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FLORES, il nuovo album di IACAMPO: suoni, viaggi e storie a servizio della musica italiana

Marco Iacampo, conosciuto ai tempi come ‘’GoodMorningBoy’’,  dopo tre anni di pausa dal suo ultimo lavoro, Valetudo, uscito nel 2012 ritorna in studio e ci delizia con il suo ultimo lavoro dal titolo ‘’Flores’’.

Flores  è un insieme di viaggi e storie conditi con melodie orecchiabili ed efficaci d’influenza orientale. Tra le tracce degne di nota di quest’ultimo lavoro discografico dell’artista, ‘’Pittore Elementare’’ è certamente tra le migliori dell’album; è una canzone apripista, che introduce l’ascoltatore nell’atmosfera sognante e romanzata che apre e chiude tutto l’album, Pittore Elementare è il filo principale di una ragnatela di racconti e melodie, quasi collegati tra di loro.

Altro brano degno di nota è certamente ‘’Palafitta’’. La melodia incalzante delle percussioni , l’arpeggio ripetitivo, quasi ipnotico delle chitarre e l’utilizzo dei fiati, fanno di questo brano un mix efficace di suoni e melodie. Se prima è stato definito questo lavoro discografico una serie di racconti, la traccia numero cinque, dal titolo ‘’Nuovissimo bestiario veneto’’, ne è la conferma. Il brano è un chiaro richiamo ai bestiarium di origine medievale: mentre questi raccontavano brevi storie e descrizioni di animali mitologici, Iacampo racchiude nel suo bestiario musicale,  brevi stralci di vita di uomini e di donne con ironia e musicalità.

La prima parte dell’album si chiude con il pezzo strumentale dalla durata di circa due minuti, ‘’Pescatore perfetto’’, quasi come nel voler dare un attimo di stacco e riflessione all’ascoltatore. Altra traccia dell’album ‘’Due Due Due’’, unico pezzo ballabile dell’album, che con il tamburellare delle percussioni, elemento cardine e caratteristico di tutto il lavoro, rompe la calma e la pacatezza dei pezzi precedenti:  un pezzo senza infamia e senza lode ma sempre piacevole da ascoltare anche dopo un paio di volte.

Le due tracce restanti, ‘’L’effetto che fa’’ e ‘’Biancavela’’ non sono in grado di reggere il confronto con gli altri pezzi dell’album, risultando due tracce musicalmente valide, certo, ma dallo skip facile rispetto alle precedenti. L’album si chiude con l’ultimo pezzo strumentale, lo stesso che dà il titolo a tutto l’album, come a voler suggellare un’esperienza, un ciclo.

Quest’album segna la maturità artistica di Iacampo grazie alla sua capacità nel raccontare storie ed emozioni attraverso la musica; è uno di quegli album che va ascoltato ad occhi chiusi tutto d’un fiato, come un sogno lucido.

Di Eugenio Iessi

Ecco a voi Flores!

Salvatore Giannavola

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