New Indie Italia Music Week #85

Vorremo vivere sospesi in aria con la leggerezza di una piuma, avvolti nelle nuvole, lontani dalla realtà che ci schiaccia come zanzare fastidiose durante le umide notti d’estate.

Solo le canzoni hanno il potere di elevarci nello spazio-tempo immobile ed eterno dove le emozioni più dolci o le più crude si fondono per regalarci un attimo di estrema goduria.

Lasciatevi condurre nel vostro viaggio dalle nuove uscite di questa settimana selezionate dall’orecchio dei nostri editor Alessandra, Nicolò, Salvatore, Ilaria, Margherita. Ilaria C,, Benedetta, Elena, Ilaria R., Filippo!

 

TASSISTI DELLA NOTTE

“TASSISTI DELLA NOTTE” parte dall’esigenza di dover in qualche modo dare forma alla propria solitudine. Darle un corpo, una voce ed uno scopo. Mobrici, in quest’ultimo brano, trasla sé stesso nella forma di un tassista. Che per tutta la notte gira per la città, raccattando anime perdute per le strade, e raccontando ad ognuna di essa una piccola parte di vita. Con la speranza di sentirsi, almeno per la durata di quel breve tragitto in auto, un po’ meno solo.

Ciò che rende questa canzone potente, è l’immediatezza con cui riesce a trascinarti all’interno della propria narrazione. Facendoti quasi immaginare di essere all’interno di quel taxi, con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino, mentre aspetti di arrivare a destinazione.

(Filippo Micalizzi)

Mobrici: 8,5

 

Fottuta canzone

Gazzelle durante gli ultimi anni ha sperimentato praticamente di tutto. Passando dall’elettronica, al cantautorato decisamente più “intimo”, fino ad arrivare ad oggi con “Fottuta canzone”, un brano pop-punk, palesemente parecchio influenzato da gruppi come i Blink 182 o i Sum 41. Il risultato è che il tutto sembra funzionare, e anzi, sembra si sia pure divertito nel farlo!

Sappiamo come Gazzelle sia bravo a contrapporre nelle sue canzoni, testi “emotivamente pesanti” e musica, che se ascoltata a parte, fa pensare l’esatto opposto. Questo ha fatto in modo che l’artista si creasse una propria cifra stilistica, che nel bene o nel male, riesce a farsi riconoscere immediatamente da chi lo ascolta.

(Filippo Micalizzi)

Gazzelle: 8,5

 

COS’È CHE NON VA

Il ritmo è un tratto distintivo del nuovo singolo pop-rock anni ’90 di Novelo che con “COS’E’ CHE NON VA?” esprime una forte smania di opposizione nei confronti dei dettami e delle logiche sociali alle quali ci pieghiamo senza porci alcun perchè.

“L’essere all’altezza di” o il “credo possa meritare meglio”, da cosa dovrebbero essere misurati? Il sistema internazionale di unità di misura non prevede alcuna variabile!

Sganciarsi dagli stereotipi è una strada che dovremmo iniziare a percorre per vivere con meno pesantezza i rapporti sociali, l’amore: “cos’è che non va?”

(Alessandra Ferrara)

Novelo: 8

Siamo sicuri di essere giovani? (Album)

“No non sono sicuro di essere giovane”. È questa l’amara risposta che sento di dare dopo aver ascoltato il nuovo album di Jacopo Et.

“Motociclette” è la storia di chi si è abituato alle abitudine e ha paura di prendersi dei rischi, mentre la “Vecchia Guardia” vuol dire ammettere di dover dare ragioni a tutti quelli che ci davano consigli che per ribellione non si volevano ascoltare.

“Bellissima” è il romanticismo adolescenziale, al quale ripensandoci scappa un sorriso. “Postgenere” è dedicata a chi sente sempre il bisogno di mettere dell’etichette come se fosse un istinto biologico.

In “My old friend” le notti diventano sempre più insonni con i sogni che dormono al nostro posto, “Jacopo Et” invece è un autoanalisi di quello che vediamo allo specchio mentre si fanno stupide smorfie per fare uscire nuove righe.

La partecipazione dei regaz dello Stato Sociale serve a scusarsi con le generazioni future che dovranno rimediare ai nostri errori e così ecco “Gli racconteremo”.

