New Indie Italia Music Week #150

Sulla mia isola
Languida e morbida
Nessuno più ci toccherà
La luna gocciola
Sorride e sanguina
Sparisce tutta la città
Soffia il vento nei supermercati
Piove nei pensieri abbandonati
Forse un giorno mi ricorderò di te
O no

Il silenzio sulla tangenziale
Spegne i suoni con un estintore
(Orbita – Angelo Sicurella)

E se trovassimo un’isola tutta per noi per rifugiarci, per nasconderci dal futuro, quando le previsioni esistenziali prevedono precipitazioni intense sul cuore?

Una mappa, una bussola e una manciata di buoni dischi, di quelli che fanno spuntare il sole anche nelle giornate più grigie, che soffiano un vento fresco sul cuore quando i sentimenti si fanno roventi.

E tu, quali canzoni porteresti con te in questo viaggio di evasione?

Attingi dal New Indie Italia Music Week e scopri le migliori nuove uscite della settimana scelte e recensite dalla redazione di Indie Italia Magazine.

Dove Nascere

C’è la sperimentazione, c’è l’analogico, c’è il digitale, ci sono musica, testi e anima, quindi non manca niente.
Le aspettative riposte su Dove Nascere, primo album solista del frontman dei Ministri Federico Dragogna, non sono state disattese – candidandolo, già a maggio, di diritto ad un posto tra i migliori prodotti musicali italiani del 2023.

Tra i brani vagano innumerevoli influenze, elementi decontestualizzati e ricollocati dentro un panorama musicale che, traccia dopo traccia, si rivela in continuo mutamento. Dopo Musica per aeroporti (il singolo che ha preceduto l’uscita di Dove Nascere), riceviamo in regalo 12 tracce in 40 minuti: il tempo che serve per sottolineare la grandezza di un talento.
Dubbi ne abbiamo tutti, ma Federico Dragogna sembra proprio non averne.

(BennyBoy)

Federico Dragogna: 10

 

Stupido Sexy Futuro (Album)

Quant’è difficile avere un animo così punk nel 2023? Ad ascoltare Stupido Sexy Futuro sembra una passeggiata.

A 6 anni di distanza dall’ultimo disco, Lo Stato Sociale torna senza aver paura di dire ciò che pensa e lo fa nel miglior modo possibile: ognuno dei brani nasce dalla storia della band e ci racconta di come il passato ha plasmato il presente, sperando di guardare al futuro nella giusta prospettiva.

Le 6 collaborazioni aggiungono colore e profondità ad un prodotto di indubbia qualità, troviamo così i Management, CIMINI, Drefgold, Mobrici, Naska, Vasco Brondi, tutti bravi a contaminarsi senza mai snaturarsi.
Amici miei dove si va?

(BennyBoy)

Lo Stato Sociale: 9

 

Buche

Ha già tutto il sapore dell’estate il nuovo singolo dei Palmaria che stavolta sono accompagnati da Bluem e Giumo. “Buche” come quelle che si incontrano durante il tragitto, come tutte quelle che cerchiamo di scansare come in un eterno salto agli ostacoli nel percorso della vita. Eppure “Buche” non è un invito a saltare, anzi, un monito a fermarsi per respirare, un incoraggiamento a prendersi il tempo di cui si ha bisogno per sentirsi pronti ad affrontare tutte le difficoltà che ci capiteranno.

(Ilaria Rapa)

Palmaria: 7,5

 

Masochista

“Non pensi che sia il caso di prendere un po’ fiato, di perderti nel viaggio?”
Questo il messaggio di fondo di Masochista, il nuovo singolo di Eakos: basi house e minimal si uniscono a delle liriche più personali e profonde. Un sogno diventato realtà, come afferma lo stesso artista. “Masochista” è l’insieme dell’elettronica e del background artistico di Eakos, e in tutta questa sperimentazione, quello che ci colpisce è in fondo il focus di tutto il brano: fermarsi, riequilibrare i battiti e, chiudendo gli occhi, seguire il flusso delle cose.

