New Indie Italia Music Week #149

This kind of melody
Oh, it makes my body move
Too hot, you can’t cool me down
This room is spinning around
This kind of melody
It gives me nothing to prove
Feet off the ground
This is my D-N-A sound  (DNA – Sophie and the Giants)

Ci sono canzoni che ti entrano dentro facendoti girare la testa; di quelle che sembrano colpire le corde intime del nostro DNA fino a farle vibrare.

Il suono è già dentro di te, devi solo risvegliarlo concedendoti alla musica e allora tutti potranno ascoltare ciò che ti scorre tra le vene.

Goditi le nuove uscite della settimana con i brani Indie Italia più interessanti della settimana, scelti e recensiti dalla redazione

Disco Dance

Viola è una ragazza che non ha voglia di mostrarsi al meglio. Viola vive nella cameretta, anche se è sabato sera e preferisce starsene da sola, a guardare il soffitto, a bucare la noia. Viola è una ragazza di provincia, come molti di noi. È una ragazza che non riesce a scappare e si ritrova invischiata nei suoi segreti, che non vuole raccontare. Ha un lavoro sicuro, ma tutto quello che la circonda le è distante. E anche se è sabato e tutti ballano, lei guarda i porno a letto con la speranza di “venire alla vita”.

“Disco dance” è tutto il contrario di una canzone dance, è tutto il contrario di quello che rappresenta, come Viola, che vorrebbe essere altro e si ritrova a perpetuare sé stessa. È il racconto di provincia che è il punto di forza di gIANMARIA, che trova un’altra ragazza di provincia, Francesca Michielin, e con la quale porta a casa un bel brano, convincente in tutto, dal testo all’intenzione, passando per la melodia.

(Lorenzo Ottanelli)

gIANMARIA, Francesca Michielin: 9

 

Infinite possibilità per esseri finiti ( Album)

Ogni volta che c’è da recensire Truppi è il caso di sedersi, allacciare la cintura e ascoltare cento volte prima di formulare qualsiasi frase.
Questo perché il caro Giovanni è una stella di neutroni super densa, nata dal collasso gravitazionale di un sacco di robe, più di quante potrei elencarne. Elementi acustici e sintetici, soundscape, Roma, Bologna, follia, serietà, malinconia, autoironia, Niccolò Contessa, cose piccole e grandi, personali e universali.
Queste diciotto tracce, ci ha rivelato Giovanni, compongono un’equazione la cui soluzione è la parola “vita”.

(Vernante Pallotti)

Giovanni Truppi: 8,5

 

Futuro Splendido (Album)

Viscerale. Tra i tanti aggettivi che possono identificare il progetto artistico di Miglio, questo è il più azzeccato. Sentimenti e vizi che lasciano i segni sulla pelle, emozioni che prendono le sembianze dei paesaggi, delle topografia dei luoghi in cui sono sono nate.

Il nuovo album di Miglio, “Futuro Splendido”, anticipato dai singoli “Techno Pastorale” e “Per non pensare + a te”, “Sexy solitudini”, è un coacervo minimalista e autentico dell’espressione artistica della cantautrice che si conferma tra le penne più originali della nuova scena musicale italiana.

Il titolo dell’album sembra essere una sfida al destino. Tutto questo dolore ci sarà utile? Forse. Ma è una rischio che va preso anche solo per sfiorare il futuro splendido che ci attende.

(Salvatore Giannavola)

Miglio: 8.5

 

Ave Maria

La voce di Margherita ancora una volta è quella di cui abbiamo bisogno per spiegare dei concetti che purtroppo dovrebbero essere ovvi e scontati nel 2023.
“Ave Maria” è un brano velenoso che si scaglia contro chi pretende di avere voce in capitolo sul pensiero, sulle opinioni e sul corpo di qualcun altro, come se a dover decide fossero loro. Quel che ci si aspetta da una donna è che sia aggraziata ma Margherita mette invece un punto, sdoganando quel pensiero e facendo ciò che le pare.

