New Indie Italia Music Week #87

“Nothin’ lasts forever
And we both know hearts can change
And it’s hard to hold a candle
In the cold November rain
” (November Rain – Guns N’ Roses)

Cambiamo, ci trasformiamo, ci avviciniamo e ci allontaniamo in un susseguirsi ciclico di eventi determinati dalle nostre emozioni che esplodono lungo un percorso ad ostacoli che nessuno vincerà mai davvero. Corriamo inesorabilmente stringendo tra le mani una candela e custodendone gelosamente la fiamma.

Non lasciare che la pioggia incessante di Novembre spenga i fuochi delle tue passioni!

Proteggile finché potrai e continua il tuo percorso ascoltando i migliori brani #IndieItalia appositamente scelti e recensiti per te da Alessandra, Elena, Benedetta, Salvatore, Margherita, Nicolò, Ilaria C., Filippo, Luca e Ilaria R.

 

Alchimia (Album)

A quasi un anno dall’uscita di “Niente di me”, Ainè pubblica un nuovo album dal titolo “Alchimia”.  Ainè è per noi l’artista più rappresentativo della contemporary R&B in Italia. Se un giorno ci dovessero chiedere: “scegli un artista R&B italiano da proporre al pubblico internazionale”, avremmo già una risposta senza alcuna titubanza. 

Con “Alchimia”, instaura un legame spontaneo con l’ascoltatore che non può che rimanere incagliato tra le trame sinuose dei 7 brani che compongono questo album. 

Leggere, sensuali, delicate, eleganti, sontuose ma non esagerate: le creazioni in musica di Ainè sono caratterizzate da tappeti sonori sofisticati e per nulla elitari. Le vibes emanate dai brani di Arnaldo Santoro fluttuano nell’aria ed entrano nel cuore del l’ascoltatore senza dover chiedere alcun permesso, poiché genuine e autentiche, sbocciate da una identità artistica mossa  dal fuoco del talento e dall’urgenza espressiva e artistica dell’autore.

Nell’album troviamo diversi brani realizzati in collaborazione con alcuni degli artisti più interessanti del panorama urban e R&B italiano come: Davide Shorty, Ensi, Sissi, Serena Brancale, Tormento e Clementino.

(Salvatore Giannavola)

Ainè: 8.5

 

Umano

Cos’è che ci rende umani, il corpo in cui viviamo o l’insieme di azioni che compiamo nell’arco di un’intera vita?

Nel cercare di rispondere a questa domanda, ci vengono in aiuto gli Eugenio In Via Di Gioia. Che più che darci una risposta, tentano invece di smuovere un pensiero critico.

“Umano” nuovo singolo della band, che anticipa l’uscita di un disco, è la dimostrazione di quanto l’essere umano abbia in realtà paura di essere semplicemente considerato tale.

Il continuo bisogno di dover controllare ogni cosa che ci circonda, ha come unico compito quello di distrarci dalla verità. Una continua corsa all’oro che si lascia alle spalle distruzione, e che costruisce il proprio futuro sulle macerie. Ma come Icaro che cercò di volare troppo vicino al sole, il nostro destino è ormai segnato. Ce lo ricordano Infatti ci gli Eugenio: “Umano, sorridi, sei sempre il migliore

Ti faccio uno spoiler: alla fine si muore”.

(Filippo Micalizzi)

Eugenio In Via Di Gioia: 9

 

Consumarci

L’immagine del naufrago alla deriva in mezzo al mare apre il nuovo singolo di Cara Calma: è un’immagine, nella quale, tutti noi ci immedesimiamo al primo ascolto!

Quante volte siamo stati travolti, proprio come da onde inaspettate, da eventi che hanno cambiato il corso della nostra routine? A volte siamo stati in grado di cavalcarle, raggiungere la riva e nonostante la paura, abbiamo lottato per continuare a vivere: “giorni pieni di imprevisti ci salveranno”. Altre, invece, stremati da un’energia incontrollabile abbiamo lasciato che l’accadere degli eventi si lasciasse schiantare contro gli scogli, procurandoci delle ferite.