(Ilaria Rapa)

Eakos: 7,5

 

Andamento Lento

“Andamento Lento” è stato uno dei brani simbolo della tradizione funky/groove italiano/partenopea.
Tullio De Piscopo (anche batterista di Pino Daniele) ha portato a Sanremo 1988 una melodia trascinante, iconica, immediatamente riconoscibile.
Ecco, provando a dimenticare il mood iniziale, la rivisitazione di Serena Brancale si muove in una direzione diametralmente opposta.

Il brano è totalmente depotenziato del suo groove e diventa una ballad uptempo sensuale e moderna.

Serena Brancale, nei suoi live (così come su IG), si lancia usualmente in improvvisazioni canore in dialetto pugliese, qui invece impreziosisce il brano con alcuni versi in dialetto napoletano.
“Andamento lento” 2.0 è sicuramente più elegante, diversa. Serena Brancale è una di quelle artiste capaci di fare qualsiasi cosa, inattaccabile, e riesce a dimostrarlo ancora una volta.

(Giuseppe Gualtieri)

Serena Brancale: 7

 

Chissà

 

Sorrisi falsi, promesse non mantenute e dialoghi bagnati di vino bianco; “Chissà” è la descrizione perfetta della classica storia d’amore chiusa in un limbo di incertezza.

Sandro Mai indossa magistralmente i panni di Devendra Banhart. Il suo stile richiama il cantato dolceamaro -quasi sussurrato- del cantante americano e ci trascina in questo riflessivo dubbio costante: “chissà che pensi quando non ti scrivo” e, soprattutto, “chissà chissà come finirà”.

Il risultato finale è un brano dolce, malinconico, ma dolcissimo.
Un leggero, candido, dolce, malinconico abbraccio.

(Giuseppe Gualtieri)

Sandro Mai: 7,5

 

Fiori sul prato

Erano una di quelle coppie che poteva avere le potenzialità della primavera, stava sbocciando un nuovo amore e poi come mai uno dei due ha scelto di rimanere inverno?

Buttarsi via per paura di essere feriti, gestire con rabbia e frustrazione i propri sentimenti in modo da evitare, inconsciamente , di provare un giorno ancora più dolore. Forse la colpa non è solamente di quei due ragazzi che per proteggersi hanno scelto di abbandonarsi e di strappare i fiori nel prato, ma di un mondo dove non c’è più tempo per aspettare, dove o tutto subito, altrimenti meglio evitare per non perdere il sonno. Purtroppo anche i baci stanno diventando oggetti usa e getta, e allora meglio buttare via anche l’ultima briciola di romanticismo, evitando  a prescindere, ogni minima incomprensione.

(Nicolò Granone)

Mandorla: 7,5

 

sotto sotto

Still Charles ha presentato sul palco del primo maggio di Roma questo nuovo singolo, aggiudicandosi il premio 1MNEXT 2023. sotto sotto è un brano che parla d’illusioni, di vedere il mondo secondo un punto di vista irrazionale e poco obiettivo, come filtro contro la realtà.

I giovani oggi, la famosa Gen Z, ogni giorno deve fare i conti con una realtà imperfetta che viene però descritta come fantastica e speciale dai più grandi, che fanno finta d’ignorare le difficoltà della generazione di domani.

Se poi ci si complica la vita ascoltando i deliri del cuore, innamorandosi delle persone sbagliate ecco che l’adolescenza diventa un incubo dal quale bisognerebbe scappare.

Forse però, se si riesce a ragionare e superare ogni imprevisto, sotto sotto si cresce e si ha la possibilità di imparare lezioni di vita che potranno sempre servire nel bagaglio delle esperienze richieste dal futuro.

(Nicolò Granone)

Still Charles: 7,5

 

SAUDADE

Nel tempo si può provare nostalgia per molte cose: ricordi di quando si era bambini, relazioni andate a male, una parte di noi che non c’è più o anche per un mondo che non si riconosce più.

Il cambiamento spaventa, provoca instabilità, si perdono i punti fissi soprattutto per chi è abituato ad ancorare il proprio dolore ad altre persone. Se queste decidono che è arrivato il momento di cambiare strada, accelerare il passo e girare all’angolo, capita di cadere a terra, e anche se si alza la voce per urlare senza dubbio non ci sarà nessuno ad ascoltare una richiesta d’aiuto.

“E a volte penso dovrei ritornare
Che partire è un po’ come morire
Tu mi manchi tu mi manchi
Ogni volta che io vado via”

Siamo energia in movimento, il domani non sarà mai uguale a quello che viviamo oggi, bisogna quindi cercare di non affezionarsi alle certezze, ma essere bravi ad adattarsi alle necessità, accettando quella resilienza che va da tanto di moda ultimamente.

(Nicolò Granone)

Malpelo: 8,5

 

Bambole voodoo

Una chiacchierata tra amiche, un conforto liberatorio che ha ispirato l’autrice nella stesura di “Bambole voodoo” che è un forte e chiaro grido per cercare di liberarsi da ogni tipo di violenza fisica e psicologica. Le donne non sono semplici oggetti e non dovrebbero mai essere viste come tali, e il brano di sonoalaska è a suo modo una canzone di rivalsa, espiazione e ribellione.
Federica è riuscita a incanalare la rabbia e plasmare e trasformare il dolore in un brano che può sicuramente essere d’aiuto in momenti di sconforto o rabbia, come un promemoria a tutte le donne: non siamo sole.

(Sara Pederzoli)

sonoalaska: 8

 

Seduci

In “Seduci”, Ibisco si muove tra l’urgenza comunicativa del post punk e la forza espressiva del cantautorato, confermando un songwriting maturo, esaltato da un cantato feroce e passionale. Liriche pungenti e senza compromessi, un arrangiamento analogico corposo che sorregge parole precise ed evocative, “Seduci” ci mostra come Ibisco modelli la sua musica, in continua ricerca ed evoluzione, attorno a una sensazione, un sentimento.

Il suo post cantautorato ibrido e meticcio nasce dalla necessità non di compiacere, ma di essere quanto di più vero e identitario e di raccontarci un sentimento fatto di istinti e privo di compromessi comprime e dilata la morale, producendo un climax di randagia intraprendenza.

(Sara Pederzoli)

Ibisco: 7

 

Falene

Chitarre distorte e sguardi al futuro, tutto questo è “Falene”, nuovo singolo di Giovanni Ti Amo, che attraverso questo brano prova a tirare fuori tutte le sue ansie. “Ho l’ansia di dire a mio padre che non sono bravo, come lui”, abbiamo sempre avuto nella vita il grande peso dettato dalla paura di deludere i nostri genitori, che magari hanno fatto tanti sacrifici per farci studiare e non farci mancare niente, per questo ci sentiamo con un nodo in gola quando dobbiamo comunicargli le conseguenze delle nostre scelte sbagliate, che a volte ci fanno andare nella direzione opposta rispetto a quello che ci aspettavamo.

E allora sogniamo di scappare, pensando che “arriveranno tempi migliori”, proviamo a calmarci, senza sbattere a destra e a sinistra come falene che hanno perso la loro luce guida, cercando di capire cosa vogliamo fare veramente nella vita e cosa ci vuole per essere felici: forse il segreto è semplicemente trovare un nuovo posto da chiamare casa, che sia quello di sempre o uno conosciuto lungo la via, arriverà sicuramente “Caserta col sole” anche per noi.