(Filippo Micalizzi)

Margherita Vicario: 8

 

Vetri appannati

“Ti porto via da qui, dove il cielo si confonde con il mare. Via da qui, ti lascio i miei vuoti da colmare. Via da quello che ci ha fatto male”.

E se la soluzione a tutto questo, fosse scappare, ma rigorosamente insieme ?

Scappare per costruire un nuovo oggi, ripartendo da zero. Per amarci meglio, per viverci meglio.

”Vetri appannati” è il nuovo capitolo della saga musicale di @fioridipastelliacera , tra i progetti artistici più interessanti della nuova scena #urbanitaliana.

Il singolo è accompagnato da un video clip in pieno stile lo-fi che impreziosisce ulteriormente questo nuovo release della giovane artista.

Kahlo: 7.5

 

Gomma

Quando si analizza una situazione a mente fredda si trova il coraggio di ragionarsi su. Magari si vuole dimenticare il passato, cancellare alcuni ricordi ed eliminare alcuni momenti.

Pixel, duo composto dai fratelli Pischedda,  scrive il nuovo pezzo “Gomma”, per accettare alcune delusioni, scegliendo però che forse in certe occasioni è meglio non rovinare il momento con le aspettative.

Meglio perdersi nei momenti della vita, cercando delle nuove vie inesplorate, senza sentire il bisogno di rimuovere il ricordo di chi ci fatto stare male con alcuni comportamenti per noi sempre incomprensibili.

Bisogna sfruttare i momenti no come esperienze, senza queste lezioni non riusciremo mai a ottenere una crescita personale, scoprendo non solo chi siamo, ma soprattutto chi vorremo  essere veramente.

(Nicolò Granone)

Pixel: 7

 

Vino Veritas

Secondo un celebre proverbio la verità sta nel vino e Dominic è sicuramente d’accordo con questo modo di dire dato che ha chiamato il suo nuovo brano  “Vino Veritas”

Non è facile spogliarsi e tirare fuori le proprie emozioni, in maniera diretta, senza troppi giri di parole. Ci vuole coraggio per accettare i propri limiti, fare a pugni con le aspirazioni e trovare la forza di accettare la realtà anche quando questa ci piomba violenta in faccia, come quando finisce la relazione che abbiamo scambiato per amore della vita.

Ogni coppia stabilisce il proprio equilibrio tramite un tacito accorto implicito, attenzione però a non fidarsi troppo perché tutto può finire, lasciando qua e la frammenti di cuore. Comunque vada bisogna sempre confidare in se stessi, non perdere la speranza e guardare il futuro sempre con un pizzico di speranza.

(Nicolò Granone)

Dominic: 7

 

Senso di vuoto

Un cuore pieno d’amore si ritrova in un letto vuoto e prova un senso di malinconia, tristezza e disperazione. La bellezza per sua natura è fragile e fugace, proprio per questo motivo l’essere umano ne rimane affascinato, anche a costo di rovinarsi la vita, stare male e soffrire.

Può anche capitare di non cogliere il vero valore delle cose fino al momento in cui capiamo che non possiamo più averle, un po’ come un bambino viziato che lascia da parte il suo giocattolo preferito per l’ultima novità tecnologica che dopo poco lo farà annoiare.

Bisogna dare più importanza alla felicità ed essere pronti ad accettare la fine, senza smettere di credere nel romanticismo.

(Nicolò Granone)

Yako: 7,5

 

Liberatutti

Ballare per buttare via la #malinconia , ballare per calpestare le sensazioni cioè che ci pervadono a volte. Uno statement di catarsi e di liberazione in musica quello della cantautrice @senusantini che si rinnova mettendo alla sua malinconia indie un abito da sera e portandola a ballare in discoteca, unendo il cantautorato pop all’EDM. Il risultato è il brano #Liberatutti, un contrasto tra liriche amare e sonorità dance.