“Il buio della montagna” è l’incontro con le paranoie che nascono quando invece di fare si preferisce ragionare su quello che succederà dopo, magari scegliendo di restare soli per sentirsi meno soli, con la traccia successiva”Diversa”  utile per non pensare ai rimpianti.

Arrivando alla fine del disco “Ma tu” sei sicuro di essere ancora giovane?

(Nicolò Granone)

Jacopo Et: 8,5

 

2000volte

I Costiera con la frase “siamo scritte sbiadite sui muri” del loro ultimo singolo “2000volte” evocano le emozioni tipiche di quei momenti in cui ci si rende conto che i legami che ci legavano a una determinata persona, si sono ormai sfaldati.

Ed è così che come quelle lettere ormai perdenti il colore vivo, i nostri sentimenti diventano aridi, gelidi “anche se luglio” in attesa di quel qualcuno che possa ravvivarli di nuovo!

Finché non saremo di nuovi pronti ad aprire gli occhi !Io mi perdo in mezzo al mare, io mi perdo al buio dei palazzi”.

(Alessandra Ferrara)

Costiera: 7-

 

Camminando

“Camminando a volte si inciampa” è la nostra metafora di vita! E Le Larve nel nuovo singolo la disegnano perfettamente tra testo, arrangiamento e cover.

Quante volte abbiamo comandato a noi stessi di fare le valigie o un semplice zaino e lasciare tutto? Quante volte lo abbiamo fatto veramente?

Avere il coraggio di andare via, di cambiare qualcosa non sempre è sinonimo di scappare, anzi è consapevolezza di saper affrontare ostacoli e bellezza.

(Alessandra Ferrara)

Le Larve: 8

 

Melone

I sensi di colpa ci scavano dentro, provocando ferite che ogni volta che cerchiamo di curare aumentano diventando sempre più profonde.  Per sistemare un’errore magari ne commettiamo altri due e così via, peggiorando sempre di più la situazione.

Anche se siamo disposti a tutto quando certe relazioni si rompono in mille pezzi è impossibile raccoglierli da terra e riattaccare tutti vicini nello stesso modo. Non si può fare più nulla e provarci è solo l’ultimo tentativo che possiamo fare prima d’impazzire e andare fuori di melone.

(Nicolò Granone)

Tripolare: 8,5

 

Farsi Male (Album)

“E il male che mi fai, ci gira tutto intorno, è un altro giorno, quanto durerà?”

L’EP del collettivo toscano più caldo del momento, che anticipa il loro secondo album “Farsi male a noi va bene”, è un assaggio composto da 5 brani di quello che potremmo aspettarci dal disco intero, e non siamo affatto delusi. Erin, Caph, Fares, Piccolo, JxN, Faster e gheray0 sono i componenti di Bnkr44 e ognuno di loro è riuscito a portare un pezzo di anima all’interno dell’EP, il cui filo rosso è la vita e le esperienze di questi ragazzi di periferia, distaccati dalla realtà in modo spaventosamente concreto.

Il sound di “Farsi Male” è accattivante, indie, elettronico…ha tutte le caratteristiche per rimanerci in testa per giorni. “Lasciami come vorresti trovarmi e non trovo il cuore” già dal primo brano, intitolato “Di chi è questa città”, entriamo nel mood del collettivo e vorremmo che i quattro brani che seguono non finissero mai. Per un ascolto perfetto, si consiglia di riprodurre l’EP a volume massimo mentre si sfreccia con qualunque mezzo in un qualsiasi paesaggio di campagna.

(Margherita Ciandrini)

Bnkr44: 9,5

 

Milano

È facile scherzare su quanto sia grigio il cielo di Milano, ma siete mai usciti dalla metro del Duomo, trovandovi all’improvviso quest’ultimo davanti, in tutta la sua magnificenza? Milano è da sempre simbolo di nuovi inizi, di partenze, di libertà, di boccata d’aria quando per tutta la vita ti hanno sempre detto di calibrare i respiri e trattenere tutto quanto dentro di te.