(Margherita Ciandrini)

Giovanni Ti Amo: 8,5

 

Cuore Sacro

“Lasciatemi dormire in pace”
“Cuore sacro”, il brano che inaugura il nuovo capitolo musicale di Dolcedormire, è il simbolo di una crescita sofferta, agognata ma confusa, che inizia piano ma arriva all’inevitabile esplosione che lascia indietro solamente acqua e sangue, proprio come succede nel ritornello del brano.
Dolcedormire guarda con occhi diversi al cuore sacro tatuato sul suo braccio, simbolo di paura della solitudine, di ansia generalizzata per tutto ciò che potrebbe accadere e che prescinde dalla nostra capacità di controllo. Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta è sempre critico, veniamo posti davanti a delle sfide, che all’inizio ci sembrano insormontabili, ma alla fine si tratta solamente di lasciare indietro abitudini che non sentiamo più nostre come prima, e se nel percorso perderemo qualcuno, sappiamo che probabilmente quel legame non era destinato a continuare e che ne creeremo altri, più solidi e certi.
Dolcedormire ci culla con questa fiaba che, dopo aver attraversato turbolenze e consapevolezze, ci porta finalmente al nostro posto giusto.
(Margherita Ciandrini)

Dolcedormire: 8,5

 

Autocad

“Ma se ne usciremo vivi moriremo lo stesso”
L’oscuro alternative rock dei Forse Danzica ritorna con “Autocad”, nuovo brano composto da un pianoforte giocattolo che ci accompagna nell’universo distopico del progetto bergamasco di Matteo Rizzi ed Armo, e ci trafigge con la consapevolezza di quanto l’amore sia indubbiamente arma a doppio taglio.
Costruiamo sogni e castelli fantastici quando siamo innamorati, ma in un mondo in continua autodistruzione, non ci resta che perderci all’interno delle nostre coscienze martoriate e rifugiarci in universi inesistenti. “I’ll be waiting for you ‘till the end”, questo ci sussurrano i Forse Danzica e dentro di noi sappiamo quanto questa sia una grande verità, ci sarà sempre qualcuno che aspetteremo per sempre, e, una volta che ne usciremo vivi, sarà il giorno più bello.

(Margherita Ciandrini)

Forse Danzica: 8,5

 

vitami(n)a

Io voglio solamente indietro la vita mia.. come si fa ad uscire da una relazione tossica se la presenza di quella persona ci fa stare bene, mentre la sua assenza ci manda in confusione, facendoci stare male?

Cuore e cervello combattono, mentre aspettiamo il suono del telefonino la testa fa ta-ta-ta, con un ritmo fastidioso che provoca irritazione.

Razionalmente bisognerebbe scrivere la parola stop e andare avanti, teoricamente siamo tutti capaci, quando si passa alla pratica poi non è assolutamente facile. Non ci siamo proprio, quando l’amore ci manda in crisi non esiste una soluzione per risolvere dibattiti. Il passato è un peso da abbandonare, però lì dentro è racchiuso tutto quello che sogniamo e vogliamo essere. Quanto è complicato rinunciare ai sentimenti e fare finta di niente?

(Nicolò Granone)

acate: 7

 

Anal House – Album

Forse ci aspettavamo anche solo un pezzo cantato per intero, ma qui la decisione di unire elettronica e suonato diventa una sorta di programma dei Pop X. Non solo elettronica nel senso di musica House, ma anche di vera e propria accoppiata digitale grazie all’Intelligenza Artificiale. Davide Panizza ha creato una composizione algoritmica generativa sfruttando un software. In questo modo è riuscito a sfruttare un modello ben riconoscibile e a divertirci, come i Pop X hanno sempre saputo fare. Le parole lasciano il posto alla musica e quelle che rimangono diventano un tutt’uno con il suono. Le parole sono la parte ironica e iconica, senza le quali i Pop X non sarebbero. E tutto diventa psichedelico, ma ben consapevole dell’obiettivo.
Nel nome dell’album si trova già tutto il contenuto e il titolo delle tracce lo esplica perfettamente. Ogni titolo è un capitolo a parte di un insieme quasi unico, di un concept album da ascoltare con interesse e divertimento. È un Pop X 4.0 quello che ci viene offerto, tra i mille colori (quasi un bug di pixel) della copertina. E questo ritorno alle sonorità, a questa psichedelia infinita, è tutto un punto a loro vantaggio.