La nostalgia persistente è “una canzone che ti balla dentro” come un tormentone, anzi come un tormento. Come in un rito liberatorio si abbandona la tristezza lasciandosi trascinare da synth e cassa dritta.

Sena: 7

chissenefrega

Nuovo piglio più elettronico e danzereccio per nube nel suo nuovo singolo “chiessenefrega”. Irriverenza sì ma sempre con classe e gusto, elementi che sempre fino a questo momento si sono contraddistinti per il giovane artista. Le sonorità a tratti più sperimentali rispetto ai singoli precedenti, ci piacciono, e da wes anderson a “chissenefrega” il cambiamento si percepisce, ma sempre in maniera positiva.

(Ilaria Rapa)

nube: 7,5

 

Vivavoce

Prende ispirazione dal quadro di Goya e cerca di rappresentare una sorta di danza delle streghe in cui lui è al centro di questa esoterica situazione, confuso ma allo stesso tempo estatico. Così ci racconta “Vivavoce” Babele, che nel suo nuovo singolo sperimenta sia con la voce, appunto, anche con le melodie che somigliano ad un andirivieni delle onde, che, con il loro moto oscuro e misterioso, ti rapiscono e potrebbero farti sprofondare così come cullarti delicatamente sul pelo dell’acqua.

(Ilaria Rapa)

babele:8

 

FBI

Riprende il mood delle canzoni rock dei primi anni duemila insieme ad una lirica che invece sa di contemporaneo, e, in modo particolare, è lo specchio delle generazioni attuali. L’FBI di sami river è quello che ti entra in camera senza bussare, è l’invasione della privacy, sono le domande a raffica dei genitori che non hanno ancora trovato un modo di comunicare. “FBI” è la dedica a tutti quelli che si sentono sempre sotto indagine e che hanno paura di sbagliare.

(Ilaria Rapa)

Sami River: 7

 

Fuoristrada – Album

“Nessuno di noi vive in eterno non ho tempo per pensare a tutto ciò che ho perso”
I Bnkr44 sono ormai delle stelle fisse all’interno del panorama musicale indie italiano, e lo dimostrano con “Fuoristrada” il terzo album del collettivo che segue le vicende di una Generazione Z cresciuta, che ha voglia di liberarsi dalla quotidianità.
“Cambiare non posso”, “Fretta” e “Specchio” sono il manifesto di tutte quelle persone che si sentono strette all’interno delle mura di casa, della propria routine che piano piano ci fa vedere il mondo intorno a noi sempre più grigio. E allora a “Mezzanotte” partiamo e attraverso la “Guida spericolata” della nostra “Moto blu” usciamo dal nostro guscio e cerchiamo di prendere il massimo che questa vita possa offrirci: amore, sogni, gioie e dolori, tutti i nostri sentimenti finiscono “(Tra i rottami)”, proprio dove troviamo i Bnkr44.
“Scritto per te” con Sick Luke sembra proprio che parli alla nostra anima che soffre di vertigini e finiamo con un “Ultimo giro” prima di mettere di nuovo in loop il disco, un po’ più consapevoli rispetto a prima di come evadere da noi stessi.

(Margherita Ciandrini)

Bnkr44: 9

 

Belle Époque

“Siamo la Belle Époque anche se fino a qua di cose belle poche, domani chissà ”

I Serendipity ripescano sonorità estive anni ’60 e le trasportano in un brano che parla di cambiamento, di compresenza tra passato e futuro e di accettazione che tutto muta e noi non possiamo fare altro che seguire il flusso e cercare di non perderci.

Siamo proprio la “generazione bho” e i Serendipity, attraverso tutti i cliché ed i modi di dire delle generazioni passate, descrivono la situazione attuale che “di cose belle poche, domani chissà” e allora andiamo avanti, cercando di circondarci di persone che ci amano, ricordando sempre che “si, lontano dagli occhi lontano dal cuore, ma vedono lungo quelli come me” (forse anche troppo).
Ci lasciamo quindi trasportare dal sound gioioso dei Serendipity, senza pensare che è il weekend e sta di nuovo piovendo: arriveranno delle gioie anche per noi.

