Granada: “Ribaltare situazioni negative” | Intervista

Se chiudete gli occhi e mettete su un pezzo dei Granada, prima che inizino a cantare potreste tranquillamente pensare che si tratti di artisti sperimentali d’oltreoceano.

Il duo milanese non si vede troppo distanti da questa descrizione e ciò che li rende davvero contemporanei è il fatto che ognuno provenga da modi diversi:uno dal pop/rock e uno dall’elettronica. Ed è l’uso che fanno dell’elettronica ad avvicinarli agli artisti estranei al panorama italiano.

A detta loro, l’elettronica è in grado di trasformare tutto ciò che tocca in modernità ed avanguardia. Il loro ultimo EP si chiama “Good Vibes” e rappresenta un po’ la consapevolezza della potenzialità del progetto “Granada”.

Rispetto all’album precedente “Granada”, infatti, “Good Vibes” prende elementi negativi e li ribalta. Concepito in pieno lockdown, “Good Vibes” vuole essere il racconto di come, con la forza di volontà, si possa trasformare un problema in un’opportunità.

INTERVISTANDO GRANADA

Ciao! Una curiosità: da dove viene il nome “Granada”?

Granada è la traduzione dallo spagnolo del termine melograno: un frutto che ha una scorza dura e all’interno dei chicchi, come se fossero i momenti felici e tristi della nostra vita. La parola è anche l’assonanza di granata.

Cosa pensate che aggiunga l’elettronica a generi come rock e pop?

Abbiamo sempre pensato che l’elettronica riuscisse a dare un tocco di modernità al rock e al pop. Ci piace pensare che, grazie all’elettronica, possiamo spaziare ampiamente all’interno delle nostre produzioni a livello timbrico e creativo, avvicinandoci anche a sonorità oltreoceano.

“Good vibes e basta”. Come nasce il concept del vostro ultimo EP “Good Vibes”?

Good Vibes è nato durante la pandemia, Il suo significato risiede nel ribaltare situazioni negative, con tutto quel che ne consegue, a nostro vantaggio, cercando di trarne il massimo. Anche se non sempre è possibile, vale la pena provarci.

 

È un po’ come se elencaste alcuni mali della società contemporanea, ma senza cadere mai nella negatività. Si può dire che “Good Vibes” sia una risposta positiva ad alcune problematiche attuali?

Cerchiamo di trasmettere positività e voglia di combattere “i mali del mondo”. È inutile focalizzarsi su ciò che è ingiusto o dannoso per noi, piuttosto si deve cercare di vincere le proprie paure, debolezze e i propri demoni con la forza di volontà.

Se non cantaste in italiano, il vostro potrebbe tranquillamente sembrare il sound di un altro paese europeo o d’oltreoceano. C’è qualche artista che seguite con particolare piacere?

Certo, ogni volta che dobbiamo cominciare un brano, utilizziamo svariate reference europee e d’oltreoceano, prendendo spunto da artisti come: Childish Gambino, Rufus Du Sol, Caribou e Sohn.

Quale pensate sia l’evoluzione da “Granada”, il vostro primo EP, a “Good Vibes”?

Il secondo EP dei Granada si consolida nel genere dell’indie elettronico europeo ed è sicuramente più a fuoco. Abbiamo cercato di creare melodie efficaci e più freschezza nei testi. È l’EP della consapevolezza della potenzialità del progetto.

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