Gone Girl: Azione narcotizzata da una lunghezza eccessiva
Un uomo, con un matrimonio in crisi ( lei è bellissima, ricca, scrittrice nota ), si vede all’improvviso accusato di aver ucciso la moglie, dato che questa è scomparsa misteriosamente. I mass media lo massacrano, ma le indagini, pasticciate da una serie di indizi, sono arenate proprio dalla mancanza di un cadavere.
In realtà, tutto è stato architettato dalla bellissima moglie, che cerca la vendetta, ma che riesce , date alcune circostanze a lei negative, a cambiare obiettivo e metodo con una serie di colpi di scena, che dovrebbero colpire l’immaginazione dello spettatore. Immaginazione che invece, imbrogliata da particolari divergenti, è narcotizzata dalla lunghezza eccessiva della pellicola.
La tecnica, poi, di andare avanti e indietro nell’azione, dato che è usata e abusata a sproposito, finisce col dare il colpo di grazia al ritmo del film, che dovrebbe essere teso e vibrante e non lo è. Confusione e noia. Peccato: un’occasione persa
A cura di Maria Antonietta Amico