(Margherita Ciandrini)

Serendipity: 8

 

Drink Pop

L’EP di Jungla “Drink Pop” ci porta all’interno di una comfort zone e prepara le nostre orecchie per accogliere tutte le sfumature pop esistenti, da quelle soft a quelle più spinte, e ci ritroviamo ad ascoltare pezzi di vita del cantante torinese che ci fa ballare, sognare e sorridere scioccamente.
Tra vuoti di memoria (“High”) e strane allergie (“Polline”) alle persone che ci stanno attorno e a tutto quello che hanno da dire, Jungla ci fa ballare con “Ciliegie” e ci viene voglia di innamorarci di nuovo, ancora e ancora, per provare quei brividi che ci percorrono ogni volta che ci connettiamo con qualcuno che è perfetto per noi.
Jungla con “Drink Pop” ha proprio fatto “Goal!” e mentre pensiamo che non abbiamo più la forza di pensare o di ascoltare (“Arianna”), chiudiamo gli occhi ed entriamo nel nostro mondo onirico.

(Margherita Ciandrini)

Jungla: 8,5

 

Per farti ridere di me

A volte si scrivono le lettere per mettere un punto, a volte solo per imprimere i sentimenti in un testo, così da non scordarli mai. È finita, sì, ormai è passato del tempo, ma quel bello non lo posso dimenticare, è la malinconia di una nostalgia, di quello che siamo stati, di quello che sono stato, quando ero il “tuo uomo senza mai smettere di essere un bambino”, quando, anche senza patente, guidavo il tuo motorino.
È un brano tenero, di quelli che rimangono impressi, che sono le lettere che avremmo voluto scrivere e inviare, che sono quelle che vorremmo leggere. Lo Stato Sociale e Mobrici hanno scritto un testo per tutti noi, che non ci abbiamo mai pensato o che non volevamo raccontare, per non ripensare a dei momenti, ad un passato giocoso, ma che potrebbe essere ancora doloroso. Loro lo hanno fatto al meglio e noi lo gustiamo, ma con un risvolto dolce, che per alcuni è ancora amaro.

(Lorenzo Ottanelli)

Lo Stato Sociale, MOBRICI: 8,5

Dandy Candy

Forse non lo sapevamo, o non ne eravamo certi, ma sicuramente un po’ ci mancava quel mood lisergico che risentiamo, per la prima volta dopo sei anni, dall’Officina Della Camomilla. “Dandy Candy” è un trip mentale senza mezzi termini, lei è una candy che non ci prende e se poi fumavi “i tuoi tulipani con gli occhi di Modigliani mi rivelavi i tuoi piani”. E ancora una serie di immagini sconclusionate: scappare dalla città con uno skate, con delle pistole in mano, vedere il vino scintillare di stelle e lei essere fatta di caramelle.
L’Officina della Camomilla non ha smesso di inventare, sventrare, reinventare. Con un sound molto rilassato e una voce quasi soffusa, il racconto sconclusionato del trip mentale si avventura in immagini che sbandano, che stonano, ma che insieme divertono e alla fine lo xilofono ci saluta con quattro note che non annoiano nessuno.

(Lorenzo Ottanelli)

L’Officina Della Camomilla: 8,5

 

Stronza

“E ora che si fa?”. Questo chiede Bartowski nel ritornello del suo nuovo singolo, “Stronza” (titolo che lascia ben poco spazio all’immaginazione). La canzone, che rimane molto coerente alle sonorità bartowskiane emerse bene in “In 7” e ormai diventate caratteristica fissa del personaggio, parla di un’assenza che pesa più di una presenza. Un’assenza, tuttavia, giustificata, dati gli errori che il cantante ammette di aver fatto. Però spesso capita che l’emotività prenda il sopravvento e quindi “è partita la nostra canzone in auto, mi sono fermato, volevo bruciarla”. Siamo tutti stati Bartowski almeno una volta e, anche se avevamo le nostre colpe, sono sicura che abbiamo comunque pensato: “sei solo un* stronz*”.