Ma quegli stessi “giorni pieni di imprevisti ci salveranno” perchè ci renderanno più forti di prima!

(Alessandra Ferrara)

Cara Calma: 8-

 

L’era dell’acquario

“Dietro casa nasce un fiore

Per le vie più lontane

Seguimi, seguimi

Senza ordine e finzione

Seguendo la costellazione

Seguimi, seguimi”

Livrea torna con il suo ultimo singolo “L’era dell’acquario”. Questa canzone avrà la capacità di trasportarvi, fin dal primissimo ascolto, in una realtà completamente differente. Vi consigliamo quindi di cedere e di lasciarvi accompagnare in quello che a tratti potrà sembrare un sogno. In questa atmosfera nebulosa, la voce dall’artista emerge chiara e limpida, pronta ad accogliervi con le sue parole. Una canzone che ci parla di sogni, di luoghi lontani in cui scappare, di stelle e di angoli in cui rifugiarsi. Ma per cogliere tutti questi dettagli dovete lasciarvi andare.

(Ilaria Cantoni)

Livrea: 8

 

Qualcuno che ti vuole bene

La collaborazione tra le due sapienti voci di Giulia Pratelli e Bianco, ci regala un caldo abbraccio in questa ballad eterea e malinconica che vede la produzione di Zibba. Tre artisti già singolarmente eclettici e complessi, che insieme creano un mondo fantastico fatto di parole e musica.

Anche quando siamo lontani, viaggiamo, ci perdiamo, percorriamo un passo dopo l’altro il percorso della nostra vita, saremo sempre a casa se potremo “appoggiare la testa e dormire sulle spalle di qualcuno che ci vuole bene” e che ci accoglie sempre, dopo ogni giornata faticosa, dopo ogni dolore, dopo ogni sconfitta, ci regala il calore di una casa, anche solo attraverso una carezza, in silenzio.

(Margherita Ciandrini)

Giulia Pratelli, Bianco: 8,5

 

Sbagli da fare

“Sbagli da fare” nuovo singolo di Joseph, segna un confine tra la persona che si era e quella che si cerca di diventare. Un nuovo punto di partenza in cui ci si azzera, pronti a costruire il proprio futuro affrontando un mare di incertezze.

Uno sfogo, quello del giovane artista avellinese, rimarcato ancora di più dalla sua potenza vocale. Che si erge nel ritornello avvolgendolo di una sincera disperazione.

Joseph quindi, si piazza tra le giovani promesse della scena musicale, portando con sé una cifra artistica ben riconoscibile e musicalmente potente.

(Filippo Micalizzi)

Joseph: 7,5

 

Occhi di gatto

Alda sembra venire da un futuro distopico dove il concreto ha lasciato spazio all’astrato e l’essere umano è costretto a vivere dentro la propria mente che assomiglia ad un quadro di Kandisky.

“Il luogo in cui viviamo tutto matto” e noi ci siamo finiti dentro inseguendo qualche strano bianconiglio che dove averci accompagnato nell’ignoto invece di darci consigli, mostrandoci come orientarsi all’interno è scappato a gambe levate, lasciandoci confusi e senza direzione.

Un giovane oggi prova queste sensazioni davanti alla società di oggi nella quale i valori da seguire tendono a cambiare velocemente lasciando spazio ad un materialismo sempre più diffuso che ci spinge ad agire più per il denato che a difesa di ideali nel quale abbiamo riposto sogni e speranze.

(Nicolò Granone)

Alda: 8

 

Safari Pop (album)

Paul Giorgi ci porta a fare un giro nel suo safari personale con un mood che richiama il cantautorato italiano anni 80, mischiato all’indie e al lo-fi. Un genere tutto suo di cui ci dà la definizione nel titolo dell’album.

In questo parco ci sono i più curiosi accostamenti tra animali. Troviamo rondini e tigri, cani e canguri, struzzi e gabbiani. Ogni animale è la personificazione di una storia, un aneddoto, una situazione. Ogni canzone racconta qualcosa di unico, che viene sapientemente cucito insieme dalla musica e diventa il capitolo di un’avventura che trova il suo fine – come spesso accade – nell’amore.  

Perché i sentimenti, un po’ come gli animali, non conoscono inibizioni o vergogne, è tutto cuore e istinto. Ed è tutto cuore e istinto in Safari Pop.

(Benedetta Fedel)

Paul Giorgi: 9

 

Come posso (collo)

Con questo brano Jesse The faccio chiude il suo Ep ad episodio dal titolo “Le cose che ho” con un messaggio di speranze e anche la voglia di rischiare.

Approcciarsi al dolore cambia durante le fasi della nostra età: da bambini ci si fa male perché non si sa cosa sia e quindi non conoscendo i rischi è più facile ferirsi o sbattere da qualche parte. Con l’adolescenza diventa una cosa già più emotiva che mischiata ad una certa ribellione diventa frequente cercare questo tipo d’esperienza.

Da adulti invece si ha paura addirittura anche a parlarne e molte volte si preferisce starsene chiusi in casa, senza dire niente nessuno aspettando che tutto passi.

“Come posso (collo)” rappresenta quindi la voglia di buttarsi,  mettendosi pure in pericolo per cercare la felicità, e così anche la scena finale del video diventa emblematica, con il cantautore che lasciando da parte un periodo difficile esce per affrontare il mondo esterno.

(Nicolò Granone)

Jesse The Faccio: 7,5

 

Barivecchia

La voce calda di Leonardo Lamacchia, artista poliedrico pugliese, ci porta a ballare in Puglia con questo brano dal ritmo travolgente che ci trascina in un attimo a Bari vecchia. Nella malinconia e nostalgia raccontate in questo brano, si riconoscono tutte le persone che ad un certo punto della loro vita hanno abbandonato la “casa” che avevano sempre conosciuto come tale, per spostarsi altrove: la sensazione è la stessa di un salto nel vuoto.

Il cantautore descrive i vicoli, i profumi, le immagini della sua Bari, ed è come se il mare lo sentissimo anche noi dentro le orecchie, è come se fossimo anche noi in quel chiringuito sulla spiaggia…e nel frattempo giuriamo a noi stessi che si, torneremo presto nella nostra città, da cui siamo scappati, ma ogni volta non vediamo l’ora di ritornarci.

(Margherita Ciandrini)

Leonardo Lamacchia: 9

 

Non ti perdo mai

I pensieri servono a costruire un mondo ideale nel quale custodire anche gelosamente, chi per un motivo o per l’altro, non fa più parte della nostra vita, e così con una dose di egoismo imprigioniamo alcuni momenti dentro di noi, in modo da non farli scappare mai.

Alcune relazioni addirittura, non iniziano mai nella realtà ma diventano una simpatica e falsa illusione che costruiamo, senza rischiare davvero un primo approccio, preferendo rimanere a idolatrare un ideale piuttosto che rimanere delusi dalle aspettative.

La domanda sorge spontanea: chi non risica non rosica o è meglio accontentarsi?

(Nicolò Granone)

Ditonellapiaga: 7

 

Mina e Celentano

 

“Mina e Celentano” è un pezzo che si apre a tantissimi piani interpretativi, perché dietro c’è un lavoro profondo, perché trovare la propria Mina, quando sei Celentano, non è facile. La chitarra elettrica e un testo che accelera e rallenta, tra le carezze di un “tour con te” e la violenza degli “schiaffi che mi hai dato senza alzare la mano”.

SVD racconta un amore che si nasconde tra lattice che si buca e la poesia di Milano, tra baci in punta di piedi e pettini che diventano microfoni. E lo racconta nel suo personalissimo modo.

E siamo sicuri che la rivedremo presto.

Perché tornerà “come Cristo, il nazismo, come il rock’n roll”.

(Luca Baldacci)

SVD: 8,5

Magone

Quando usciamo di casa le persone notano come siamo vestiti, ma non possono capire quali emozioni stiamo provando. È normale infatti indossare sempre un falso sorriso sulle labbra atteggiandosi come se tutto fosse perfetto, prima di rientrare, arrivare davanti allo specchio e accorgersi che in realtà la nostra è solo finzione.

Magone è un groppo alla gola che CRLN sentiva l’esigenza di levarsi di dosso, ammettendo che esistono momenti no che dobbiamo confessare per far sparire il buio che vedono i nostri occhi.

Anche il sound cupo aiuta l’ascoltatore a scavarsi dentro, provando un dolore necessario quasi catartico, che permette alla fine di iniziare a rinascere e vedere il mondo sotto una prospettiva più sincera.

(Nicolò Granone)

CRLN: 8

 

Controluce (EP)

Controluce è ciò di cui vedi solo i contorni, ciò che rimane nel buio e che non mostriamo direttamente agli altri. Le cose che “se non vedo, mi muovo a memoria”.

Il primo ep di Brividee continua sulla linea lo-fi che avevamo già sentito in Acquario e Niente è come prima. Un progetto in cui lo spettro di un’età in cui si sa solo ciò che non si vuole essere risuona forte in ogni singolo pezzo: l’inevitabilità di un cuore spezzato, la sicurezza in se stessi, l’amaro in bocca, i giorni di gloria.

Come in quadri impressionisti non vediamo mai chiaramente le immagini, ma solo ombre in controluce, macchie di colore che sanno evocare con precisione disarmante i nostri sentimenti.

(Benedetta Fedel)

Brividee: 8

 

Lentiggini

“Conto ogni tua lentiggine e bevo perché il mondo è un po’ difficile”

Tre artisti che vengono da mondi completamente diversi, riuniti per il primo progetto italiano di Fudasca, che porta il sound lo-fi e lo unisce al rap di Tredici Pietro e l’accezione indie di Alfa. Il risultato è un brano malinconico che ci riporta al romanticismo della Dolce Vita, mentre ci facciamo scudo con la musica e cerchiamo di schivare tutte le insicurezze ed irrequietezze, tipiche del periodo in cui viviamo, in cui ci sono standard da raggiungere e superare, e siamo sempre costantemente giudicati ed osservati.

Non è facile trovare una propria direzione, tra pressioni, desideri altrui e percorsi già tracciati, ma dobbiamo sempre cercare di scoprire la voce che più ci rappresenta, e seguirla, non importa dove. Ovunque, sarà comunque meglio di un posto in cui ci sentiamo stretti.

(Margherita Ciandrini)

Fudasca, Tredici Pietro, Alfa: 9

 

​​Coolturale

Siete pronti ad un viaggio internazionale con la Scapigliatura?

Il duo cremonese, nel nuovo album, passa da Berlino a Milano per poi arrivare a Nixos e Mykonos.

“Coolturale” è un intrigante gioco di parole che cela dietro di sé un significato profondo: è la promozione della cultura intesa come massima libertà d’espressione dell’uomo.

Uno dei pezzi più profondi dell’album è “Rincontrarsi un giorno a Milano” che prevede la collaborazione di Arisa; e qui che vengono evocati ricordi indelebili, come le domeniche passate a fumare con la voce dei Baustelle in sottofondo e con le luci di San Siro che illuminavano i volti dei protagonisti.

In “Insostenibile leggerezza” gli artisti ripropongono un dilemma a cui nessuno può dare una risposta: “Nella musica è meglio affrontare tematiche profonde o intraprendere la direzione della leggerezza?”

Un album dal background internazionale, ricco di spunti di riflessione e che ci fa sperare di rincontrare i due artisti molto presto.

(Elena Caggia)

La Scapigliatura: 8

 

Sopravviveremo (ep)

L’ep di esordio del duo musicale ha un titolo che è una sicurezza e una condanna. Perché, con il male che dobbiamo essere in grado di sopportare, siamo costretti a sopravvivere. Anche nelle situazioni in cui “non siamo capaci di scendere a patti con ciò che non ci piace”.  

Lo capiamo bene nell’amore, quando “morirà la poesia, ma noi sopravviveremo al cinema mentale, all’ansia del finale, alle cose che si dicono solo per non stare male”.

Sopravvivere è una condizione, nella sua positività e negatività. E lo facciamo anche se non ci sentiamo più noi, anche se siamo mondi separati, se ci convinciamo di non saper stare a galla.

“Alla fine si sopravvive a tutto” forse non è solamente una frase fatta.

(Benedetta Fedel)

Coniugi: 8

 

Fragile

Se c’è qualcosa che la nuova corrente trap ha portato nei nuovi cantautori italiani è la voglia, la necessità di mettersi a nudo. Scicchi è uno di questi. Con la sua canzone d’esordio, “Fragile”, (il titolo ci svela già il messaggio in potenza) l’artista classe 2002 ci spara dritta in faccia la sua vita fatta di pacchetti di sigaretta accartocciati e di scatoloni riempiti per fare spazio ad una nuova vita.

Il fil rouge è appunto la fragilità di un giovane ventenne che si affaccia alla vita dei grandi con timore e stupore, eppure senza paura di essere giudicato.

(Ilaria Rapa)

Scicchi: 7,5

 

Ma come vuoi che sto

Sentinelli ci apre le porte della sua cameretta, il luogo questo simbolo del suo stare male con sé stesso e col mondo. In questa ballad dal sapore emotional, l’artista racconta cosa vuol dire sentirsi escluso dal mondo, alienato nel proprio dolore e nel silenzio delle voci che si hanno in testa. Il dolore è soggettivo e ognuno di noi conosce il proprio segreto per lenire le ansie e le paure, Sentinelli nella sua “Ma come vuoi che sto” ci svela il suo.

(Ilaria Rapa)

Sentinelli: 7

 

Niente di regolare

Cassa in quattro e atmosfere a metà strada tra la dance e la psichedelia. Stiamo parlando del nuovo brano di Whitemary, “Niente di regolare”, titolo questo che diventa il mantra e il loop che tiene in vita la canzone. Tutto ruota intorno a questa lisergica preghiera e anche noi, inebriati da questi suoni non possiamo far altro che osservare il mondo girare “tutto in torno alla stanza, mentre si danza”.

(Ilaria Rapa)

Whitemary: 7,5

 

Venerdì

“Ma come sedicenni ci mandiamo mille cuore e non ci serve il mare per farci dei castelli. Non mi va di scappare se tu non mi rincorri”

A seguito delle ultime due canzoni uscite nel 2020, Erre è tornato con il suo ultimo singolo: “Venerdì”. Si tratta di una canzone spensierata, dal gusto pop e dalla musica allegra. Insomma, un pezzo da muoversi e da canticchiare! Infatti, il testo si sposa benissimo con l’arrangiamento musicale e proprio attraverso questa combinazione, l’artista ci racconta in maniera fresca, e delicata, la storia di una relazione che cresce e si muove nella quotidianità. La canzone dopo pochissime ore è già inserita all’interno delle playlist Scuola Indie e Generation di Spotify. Quindi vi consigliamo di non saltarla assolutamente e di continuare con l’ascolto!

(Ilaria Cantoni)

Erre: 8,5

 

Tinder

 

“Bella come il mare, ma pieno di catrame”.

Si presenta così Lykan. Crudo, semplice. Diretto.

La base con un buon arrangiamento, a metà tra pop, trap, con una buona linea di tromba che accompagna la voce calda. Tra la chiusura con il suono pulito di una chitarra e l’attacco molto blues “Tinder” parla di tutto e parla di niente.

L’erba, le cicatrici che non si cancellano, le casse di Ichnusa. Ma c’è qualcosa che scivola su quelle parole già sentite. La malinconia. Le sfumature della voce – autotune permettendo – che raccontano più del testo. Perché se Carboni diceva che la malinconia è solo “l’anima che sa che anche il dolore servirà”, questa canzone è un punto di partenza. Per una crescita che Lykan ha già cominciato.

Con una base interessantissima, e una voglia di comunicare che diventa esigenza espressiva.

Ora non gli resta che metterla su carta, quella crescita.

(Luca Baldacci)

Lykan: 7

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