Sebaa: Connessioni digitali per emozioni analogiche | Indie Talks

Radio oppure podcast? Musica live oppure in streaming? Varie sono le domande che nel mondo contemporaneo dello spettacolo e dell’intrattenimento in senso lato ci si pone continuamente. Il mondo sta andando sempre di più verso la direzione del digitale, è vero, eppure il fascino del classico fa sì che proprio quest’ultimo non si dissolva nel nulla. Oltre alla comunicazione però è importante anche la libertà che si ha nel farla.

Noi ne abbiamo parlato con Sebaa, rapper atipico, che nel suo ultimo disco “Butterfly Radio” per Waves Music Agency, combina insieme tanti generi e tematiche rompendo tutti gli schemi che la produzione al giorno d’oggi richiede. Vediamo insieme cosa ci siamo detti!

Sebaa x Indie Talks

Ciao Sebaa, benvenuto a questo nuovo Indie Talks! Il tuo nuovo EP mi ha ispirato ad approfondire con te la tematica della comunicazione e della libertà di espressione. Visto che la tua “Butterfly Radio” si sviluppa come fosse una radio, quanto pensi che al giorno d’oggi sia possibile davvero esprimersi liberamente usando un canale di comunicazione “pubblico”?

Sicuramente oggi non siamo ancora liberi di dire ciò che vogliamo sui canali di comunicazione pubblica ma abbiamo sicuramente molta più libertà e qualcosa è cambiato. Credo che il limite più grosso sia a livello musicale. Per uscire su certi canali devi rispettare dei canoni pop, il singolo dev’essere con una determinata struttura, il ritornello orecchiabile e il testo non deve essere esplicito. Ma ora come ora non è un mio problema questo, non ho ancora i mezzi per raggiungere quei canali!

Se tu potessi davvero gestire un tuo programma radiofonico e poter parlare di qualsiasi cosa preferisci, come sarebbe strutturato?

Nel mio programma radio si parlerebbe di musica. Della musica che c’è ora e di quella che c’è stata. Non si parlerebbe di gossip riguardante l’ambito musicale ma di musica vera e propria cercando di rendere l’ascoltatore un consumatore consapevole.

Sei del team radio o podcast?

Credo siano due cose molto diverse. Su due piedi ti dico radio ma non ti nego di aver pensato ad un podcast.

Sempre riguardo la libertà espressiva, stavolta nell’ambito musicale, credi che sia possibile farsi strada nel mercato musicale odierno suonando quello che si vuole?

Io ci credo. Anche se ci sono pochi esempi che lo dimostrano io ci credo. Ci devo credere perché non riuscirei a cambiare me stesso per l’ambiente esterno. Magari cambierò idea ma per ora sono fermo su questo pensiero.

Ph: @eno47century

Quanto è importante per te la comunicazione del tuo progetto al tuo pubblico e solitamente come la gestisci?

È una cosa che sto ancora cercando di capire! Mi piacerebbe essere originale anche su quello ma non essendo uno molto attivo sui social non ho ancora trovato la formula. Sicuramente mi inventerò qualcosa di speciale per le prossime uscite!

Nella tua “Butterfly Radio” quale sarebbe l’ospite radiofonico che ti piacerebbe idealmente invitare?

È una bellissima domanda! Mi piacerebbe invitare veterani e esperti del mio genere che è fondamentalmente l’hip hop. Facendo un po’ di nomi: Bassi Maestro, Tormento e poi chiaramente Marra & Guè.

Lasciaci con un programma radio (o in alternativa podcast) che ha ispirato la tua creatività!

Vi consiglio un sacco le chiacchierate di Rick Rubin nel suo podcast “Broken Record”; ultimamente è uscita una puntata con Andre3000 degli OutKast molto interessante!

 

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