(Benedetta Fedel)

Bartowski: 8

 

Alveare

Vi avvisiamo, il nuovo singolo di Gobbi, in featuring con Lucrezia, “Alveare”, vi si incollerà al cervello come miele e farà tentennare anche i cuori più duri. Il pezzo è una ballad pop romantica di una sincerità che ti fa venire voglia di prendere il telefono e scriverla quella cosa che ti stai tenendo dentro, bella o brutta che sia. Una “canzone d’amore che mi ha rovinato la calligrafia”, dice Gobbi, che si riconferma per l’ennesima volta una penna più che interessante. La musica unisce le persone, lo sappiamo bene noi. Ma a volte capita questa magia per cui si percepisce forte e chiaro il sentimento che ci sta dietro ad un pezzo e “Alveare” non ha segreti per noi.

(Benedetta Fedel)

Gobbi, Lucrezia: 8

 

Amaro

“Amaro” è il titolo del nuovo singolo de Il Cairo, ma anche l’immagine attorno a cui ruota l’inizio e la fine della relazione che ci racconta, su una base carica di synth che ci fa mancare quegli anni ’80 che non abbiamo vissuto. Infatti, se è iniziato tutto con l’amaro del capo quella sera, tutto finisce davanti al freezer, dove Il Cairo ritrova una busta di ghiaccio blu, mentre il suo invito per il matrimonio dell’amica in comune è stato revocato. Un pezzo molto visivo, fatto di contrasti tra ricordi e realtà, tra il prima e il dopo, che rappresenta sicuramente una buona premessa in attesa dell’album dell’artista.

(Benedetta Fedel)

Il Cairo: 8

 

MA MA MA

Chimamifaro ha dimostrato ormai ampiamente di saper controllare la propria musica, creando dei brani che fin da subito le appartengono.
“MA MA MA”, ultimo singolo dell’artista mette subito in chiaro le cose, sfogando il proprio rancore nei confronti di un amore che ha lasciato il segno, e lo fa in modo diretto e senza troppi giri di parole. Un sound che si muove sul pop e la freschezza di un testo che si rifà alla vita di tutti i giorni, sono l’incastro perfetto per questo brano che parla a chi è un fan delle cose non dette.

(Filippo Micalizzi)

Chiamamifaro: 7

 

Il Canto Del Villaggio (Atto II) – EP

In questo suo secondo atto Livrea abbandona le paure descritte nel precedente, caratterizzato da ambienti oscuri e prevalentemente notturni, per concentrarsi invece su una presa di coscienza che crea un varco verso la liberazione dai suoi demoni interiori.
I tre brani contenuti in questo nuovo capitolo si spogliano di tutto ciò che era ingombrante, dando spazio invece alle parole quando serve, come nel finale di “Interludio” in cui si arriva ad una presa di coscienza, e alla musica più pura come in “Tracce Amare”, in cui la voce si disperde in una tempesta di suoni liberatori che fanno da preludio ad un terzo atto.

(Filippo Micalizzi)

Livrea: 8

 

Va tutto bene

Scirocco, cantautore campano classe ’99, ci regala un brano molto intimo ma allo stesso tempo energico e pop, che apre un nuovo capitolo musicale dai contorni espressivi inediti. Il percorso che ci troviamo a dover affrontare nel brano è quello della vita, o la pretesa universale di poterla raccontare, prediligendo i sentimenti alle narrazioni e autobiografismo degli eventi, tramite una la lente che pone il focus su una percezione interiore in grado di non interagire con il “sé”, ed esaltare il mondo che ci circonda, nel quale la posizione che prendiamo nei confronti del male determina il nostro bene
La felicità è una facciata? Se hai un mondo che brucia nelle vene, può il sangue anche solo pulsare senza il rischio di generare esplosioni? Va tutto bene.