Milano è dura, ma è così che impari a vivere e a cavartela da solo, lo sa bene Non Giovanni: non puoi fare altro che innamorarti della città, che accoglie tutti senza distinzione e per nulla al mondo si tornerà indietro. Con tutta la delicatezza di un cantautore, Non Giovanni ci spiega con calma di quanto sia importante sognare in grande, e puntare sempre al meglio: il segreto è non fermarsi mai e guardare tutto dall’alto”.

(Margherita Ciandrini)

Non Giovanni: 8

 

 Camilla

“Questa qui l’ho scritta proprio per te che davvero sei l’opposto di me. Che non hai bisogno di mostrarti o farti notare, come un fiore bello così com’è.”

“Camilla” è l’ultimo singolo di Pier Luigi Pasino: attore, cantante e autore. Nella canzone questi tre lati emergono contemporaneamente: è una canzone sì, ma le parti recitate e l’interpretazione di Pasino rimandano al teatro. “Camilla” in poche parole è una poesia in musica e una canzone recitata. È il racconto di un amore che si muove nella libertà e nello spazio. Parole, emozioni, musica, tutto in “Camilla” si muove con estrema facilità regalandoci una canzone davvero interessante e particolare. In ultimo, vi consigliamo di dare un’occhiata al video musicale, davvero niente male!

(Ilaria Cantoni)

Pasino: 8,5

 

Roulette Russa

“Volta la carta non voltarti indietro

donne di corallo e uomini di vetro

trasparente che non fa rumore

il sangue che sgocciola dal tuo motore

confondiamo il vino con la religione”

Quando tutto sembra fermo, vale la pena di buttarsi e rischiare? Diciamo che i Senna con il loro ultimo singolo “Roulette Russa” provano proprio a parlare di questa sensazione. A volte la paura di perdere qualsiasi cosa ci frena dal lasciarci andare o dal rischiare qualcosina in più, ma quante occasioni vengono sprecate in questo modo?

Ci troviamo davanti a una canzone che si muove attraverso una sonorità indie e un testo ricercato, che evoca immagini e scenari nella mente di chi sta ascoltando. Un pezzo lento, profondo ma non noioso. Da ascoltare!

(Ilaria Cantoni)

Senna: 7,5

 

Le previsioni del tempo

Se anche il cielo ogni tanto si sente confuso, come quando piove con il sole, figuriamoci se non può capitare anche agli essere umani di vivere in bilico tra il voler fare e il dover essere.

Incertezza per il futuro, amore, lavoro, una sensazione di fretta autoimposta: come se ci fosse un orologio che scandisce le tappe della nostra crescita con un fragoroso gong, pronto a ricordarci di ogni scadenza, di ogni obiettivo da raggiungere.

Il nuovo disco dei Fanoya affronta temi a quali la band è legata, questa volta con una maturità maggiore dovuta allo scorrere degli anni, con la sensazione che certe battaglie è più facile combatterle quando si ha meno da perdere.

Fanoya: 7,5

 

Immaginari (Album)

Con la leggerezza di una carezza data sotto le coperte, i Canarie ci offrono innumerevoli “Immaginari”. 

Vere e proprie scene di vita privata. Paola e Andrea ci permettono di vedere da uno spioncino l’anatomia di un sentimento. Come nasce, come evolve, come sorprende e delude, e come, a volte, muore. Un album sognante è quello che avevano in mente e quello che è indubbiamente riuscito ad essere. 

La vibrante fragilità di un sentimento confusionario quale è l’amore è raccontata con l’occhio ammiccante di chi ha accettato la sua inevitabile natura contraddittoria. 

Come in un album di fotografie, i sedici pezzi si tengono per mano e raccontano aneddoti che sono inseriti in un’unica grande vicenda. L’alternative pop amplifica l’effetto da viaggio introspettivo, quasi la realtà si potesse ridurre a un sincero, sarcastico sogno. 

Quasi la vita non fosse altro che una lunga, affascinante, difficile, storia d’amore.  

(Benedetta Fedel) 

Canarie: 9

 

Buchi Neri

“Ci pensi se stanotte crollasse il cielo?”

Quante volte siamo stati con il naso rivolto verso l’alto, e i nostri occhi hanno scrutato quel cielo nero in cerca delle stelle, e, spesso, di risposte. Se esistesse un universo parallelo in cui fossimo in grado di riavere qualcosa che ci manca, in cui non fosse così difficile respirare e non dovessimo aspettare la caduta delle stelle per esprimere desideri…cosa succederebbe?

Ognuno di noi si rifugerebbe nel proprio buco nero, mentre cerchiamo di capire qual è il senso di tutto, della nostra esistenza, degli eventi, dei cambiamenti. L’Edera inizia guardando il cielo e finisce per guardare dentro di sé, ispirandoci a fare lo stesso, mentre ci lasciamo cullare dalla voce del cantautore, che ci accompagna lungo il nostro viaggio interiore.

(Margherita Ciandrini)

L’Edera: 8

 

Prendila come vuoi

Il sipario di XFactor si è chiuso da tempo ma la storia d’amore tra Santi e la musica è appena cominciata!

“Prendila come vuoi” è l’inizio di un nuovo capitolo, è la voglia di credere maggiormente in sé stessi e di vivere nuove esperienze, in totale libertà.

Il pezzo è stato realizzato con il contributo di Ballo, fondatore dei Lunapop e Michelangelo, il producer di Blanco.

Sound pop rock, voce pulita e la grinta di chi ha voglia di cambiare il mondo: il giovane cantante bolognese è tornato in pista e sembra essere intenzionato a correre!

(Elena Caggia)

Santi: 7,5

 

Vestiti

“Con gli stessi vestiti addosso hai giurato e hai tradito”

Anche se spesso fingiamo di essere un qualcosa che non siamo, magari strizzando l’occhio alla moda, alla fine in ogni momento della nostra vita siamo solo noi, ognuno con i propri pregi e difetti che si mescolano creando individui unici al mondo.

Il nostro comportamento, per comodità e vantaggio, può cambiare a seconda della situazione, ma non possiamo nascondere in nessun modo la nostra identità, perché ogni decisione che prendiamo nasce e muore dentro di noi.

In questa versione a tratti teatrale, Francesco Sacco si spoglia mettendo a nudo i vizi del genere umano.

(Nicolò Granone)

Francesco Sacco: 8

 

Cose che ho

Spuntiamo un’altra casella per Jesse the Faccio, con il suo nuovo singolo “Cose che ho”: ne manca ancora uno alla chiusura del cerchio.

“Cose che ho” è la lista non-lista messa in musica per ricordarci che sostanzialmente non riusciamo più a trovare una forma che possa contenerci. In un’alternanza di pieni e vuoti, su una base grunge alla Nirvana, ecco che si fa spazio la voce di Jesse, emozionale ed emotiva come sempre.

E alla fine “tra la morte e la rinascita, tu quali scegli?”

(Ilaria Rapa)

Jesse the Faccio: 7,5

 

Brandon Lee

Proprio come Brandon Lee (che i più lo ricordano vestito di nero, impermeabile e stivali di pelle come nel Corvo) anche, a quanto pare, la protagonista dell’ultimo singolo di Inigo, non passa inosservata agli occhi e al cuore del nostro artista.

Inigo ripassa a setaccio, brivido dopo brivido, promessa dopo promessa, tutte quelle che sono stati le andate e i ritorni di un amore di cui ormai resta soltanto una canzone dei Verve, come sottofondo di un passato che si può ripercorrere solo a ritroso, ma che non potrà mai più ritornare.

(Ilaria Rapa)

Inigo: 7

 

Callao

Non m’interessa di quello che dicono gli altri, qualsiasi discorso che ho sentito su di me non ha senso. Si sono inventati di tutto per screditarmi, hanno detto centinaia di bugie, fingendo di sapere una verità che sapevo solo.

Perchè l’hanno fatto? Non lo so forse volevamo sentirsi migliore, giudicando prima di essere giudicati, attaccando per difendere, con la paura di essere terribilmente in difetto.

Ma il modo migliore per rispondere a questo attacco e fare finta di niente e stare in giro  con i “fra”.

(Nicolò Granone)

Bautista: 7+

 

La versione migliore di noi

Marsali ci regala la sua versione migliore o almeno, per chi ancora non la conoscesse, la sua versione più bella, come quella che canta nel suo singolo d’esordio.

Un raggio di sole caldo in mezzo a questo inverno che si fa già sentire, “La versione migliore di noi” è un brano che ti rassicura, ti dona gioia e speranza laddove abbiamo smesso di avere aspettative per il futuro. Marsali ci sprona a lavorare sempre su di noi e magari un giorno, anche noi potremo assaporare la versione migliore di noi!

(Ilaria Rapa)

Marsali: 7,5

 

Circles

Come dei voyeur osserviamo dal buco della serratura quella che è la sofferenza e la battaglia che siamo costretti a sopportare quando bisogna ripartire dal via, da zero, dopo che sulla nostra foresta sono passate fuoco e fiamme.

Imparare a rinascere felice dopo un lungo percorso di ricollocazione personale e sociale è il motivo alla base di “Circles”, il nuovo singolo del duo I’m Not a Blonde.

E come dei cerchi che si chiudono, come una naturale conseguenza, se ne aprono degli altri, tutti incatenati tra loro… Ora stiamo a vedere cosa ci riserverà.

(Ilaria Rapa)

I’m Not a Blonde: 7,5

 

Trenchtown

Il titolo del nuovo singolo dei Dejawood si rifà ad un quartiere giamaicano, oltre che alla famosa canzone di Bob Marley, e si presenta come una specie di canzone-manifesto.

La band dallo stile che mixa electro-pop, hip hop e sonorità afro – “Ethnic Electronic Rap”, come spiegano loro – ci racconta ciò che è e ciò che non è.

“Elettrica come in radio, centripeta come una barra d’uranio”. Una musica che non conosce confini, un gruppo che non ha appartenenza né vuole averla, “perciò chiamaci selvaggi”. Ci fanno sentire per la prima volta qualcosa che “non te l’aspetti come Banksy”.

E in effetti, non te lo aspetti perché non esisteva ancora. Non qui, non così. E anche ci troviamo in un panorama variegato in cui le differenze tra generi sono labili, nella loro complessa mutevolezza, i Dejawood ci gridano a gran voce a che luogo del mondo appartengono: Trenchtown!

(Benedetta Fedel)

Dejawood: 8

 

fuga x5

Dedicata ad una storia che c’è e sembra sgretolarsi tra le dita ogni volta che ci si avvicina eccessivamente, Testacoda scappa via. E sembra quasi una sfida tra i due, perché, se dobbiamo fuggire, almeno “corri più forte”. È così buio qua che servirebbe della luce, sotterrato nel freddo da metri di nevi. Servirebbe solamente “qualcosa in più per essere felice”. Qualcosa che sembra così vicina da poterla toccare ma che non riesce mai a farsi prendere. 

La felicità può far paura e, a volte, quando la si ha ad un palmo di mano tutto quello che si riesce a fare è fuggire via. 

(Benedetta Fedel)

testacoda: 7

 

Caramelle

Per vivere una vita tranquilla e spensierata dovremmo prendere le paranoie e accartorciarle come carta di caramelle che, con un lancio, buttiamo via nel cestino e invece facciamo l’opposto.

Invece di tirare fuori i problemi, cerchiamo di proteggerli, nascondendoli sotto la pelle per difenderli dal mondo esterno come se avessimo paura che se scappassero fuori di noi potrebbero espandersi.

Quando si passano dei momenti un po’ così, chiedere aiuto dandone un pezzettino a chi ci sta vicino le farà sciogliere dolcemente sotto la lingua, ricominciando a sentire un gusto migliore.

(Nicolò Granone)

MARLA: 7,5

 

Attese Vol.2 (Album)

“Attese, Vol.2” può essere riassunto alla perfezione utilizzando un’unica parola: “Nostalgia”.

Nostalgia di un tempo mai vissuto ma che per certi versi, Lucia Manca riesce a farti vivere in ogni sua sfaccettatura.

Complici di questo, sicuramente l’uso dei sintetizzatori, che viaggiano su una frequenza che può tranquillamente essere definita tra sogno e realtà. Portando l’ascoltatore all’interno di un viaggio onirico, dalla durata di 27 minuti e 36 secondi.

Dalla prima all’ultima traccia il senso di continuità è sempre più reale, con una direzione ben precisa e che punta a lasciare una sensazione di “confusionaria pace” in chi l’ascolta.

Un lavoro complesso e ben strutturato ma che non lo fa affatto pesare, ma anzi, viene tradotto totalmente in leggerezza.

(Filippo Micalizzi)

Lucia Manca: 8

 

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