Lubrid: “La mente, rifugio e motore di tutto” | Intervista

Tanti artisti hanno parlato “dell’inferno della mente” e delle sue conseguenze, ma pochi nel modo in cui lo descrive Lubrid, giovane chitarrista che vede nella mente un rifugio e un’arma a doppio taglio.

“Rifugio” è proprio il nome del suo ultimo singolo, ed è un brano che mostra quanto sia facile rifugiarsi nei meandri della propria mente e costruirci un’allettante comfort zone.

“Rifugio” illustra anche, però, ciò che ne può conseguire, ovvero un incubo in cui si finisce isolati e lontani da tutto e da tutti. Una chitarra in grado di raccontare stralci e fasi di vita tanto quanto il testo.

Un sound narrativo ed emozionale allo stesso tempo.

INTERVISTANDO LUBRID

Ciao! Qual è il tuo rifugio e quali sono i pro e i contro di averne uno?

Il “rifugio” di cui parlo nel brano è la mente, il motore di tutto. In questo senso a volte si finisce per usarla un po’ come un guscio, come una protezione che consente di estraniarsi momentaneamente da una realtà che provoca dolore o sofferenza. Ma se si ricorre troppo spesso a questa soluzione si finisce per vivere dentro una sorta di prigione interiore dal quale si fatica ad uscire e questo è certamente l’aspetto peggiore di tutto ciò.

La chitarra è la protagonista del brano, insieme alla tua voce. Di solito viene prima lei o il testo?

Diciamo che solitamente tendo a costruirli insieme perché credo fortemente che debbano essere legate tra loro. E quindi cerco di farle viaggiare insieme, in parallelo. È così che scrivo la mia musica ed è così che ho scritto anche “Rifugio”.

Perché “l’impatto quotidiano è sempre un duro colpo”?

È tutto rapportato al contesto. In quel passaggio del brano caratterizzo molto l’aspetto in cui a volte, per vari motivi, si tende a vedere o vivere la quotidianità in maniera negativa. Ma è comunque spesso una semplice sensazione di blocco totale interiore, di stasi, che può durare poco o può durare tanto. Dipende essenzialmente da noi, dalla nostra capacità di reagire in maniera rapida, intensa e soprattutto decisa. 

    (Fotografia di Lorenzo D’Arpa)

Cosa pensi del panorama musicale di adesso in Italia?

Penso che ci sia più eterogeneità rispetto al passato. Stanno uscendo fuori nuovi generi  davvero interessanti, così come sembra che stia tornando in auge il Rock italiano. Penso anche che ci siano tanti artisti emergenti ancora di nicchia che dal mio punto di vista meriterebbero ben altri palcoscenici. È una situazione in continuo divenire, ma è certamente bello sapere che qualcosa in questo paese si sta risvegliando, musicalmente parlando.

Se dico Indie, cosa ti viene in mente?

Se parliamo del termine “indie” mi viene da pensare a qualcosa di alternativo, di inusuale, di positivamente strano, qualcosa slegato dalla moda di massa e per questo, a suo modo, unico e genuino.

Rifugio è il tuo primo singolo. Cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro?

In questi giorni gireremo il videoclip di “Rifugio” che dovrebbe uscire entro la fine di questo mese. E poi sto lavorando ad altri brani che andranno a comporre, insieme a “Rifugio”, l’EP. Non ho ancora idea di quando uscirà con esattezza. Sicuramente, però, non prima dell’anno nuovo.