(BennyBoy)

Scirocco: 8.5

 

La Paura

Si intitola La Paura, il nuovo singolo della cantautrice siciliana Nòe; un brano con sonorità fortemente urban che si sviluppa attorno al mantra “cosa vuoi?” e che, con lo sguardo fisso sulle ansie di tutti i giorni, disegna un solco circolare fatto di musica, quasi a ricalcare il circolo vizioso nel quale ci si può ritrovare per colpa della paura.
Per una volta, secondo Nòe, la lotta continua con le proprie ansie, in perenne corsa contro il tempo potrebbe anche arrestarsi, dandoci la forza e la voglia di chiedere aiuto.

(BennyBoy)

Noe: 7

 

Cose che non so di me

In Cose che non so di me, l’italo-brasiliano classe ‘99 Ethan racconta senza mezze misure la dipendenza dalle relazioni affettive, siano queste sane o nocive..
Ethan torna a esorcizzare i sentimenti per parlare di fragilità, intimità e delicatezza in un connubio che trova la propria chiave interpretativa nella dimensione del synth-pop grazie anche ad una forte sperimentazione.
Il brano è specchio di un’estetica forte e riconoscibile che prende ispirazione da icone del trasformismo come David Bowie e Renato Zero, esternando la personale concezione di uomo dell’autore, in netto contrasto con la figura dell’uomo machista e patriarcale.
Vorrei fossi tu il mio male perché, pur di sentire qualcosa, accetto di provare dolore.

(BennyBoy)

Ethan: 8

 

Il Palombaro

“Il Palombaro” è uno di quei brani atipici, non banali, da assorbire lentamente.

Irene Buselli ritorna con un testo decisamente più maturo rispetto alla sua età anagrafica e prova a raccontarci alcuni pensieri sulla vita utilizzando una metafora di un palombaro.
“Forse sono programmato per andare a fondo”, “Posso solo trascinarmi con il mio scafandro addosso”,  “Il mondo mi chiede leggerezza”, le sue descrizioni sono taglienti, pungenti.

La voce è pulita, elegantissima, con tanti cambi di registro ed un ritornello in falsetto.

Irene Buselli sembra voler dimostrarci la sua bravura ed il risultato finale è un pezzo raffinato, da ascoltare e riascoltare per apprezzarne tutte le sfumature.

(Giuseppe Gualtieri)

Irene Buselli: 7.5

 

Issues

“Issues” è un pezzo potente, 3:04 minuti in pieno stile Nava. L’inizio è quasi cupo, con una voce impercettibile, distorta, pronta a trascinarti in un abisso sonoro. A metà canzone parte la cassa in 4/4, seguita da una melodia arabeggiante (classico giochino in stile Four Tet) fino ad esplodere nel finale. Il risultato è un climax ascendente ed avvolgente di suoni.
La sua voce è utilizzata come fosse uno strumento aggiunto, eterea. Nava continua il suo percorso musicale in un genere molto difficile e lo riesce a fare alla sua maniera, senza compromessi di suoni o melodie. Difficile trovare in Italia un parallelismo musicale.

Preparate gli occhiali da sole, ci vediamo direttamente sotto cassa.

(Giuseppe Gualtieri)

Nava: 8

TARDI TARDISSIMO

E quando torni a casa è tardi tardissimo.. Il tempo è relativo, per fare qualsiasi cosa bisogna averne voglia. Le distanze sono solo numeri, noi che abitiamo a 7 minuti  in realtà ci sentiamo così distanti, mentre ci sono coppie che hanno trovato il loro equilibrio con un oceano di mezzo e vari fusi orari.

La provincia inoltre ha il potere di rendere ogni evento drammaticamente poetico, in quei luoghi dove tutti si conoscono, paradossalmente, è molto più facile sentirsi soli, fuori dal mondo, forse nascosti da qualche parte a rincorrere i propri demoni interiori.

(Nicolò Granone)

Tutte Le Cose Inutili: 8,5