(Lorenzo Ottanelli)

Pop X: 8,5

 

Figlie della luna

La compagna del ritorno a casa per tutti coloro che fanno notte. È la luna, che a volte è storta e che è la giusta immagine del non sapere più come fare a stare bene. Odiare i bagni alla turca, che spesso sono gli unici disponibili, soprattutto d’estate in spiaggia. È il destino di tutte le “figlie della luna” che talvolta perdono la testa e non vogliono ricercarla, qualche volta non sanno più che età hanno, a volte sono capitane con la ciurma. Abbandonarsi alla festa della notte, per andarsene dai problemi del giorno, è il destino comune, ma spesso il pensiero è nostalgico e la malinconia arriva tutta d’un botto.
Assurditè racconta la notte con i suoi ritmi, un mix tra indie e pop. A coronarla è un sound R&B che ti fa ballare, che è festoso, che è malinconico, ma a tratti gioioso. È il mondo di Assurditè, che è sempre vivo e non si ferma mai. Che è colorato, anche sotto i raggi riflessi dalla luna.

(Lorenzo Ottanelli)

Assurditè: 8

 

ENI – Album

Il nuovo disco de La musica di FORTE riesce a tenere alta la bandiera del cantautorato italiano, prendendo gli stilemi classici, ma svecchiandoli, con innovazione e tanta tanta qualità.
“ENI” racconta la vita in tutta la sua complessità attraverso le gesta quotidiane, e lo fa in maniera dolce tanto da farla sembrare semplice. I nove brani di cui è composto sembrano comporre passo dopo passo un album di ricordi scattati, gli stessi, magari dolorosi, che se ci ripensi adesso ti scappa un respiro di sollievo.
Un disco che vuole arrivare ad essere consapevole che nel bene e nel male, citando le parole di “Tastiera”, “va sempre tutto bene”.

(Filippo Micalizzi)

La musica di FORTE: 9

 

Sto da dio

L’unico modo per scappare dai problemi della vita è concentrarsi su qualcosa che ci fa stare veramente bene, qualunque essa sia. Una passione, una valvola di sfogo, una dimensione in cui sentirsi vivi.

“Sto da dio”, nuovo singolo pubblicato da D’isastro ci catapulta nella sua dimensione fatta di musica e nient’altro. L’unico posto in cui riesce ad essere sé stesso e in cui possiamo ritrovarci anche noi attraverso le sue parole.

Un progetto artistico che strizza l’occhio al rap e alle sonorità urban quello di Alessio Rossi che singolo dopo singolo con produzioni convincenti e autentiche sta facendo breccia sul cuore e sulle playlist degli ascoltatori

(Filippo Micalizzi)

D’isastro: 7

 

Solamente noi

“Solamente noi” ci mette davanti ad uno degli scenari peggiori che possa capitarci: rincontrare il/la propri* Ex ed essere travolti da una serie di emozioni che si risvegliano.
Il brano controbilancia un testo profondo ad un ritmo reggae spensierato che rende il tutto quasi tragicomico, o almeno fino al finale, in cui un cambio drastico di sound svela il malcontento e la serietà verso un sentimento che non sembra voler sparire.

(Filippo Micalizzi)

Ioemiofratello:7

 

Cagne vere (feat. Big Mama)

Loro sono politic3, tutti. Si battono contro gli stereotipi di genere e forse è bene usare lo schwa, o almeno ci proviamo. Perché il loro rap è un atto politico, qualcosa di cui parlare senza mezzi termini, perché il messaggio deve arrivare dritto al punto. Lo fanno in compagnia della più irriverente rapper, Big Mama, che riesce a portare a casa una barra travolgente e a completare il brano in modo naturale, violento, ma necessario.

Queen of Saba è sinonimo di lotta di genere. Anzi, di lotta contro le storture del binarismo di genere. Sono un portento e questa volta qualche verso è anche in napoletano, c’è anche un riferimento a San Gennaro, a qualche giorno dalla vittoria dello scudetto. Non c’è voglia di edulcorare, usare eufemismi di sorta: si usano le parole più coriacee per parlare di temi rilevanti. In tutto e per tutto, ciò che vogliamo sentire oggi, da quei pochi che fanno ancora politica con la musica.

