedicargli la sua musica.

Viaggiando attraverso la memoria, riscopre con piacere i ricordi estivi di quando era bambino e andava in vacanza con i parenti, e vuole riportare nell’ascoltatore una certa leggerezza mista allo stesso tempo ad una certa malinconia, che aumenta invecchiando  con il passare degli anni.

INTERVISTANDO FRANCESCO AUBRY

Cosa ti ricordi delle tue vacanze da bambino?

Campeggio, mare, montagna e soprattutto la presenza dei miei parenti, zii e cugini con cui ho condiviso per anni vacanze, feste e compleanni. A distanza di tanto tempo capita di percorrere strade molto diverse e la vita cambia insieme a noi ma credo sia giusto conservare sempre un legame con le proprie radici.

Casa tua quando dista da Napoli?

Circa 900 km ma sembrano 900 anni luce.

Il Sud merita più rispetto?

Le persone di ogni provenienza geografica o sociale meritano rispetto o meno in base ai propri singoli comportamenti e scelte, mi domanderei se merita più rispetto chi vede con pregiudizio il sud dell’Italia o altre regioni del mondo.

Perché gli italiani all’estero si fanno sempre riconoscere?

Perché è giusto che sia così nel bene e nel male, la differenza sta negli occhi di chi osserva. Io da un Danese e un Brasiliano mi aspetto tendenzialmente usi e costumi diversi e guai se così non fosse, sta alla mia intelligenza saper comprendere e tollerare le differenze. 

Qual è il “DNA” delle tue canzoni?

Credo che ogni mia canzone abbia una sua mutazione genetica perché non riesco e non voglio limitarmi ad un genere preciso. Ascolto musica di diverse epoche e stili e cose molto diverse tra loro riescono a emozionarmi in ugual modo, quindi mi lascio la totale libertà di non sapere da dove arriveranno le ispirazioni del prossimo brano. Sicuramente in ciò che faccio non ci sono tracce di tendenze nate negli ultimi 15/20 anni.

A volte si cerca di omologarsi perché si ha paura di mostrare la propria diversità?

Si molte persone arrivano anche a rinnegare le proprie origini.

Guardare alle tendenze del passato sarà sempre più la nuova moda del futuro?

Non è affatto una moda ma un ricorso storico che è sempre stato presente nella musica, ogni piccola novità ma anche ogni rivoluzione sono nate attingendo dal passato e mescolando con nuovi ingredienti. In particolare in questi anni guardare al passato credo debba essere una necessità dato quello che offrono le vere mode musicali del momento.

 

“Chitarrista” rappresenta un uomo che non smetterà mai di sognare, ti rivedi in lui?

Chitarrista rappresenta un musicista che si limita a riproporre le stesse cose fatte da altri per anni e nel farlo si sente primadonna ed “arrivato”. E’ una mia critica a quel modo di fare musica, ma non nascondo che a lungo mi sono ritrovato ingabbiato in un meccanismo di domanda-offerta nel panorama dei locali di musica live che richiede proprio quel tipo di attitudine. Credo di averne preso le distanze e la canzone rappresenta questo distacco.

ASCOLTA FRANCESCO AUBRY NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAGAZINE