New Indie Italia Music Week #86

Se solo ci fermassimo a respirare col cuore
Daremmo un po’ di ossigeno a pensieri e parole
Se almeno ci provassimo a respirare col cuore
Vedremmo foreste riemergere da ceneri urbane
La vita è una domenica al mare” (Carmen Consoli – Una domenica al mare)

Quante volte durante l’arco della giornata ci prendiamo il lusso di fermarci, di chiudere gli occhi, e di ascoltarci senza i disturbi delle intermittenze del frastuono della quotidianità?

Quante volte ci concediamo la libertà di mettere in pausa i rumori e le scene di una vita che mette alle strette sotto il giogo della performance e delle aspettative?

“La vita è una domenica al mare” e noi siamo pronti per tuffarci nelle acque gelide e lisergiche di una mare di inverno che ci ammalia e che ci ipnotizza con i suoi tumulti cadenzati.

Stacca la spina e segui i suoni delle nuove uscite musicali provenienti dal mondo “Indie Italia”, selezionate per te da Salvatore, Nicolò, Alessandra, Elena, Benedetta, Sara, Filippo, Ilaria R. Sara, e Luca.

Anche le scimmie cadono dagli alberi (Album)

Mobrici viene allo scoperto, portando con sé ogni fragilità nel suo primo disco da solista.

Una raccolta di attimi di vita e romanticismo che il cantautore racchiude in 11 brani.

Non è facile riassumere in poche righe, nella sua totalità, quest’album. Il modo migliore per farlo, forse, è attraverso il titolo.

“Anche le scimmie cadono dagli alberi” infatti, è un antico proverbio giapponese, che trova nel suo significato il cuore pulsante del disco:

Nella vita dobbiamo imparare che si può essere imperfetti. Che sbagliare fa parte del gioco e che nessuno è infallibile.

Mobrici quindi, si ritrova da solo per la prima volta dopo lo scioglimento dei Canova. Ed è in questa sua solitudine che emerge tutta la sua voglia di farsi sentire. Portando a galla uno dei dischi più potenti dell’ultimo anno.

(Filippo Micalizzi)

Mobrici: 9

 

Ora o mai più

“Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris”.

È possibile amare e odiare una persona contemporaneamente?

Catullo, nel Carme 85, aveva cercato di raccontare il suo dissidio interiore scaturito da sentimenti forti ma opposti.

Sulla stessa scia, Ciccio Sanchez e Casadilego sono i protagonisti di un featuring malinconico, due voci che si incastrano per raccontare un amore complicato che, a tratti, diventa una congiura.

Un ritornello reso memorabile soprattutto dalla voce angelica della vincitrice della scorsa edizione di XFactor, che si sposa perfettamente con quella di Sanchez.

(Elena Caggia)

Cicco Sanchez feat Casadilego: 7,5

 

Da Soli Mai

“Da Soli Mai” è il primo album di Lamine, nome d’arte di Viviana Strambelli, attrice e cantautrice.

Abbiamo imparato a conoscere l’intenzione artistica di Lamine nel corso del 2020 con l’uscita dei suoi primi due brani: “Penna Bic” e “Non è tardi” che facevano già presagire l’inizio di un progetto artistico e cantautorale di rilievo. Lamine, non ha quindi deluso le aspettative dando vita a un album fatto di brani editi e inediti che rappresentano una sorta di statement per l’artista: “Da soli mai” è indubbiamente uno degli esordi discografici più interessanti del 2021.

«Da Soli Mai è una sorta di “mappa emozionale” di un periodo piuttosto lungo in cui sono successe tantissime cose » afferma Lamine. «Ho passato moltissimo tempo a scrivere da sola, a diffidare di molti, a cercare di controllare tutto per una personale esigenza di proteggere il progetto e non inquinarlo in nessun modo, trattando, in alcuni casi, i brani come si fa con certi segreti.»

“Da Soli Mai” è un album caratterizzato da brani intimistici e introspettivi tramite i quali l’autrice si imbatte in un percorso di auto analisi e di confronto con la realtà che la circonda, dando vita a un disco fatto di sonorità diverse e accomunate da un tratto distintivo comune: uno stile artistico identificativo, graffiante, sensuale e personale.

(Salvatore Giannavola)

Lamine: 8

 

Sto bene

 

“Sto bene”, l’ultimo singolo di Maurizio Carlucci, è un inno alla spensieratezza nella sua forma più pura. 

Una richiesta, da parte dell’artista, di sfruttare a pieno ogni singolo momento di felicità. Perché come tutte le cose, è destinata prima o poi a svanire.

Figlio dell’ultimo periodo caratterizzato da una totale incertezza, questo brano ci spinge a considerare lo stare bene con noi stessi, indispensabile come l’aria che respiriamo.

Un crescendo musicale utile alla nostra sopravvivenza emotiva.

“Sto bene” si va ad unire quindi ai precedenti singoli, aggiungendo un ulteriore tassello che andrà a completare l’immagine, sempre più chiara e sincera, che Carucci ha del presente. 

Un presente che vede nella fragilità non un punto debole, ma un punto di forza.

(Filippo Micalizzi)

Maurizio Carucci: 8,5

 

Neve (Anna)

Nel nuovo pezzo di Sesto, una corsa liberatoria sulla neve fresca si trasforma in una magia ed è in grado di aiutare Anna ad allontanarsi da un mondo dilaniato dalle mezze verità.

La natura si trasforma in una via di fuga dalle prigioni in cui la società ci intrappola e potrebbe essere l’unico modo per far vincere le emozioni e la spontaneità.

Ci sono sicuramente le premesse per un futuro album di esordio e noi non possiamo che restare sintonizzati in attesa di novità!

(Elena Caggia)

Sesto: 7,5

 

Soprammobili

In una “casa di soprammobili”, in cui il tempo sembra avere un andamento ciclico e passato e presente non sono più una linea dritta, ma un cerchio, Petullà canta i suoi ricordi su una base pop-funk.

Quanto questi oggetti dicano di noi non si può misurare e diventa metafora di quanto il nostro passato, “ogni momento raro”, ci renda inevitabilmente quello che siamo oggi. Nel bene e nel male.

Proprio nel turbinio di vecchie foto sbiadite, diari, sedie soffocate da vestiti, “la panda rossa, l’uscita da scuola”, proprio in questa casa caotica che racconta più di quanto dovrebbe, il cantautore scende a patti con se stesso.

Se è vero che la felicità è un viaggio e non una destinazione, “stare bene col proprio disordine” è sicuramente il primo passo del cammino.

(Benedetta Fedel)

Petullà: 8,5

 

FARSI MALE A NOI (Album)

Altri cinque brani si aggiungono all’album, ancora incompleto, del collettivo toscano Bnkr44.

“Cattivo” è quasi un brano motivazionale: anche le “cattive compagnie” a volte riescono a farcela. I suoni elettronici di “Raggio mortale” ci trascinano in un dancefloor etereo spaziale, per poi tornare con i piedi per terra con “Dipingere la notte”, colonna sonora perfetta per tutti i discorsi fatti sui lettini in riva al mare di notte, con il rumore delle onde in sottofondo.

“Non trovo le parole, sono da solo nella stanza, la soluzione è sputare la verità in faccia” il dolore è difficile da descrivere, quasi impossibile, perché per ognuno è diverso, ma “Come un coltello” rende bene il livello di sofferenza descritto dal collettivo. Chiude questo ulteriore assaggio “Sembra bello” brano malinconico e dolce amaro, che ci fa aspettare con il fiato sospeso gli ultimi pezzi, per ottenere “Farsi male a noi va bene”, attesissimo secondo album dei Bnkr44, finalmente completo.

(Margherita Ciandrini)

Bnkr44: 9

 

Fiamme

“Sono in piedi tra le fiamme, trovami because I’m ready for you”
La voce eterea di Bluem, aka Chiara Floris, si amalgama perfettamente con suoni ricercati e non banali, che vedono protagonisti synth, batteria e basso, e che creano una musicalità diversa dal solito: una delle particolarità dell’artista.

“Fiamme” è il luogo in cui Bluem lascia il suo passato, per poi rinascere dalle sue ceneri, all’interno del brano, troviamo due persone che dall’essere menti affini, iniziano piano piano a diventare quasi opposti. Bluem non ha intenzione di voltarsi indietro, quando le distanze non sono fisiche, ma mentali, sono impossibili da colmare, e non ci resta che correre sempre più lontano, rifugiandoci dentro il presente, mentre il passato diventa un ricordo e, per quanto ci riguarda, potrebbe anche sparire per sempre. L’artista ci trasporta con delicatezza verso la fine di una storia, iniziando il lungo processo di guarigione necessario.

(Margherita Ciandrini)

Bluem: 8

 

Poeta di corte

I suoni psichedelici di Zic esaltano la sua voce morbida e calma, che contrasta nettamente con il testo del brano, in cui l’artista parla di un tradimento, e riusciamo a cogliere tutto il dolore di Zic attraverso alcune frasi che rimandano all’autolesionismo. “Quando ti ho detto, non mi farò del male, stavo tenendo le dita incrociate” ci sono dei momenti in cui la vita si diverte a prenderci in giro, ad affossarci ed abbatterci, e allora confidiamo al nostro diario che contiene tutti i nostri pensieri più segreti, che forse questa volta non riusciremo a rialzarci, che non abbiamo più le forze per crederci ancora una volta ed affrontare la vita, costruendo di nuovo un muro, sempre un po’ più alto del precedente.

Zic, guardandosi dentro e scrivendo tutte le sue sensazioni più profonde, ci trascina con lui in questo buio vortice di emozioni, dal quale riusciremo però ad uscire, più forti di prima.

(Margherita Ciandrini)

Zic: 8

 

Up

Durante la notte, non è raro che i nostri pensieri vogliano lasciarci ancora svegli comprando un biglietto per montagne russe emotive sulle quali la nostra mente si trova catapultata senza poter scendere.

A volte si pensa di essere felici e di stare bene, ma poi svuotando il posacenere ci accorgiamo che in realtà si è fumato troppo come se si cercasse di buttare fuori quello che ci sta consumando all’interno e che non riusciamo a vedere.

Se in periodi come questi siamo innamorati cerchiamo appoggio nell’altra persona, come se volessimo ammettere senza dirlo che abbiamo bisogno di qualcuno al quale appoggiarsi per non soffocare dentro le bad vibes, che vorremo tanto nascondere nel buio.

(Nicolò Granone)

Buebos: 7,5

 

qualcosa

Questo nuovo singolo è di sicuro Qualcosa di musicalmente nuovo per svegliaginevra, ma rimane comunque coerente al suo percorso musicale, grazie alla sua inconfondibile voce e al suono di una (onnipresente) chitarra.

La giovane cantautrice decide di dirci qualcosa. O meglio, ci spiega quanto è difficile dirsele le cose, quanto rimuginiamo sulla correttezza delle nostre parole, sul coraggio che ci serve per parlare. E se poi dovessi pentirmi? Se non riuscissi a dire le cose come le penso? “Panico, panico, panico”.

È che probabilmente le parole sono macigni tanto quanto verba volant, ed è questo che è difficile da capire. Sono leggere e pesanti, rimangono incastrate ai nostri ricordi, ma volano via in fretta.

Che poi, ci sarà davvero la cosa giusta da dire nel momento giusto?

(Benedetta Fedel)

svegliaginevra: 7,5

 

Poesia cruda/Poetico

Pensieri e note nude e crude, come quando tutto è iniziato: tasti neri e bianchi che contengono le parole, sempre poetiche, dell’artista spezzino. Inaspettati e inalterati, così sono i due nuovi singoli usciti per la semper fidelis Clinica Dischi.

Non ci aspettavamo infatti che nell’anniversario di Apice, del suo progetto e delle sue creazioni, l’artista ci avrebbe regalato un brano, bensì due. Una coppia di singoli così indissolubili che ascoltati insieme si completano e si tengono stretti come i più bei binomi, come tutte le dicotomie, come la poesia e la prosa, come il nero su bianco, proprio come “Poesia cruda” e “Poetico”.

(Ilaria Rapa)

Apice: 8,5

 

Perché mi guardi così 

La naturale continuazione del singolo precedente (Mosca), “Perché mi guardi così” è un pezzo che aggiunge un altro pezzo alla strada di un giovanissimo Frada.

Perché se la voce – stupenda, ma ne parleremo dopo – è di un classe 2000, la produzione è affidata a un ottimo Vincenzo Centrella (1999). Un bel binomio, che già lo scorso anno si era fatto notare a X-Factor, e che dopo l’eliminazione sta continuando a macinare buone tracce: non hanno smesso per un secondo di creare il loro mondo. Fresco e contraddittorio. Vincenzo e Francesco, infatti, sono giovani e classici allo stesso tempo: la produzione pop-rock con un’impostazione standard – possono fare ancora meglio – che fa da sfondo a un testo fresco, agile. Le citazioni di una nuova generazione, da Death Note alla techno.

“Perché ho dato tutto alla musica solo per sentirmi diverso”.

Un malessere generazionale che raccontano col loro personalissimo stile, sfruttando una voce graffiante, sofferta. La voce di qualcuno che ha molto da raccontare.

E per un classe 2000 e un 1999, scusate, ma non è poco. Anzi. Significa già tutto.

(Luca Baldacci)

Frada: 7,5

 

Seicomelamiaex

L’incontro che non ci aspettavamo eppure forse era l’incontro che non vedevamo l’ora di vedere. Stiamo parlando della collaborazione fra Edodacapo e Paul Giorgi, nel loro nuovo elettrizzante singolo “Seicomelamiaex”, tutto attaccato. Sì.

Una parola composta che diventa l’accezione da restituire a tutte quelle persone che ormai non fanno più parte del nostro presente, che sono solo figlie di un passato che non ci appartiene più. Come i nostri ex, che ci lasciamo indietro, che non hanno più un posto nel nostro cuore come prima, e forse va bene anche così!

(Ilaria Rapa)

Edodacapo, Paul Giorgi: 7,5

 

Mezza mela

Un brik di un succo alla mela, disegnato a mano in stile un po’ naif, introduce il nuovo singolo di Cordio.

“Mezza mela” è una canzone che non cerca la sua metà, perché sembra invece averla già trovata in sé stessa. Un singolo che vuole fare luce su quelle che sono le illogicità della vita, proprio come l’amore, che travolgendoci può rivestire svariate forme, non necessariamente quelle che noi ci aspettavamo di incontrare, a ricordarci che la perfezione non esiste, se non forse nella fantasia e nella musica.

(Ilaria Rapa)

Cordio: 7,5

 

Plastica

Nell’indifferenza generale i cambiamenti climatici provocano disastri ambientali e io continuo a pensare alla nostra storia che sta affondando come le Hawaii e si scioglie come giacchiai.

Invece di pensare a cosa faremo nel 2026 bisognava tenersi la mano e continuare a camminare vicini sulla stessa strada, invece ci siamo persi dentro buchi d’acqua nella quale galleggiano tonnellate di plastica.

Probabilmente tutti i nostri regali che ci siamo scambiati finiranno in uno scatolone che perderemo durante il prossimo trasloco e così i nostri ricordi inquineranno anche quando io e te non ci saremo più.

(Nicolò Granone)

T vernice: 8-

 

Generazioninsta

Un brano che già dal titolo lascia intuire il topic: pungente e ironico, Scrima racconta le manie di una generazione, quella intrappolata nella finzione dei social network.

Si dà più importanza a ostentare una vita che in realtà non abbiamo, a fingerci sempre felici in storie Instagram da 15 secondi per poi tornare alla vita vera. 

In questo clima dettato dalla velocità dei rapporti su internet, Scrima ci dice che la vera libertà è quella di riuscire a spegnere tutto. Un consiglio che tutti dovremmo seguire.

(Sara Pederzoli)

Scrima: 8

 

Demone

Un brano dai toni senza dubbio cupi e scuri che si mescolano però con il dembow giamaicano e il kuduro portoghese. Un flow che fa da cornice al racconto di una relazione tossica, dalla quale non si riesce a uscire. È un brano che dà vita a una visione molto mentale, accompagnato da parole che sembrano quasi un mantra che si ripete in loop nella nostra testa.

Di questo canta Vergo, sulla produzione di Populous. La voce semplice e melodica del cantante crea il contrasto perfetto con il sound minimal e oscuro del producer. Un mix che indubbiamente funziona. 

(Sara Pederzoli)

Populous, Vergo: 7

 

Sono sempre in ritardo (Album)

“Sono sempre in ritardo” è il titolo dell’album di esordio del giovane cantautore romano Lorenzo Pucci che con i suoi 17 brani guadagna il suo ingresso nel panorama indie-pop italiano.

Già il titolo dell’album e dell’omonima traccia è presagio della tematica affrontata: il tempo.

Esso è definito come “un’esperienza corporea legata al ritmo, legata al battito” ed ancora “una percezione”. Tema ben scandito, anche, dal ricercato e accurato arrangiamento dove violini, sax, pianoforte e batteria segnano proprio il suo trascorrere.

Ognuno di noi fin dal primo pianto è parte integrante di una dimensione temporale di cui inizialmente non ha alcuna percezione, nonostante inizi a scandire il proprio ritmo interiore. Crescendo, poi, si ha la consapevolezza che il tempo è un dono prezioso che non sempre utilizziamo nel modo corretto. “Da quando sono piccolo sono fuori corso” recita, infatti, il brano “Temporale”.

La nostra esistenza è una lotta continua contro il tempo che spesso ci allontana anche da noi stessi, dalle relazioni sociali facendoci cadere in un vortice di incertezza e paura da cui non riusciamo ad uscire vivi.

Esiste però sempre qualcosa che arriva prima della “scritta fine”, qualcosa in grado di ribaltare quella condizione di stallo: e cosa se non l’amore? L’unica arma per vincere quella guerra di cui siamo soldati volontari!

(Alessandra Ferrara)

Lorenzo Pucci: 8

 

Foglie secche

Diorama – al secolo Matteo Franco – è una figura che si sta piano piano facendo largo nel mondo della musica italiana. Produttore, autore e cantante pugliese di appena 22 anni, ha passato i suoi anni di formazione studiando pianoforte al conservatorio, per poi cadere in tentazione.

Perché le influenze blues, rock (ma soprattutto R&B) sono parte integrante di tutti i suoi pezzi accompagnano i testi di una sensibilità rara – molto rara.

Uno sguardo dolcemente disilluso, talmente fuori dal tempo che lui stesso nella canzone dice

“Ti chiedo scusa se ti sembro assente, non sono qui effettivamente”.

Perché la sua è una musica morbida, elegante, che ti prende per mano e ti porta via con sé, come una brezza leggera. E Diorama, a soli 22 anni, ha il rarissimo dono di rendere le note parole, e le parole note.

Comunica allo stesso modo, insomma, con testo e musica. In Italia, a parte Venerus, Iosonouncane e pochi altri, chi è in grado di farlo?

Ai posteri (e a Diorama) l’ardua sentenza.

(Luca Baldacci)

Diorama: 9

 

Malegria

Ganoona per descrivere l’amore utilizza l’aggettivo “Malegria” perchè questo sentimento può renderci felici e tristi praticamente allo stesso tempo. Sarà capitato a tutti di non riuscire a prevedere certe storie: ci sono amori che non sono mai iniziati perchè nessuno ha avuto il coraggio di rischiare facendo il primo passo mentre altri non finiscono per paura delle conseguenze, fingendo per abitudine di essere ancora innamorati.

Il destino poi si diverte a mischiare le carte, come dentro “Berlino” dove i due ex amanti fanno la prima scopata con un altro e un altra a 80 metri di distanza, e chissà se in quel momento alla fine non si sono un po’ pensati.

Queste dieci canzoni sono un misto di emozioni che girano intorno che legano rimpianti e speranze, con l’idea che quello che sarà dev’essere meglio del passato, ma si scopre solo quando è troppo tardi, con il rischio di essere fregati dalle aspettative scoprendo che quello che volevamo lo abbiamo già avuto.

Non c’è niente di strano ad innamorarsi nuovamente cercando, anche inconsciamente, quelle cose o quelle caratteristiche fisiche che ci hanno già fatto nascere le farfalle nello stomaco.

(Nicolò Granone)

Ganoona: 7,5

 

Sud America

Il nuovo singolo della cantautrice Roberta Carrese dal titolo “Sud America” è un’inno di speranza al cambiamento, nonostante la nostra vita sia avvelenata da persone che non vorremo accanto, dal fare cose che dobbiamo (ma non vogliamo) fare.

Il poter incontrarsi in “Sud America” diventa, allora, metafora del “risvegliarsi dentro un’altra realtà”. Una realtà, dove l’amore è un generatore di energia nuova, pura capace di colorare le nostre giornate.

L’alternanza del pezzo tra la lingua italiana ed il dialetto napoletano, diventa il dolce antidoto a quel veleno che via via non scorre più nelle nostre vene!

(Alessandra Ferrara)

Carrese: 8-

 

La vita davanti

 

“Resto la solita scarsa in matematica e, quando arriveremo in fondo, fare a meno di te quanto farà?”.

Una dedica sofferta ma fatta con il sorriso quella di Caterina che, accompagnata da un pianoforte, è costretta a finire le cose e ad avere tutta la vita davanti. In amore – che non ha logica, statistica o previsione – fare calcoli non serve a nulla. A volte le cose, semplicemente, non vanno, ed è proprio vero che “ci vuole il doppio dell’amore per chiudere una storia”.

Il risultato di me meno te fa qualsiasi cosa, fa tutto e fa niente. Fa una me con il sorriso di chi ha un ricordo che terrà prezioso dentro di sé e andrà sempre e comunque oltre, con la meraviglia, la paura, la tristezza e la felicità di quello che sarà, di quello che c’è davanti.

(Benedetta Fedel)

Caterina: 7,5

 

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