(Lorenzo Ottanelli)

Queen of Saba, Big Mama: 8,5

 

Non essere Cattivo

“Non essere Cattivo” è il brano che anticipa il terzo album dei Dirty Socks.

Il ritornello è indubbiamente fresco, “per non essere cattivo”, ”se mi stessi più vicino” ti si appiccicano facilmente in testa. La canzone ha toni cupi, parla di paure e di ombre, con un finale esplicativo “Un filo sottile tra Dio e il delirio”.

Caos e sacralità su una produzione, seppur essenziale, molto coinvolgente.

Lo stile del ritornello è BlancoStyle con accenti ed accelerate tipiche del cantante bresciano ma, nel complesso, il pezzo è giovane e trascinante. Non bisogna “essere cattivi”, ma godersi una sana spregiudicatezza specchio di questa canzone

(Giuseppe Gualtieri)

Dirty Socks: 6

 

Signora Mia

Nascere con la voce di un Grande può essere, talvolta, un’arma a doppio taglio. Deve saperlo molto bene The Andre, che in quella che ironicamente definisce una “canzone di denuncia sociale”, prosegue nel tentativo di distanziarsi il più possibile da quello a cui ci ha storicamente abituati.

Quanto fatto è sicuramente apprezzabile; il brano vuole essere una hit e ci riesce bene, tuttavia, quando si cita una così grande quantità di clichè e luoghi comuni, il rischio di proporre qualcosa su cui possa aleggiare lo spettro del “già sentito” è sempre lì, pronto all’agguato.

(BennyBoy)

The Andre: 6

 

AniME (ep)

Giovane ma consapevole, arJ presenta le sue “AniME”, un titolo al plurale per un nuovo album in cui convivono tutte le parti che compongono l’artista. Si tratta di un ep in quattro tracce, molto studiate nei testi e nella produzione, dal sound decisamente soul e R&B, con forti influenze elctro (commistione di generi che rende il progetto davvero interessante). “AniME” racconta una storia, la storia di una ragazza a cui “l’amore vero non basta mai” e che è fatta semplicemente così, “un caso perso” a cui però “non importa che pensi di lei”. Non è sempre facile accettarsi, ma è bene iniziare quantomeno a guardarsi allo specchio, come fa arJ, “a un passo dal confine, anche se ha solo vent’anni”.

(Benedetta Fedel)

arJ: 8

opale

 

“opale”, il primo album di abe, è musicalmente complesso – tra un math rock decisamente elettronico ed influenze post-rock, drum’n’bass e, a tratti, emo -. Un progetto a tutto tondo ambizioso. E va benissimo così; va benissimo che non sempre le cose belle siano semplici. “opale” traccia un percorso in un tempo e in uno spazio che abe non disegna come una linea retta. Racconta una storia che è di abe, ma anche nostra, perché finiamo col cadere dentro le sue parole, incastonate tra un suono e l’altro. L’opale è una gemma che si lascia intravedere tra i riflessi, che cambia colore con la luce, che lascia la sua storia in bilico tra il detto e il non detto. Ed è proprio questo che la rende diversa e preziosa.

(Benedetta Fedel)

abe: 9

Something is not right

“Enough is enough. But what is enough?”
Il nuovo singolo dei MILANOSPORT è uno sfogo, un’ammissione esplosiva del fatto che le cose non stiano andando nel verso giusto, nata dalla consapevolezza che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel camminare sempre su una linea retta solo perché ci è stato detto che si fa così. Su un sound ritmatissimo e a tratti garage, un synth rabbioso si prende la scena e culmina la climax di questo rifiuto categorico di paletti imposti. “Something is not right”, è vero, ma quello che di sicuro è true è che la band post punk milanese non ha ancora smesso di sorprenderci.

(Benedetta Fedel)

MILANOSPORT: 8,5